Tutto il potenziale dei giovani

A vent’anni dell’entrata in vigore della Legge sul sostegno e il coordinamento delle attività giovanili si è svolto un convegno per riflettere su temi come il diritto, la partecipazione e l’autodeterminazione
/ 11.12.2017
di Stefania Hubmann

I giovani sono il presente prima ancora che il futuro della società. Occorre riconoscerli quale risorsa, valorizzarli e stimolare i Comuni a gettare un ponte verso questa fascia della popolazione. Il messaggio del primo convegno cantonale delle politiche giovanili, svoltosi lo scorso novembre a Bellinzona, è chiaro. A vent’anni dalla sua entrata in vigore, la «Legge sul sostegno e il coordinamento delle attività giovanili» resta una base solida per affrontare i temi riguardanti la gioventù, ma visione d’insieme e prospettive di sviluppo vanno aggiornate alla luce dei mutamenti che investono l’intera società. Comportamenti e bisogni del mondo giovanile sono oggi determinati dall’evoluzione socio-demografica e dalle innovazioni tecnologiche che hanno modificato le forme di comunicazione e socializzazione. Bisogna quindi approfondire progetti di lavoro innovativi per permettere ai giovani di esprimere al meglio il loro potenziale.

Al provocatorio titolo del convegno Giovani: protagonisti o comparse? il responsabile dell’Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani, Marco Galli, risponde con «i giovani come soggetto a parte intera della società. Non rafforziamo le forme di protagonismo, ma ascoltiamo i giovani e il loro punto di vista di cittadini. Sulle questioni che li riguardano devono potersi esprimere e trovare ascolto presso le autorità. A livello cantonale esiste il Consiglio cantonale dei Giovani il cui lavoro sfocia in domande e proposte al Consiglio di Stato dal quale ottiene una risposta. A livello comunale, andrebbe maggiormente praticato l’ascolto del parere dei giovani su temi che li possono riguardare come un percorso pedonale, un parco giochi o uno spazio aggregativo. Per questo, il Cantone sostiene la creazione di forum comunali dei giovani». Non si tratta necessariamente di dover investire somme ingenti, quanto piuttosto di dimostrare volontà e impegno nel confrontarsi con i giovani.

Confronto che la maggior parte dei 150 partecipanti al convegno coltiva nell’ambito delle rispettive attività professionali, che spaziano dalla protezione alla prevenzione, dall’educazione all’animazione. L’incontro, svoltosi in occasione della Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e del ventesimo anniversario della sottoscrizione da parte della Svizzera della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, ha costituito, oltre a un approfondimento per favorire la partecipazione e l’autodeterminazione dei giovani, una preziosa occasione per gli addetti ai lavori di rafforzare le sinergie, sentendosi parte di un progetto comune con obiettivi a lungo termine. Lo dimostra d’altronde anche l’impostazione medesima del convegno. Promosso dall’Ufficio di cui è responsabile Marco Galli e dalla SUPSI, esso è stato infatti organizzato dalla Piattaforma delle politiche giovanili che riunisce appunto i numerosi enti e le persone attivi nel settore.

Si è così dato vita al primo evento del «Progetto di adeguamento e rafforzamento delle politiche giovanili a fronte dei bisogni emergenti delle nuove generazioni», un programma cantonale triennale (2017-2019) sostenuto dalla Confederazione e che prevede altri due incontri annuali affiancati da iniziative più mirate. Spiega Marco Galli: «In questo primo convegno si è voluto approfondire i grandi temi delle politiche giovanili: i diritti, la partecipazione, l’autodeterminazione, la protezione. Abbiamo invitato relatori provenienti dal resto della Svizzera, dall’Italia e dal Belgio, per confrontarci con quanto avviene negli altri Cantoni e al di fuori dei confini nazionali, legandoci anche alla ricorrenza della sottoscrizione della Convenzione ONU».  

Le politiche giovanili oggi esplorano progetti innovativi e nuove forme di animazione 

e di accompagnamento 

Quale la posizione del nostro Cantone rispetto al resto del Paese in materia di politiche giovanili? «Il Ticino è fra i Cantoni più attivi e propositivi come lo era d’altronde già vent’anni fa, quando fu fra i primi a varare la cosiddetta Legge giovani. Ora bisogna sviluppare e promuovere ulteriormente gli strumenti offerti da questa Legge, adeguandoli ai tempi e coordinando le proposte. Al convegno si è parlato anche di nuove tecnologie, la cui influenza sui giovani, sui loro bisogni e sulle loro aspettative, è senza precedenti». 

Tre gli obiettivi principali evidenziati dai lavori dello scorso novembre. Così li illustra il nostro interlocutore: «In primo luogo dobbiamo riuscire a coinvolgere maggiormente i Comuni, affinché riportino le politiche giovanili al centro della loro agenda. Devono capire che queste attività rappresentano un investimento per il futuro e che le possibilità sono molteplici, anche nell’ambito di progetti intercomunali. Bastano piccole azioni, come ad esempio l’introduzione di figure di riferimento. Il nostro Ufficio è a disposizione per informazioni e consulenze ed invitiamo pertanto i Comuni a contattarci. Da parte nostra organizzeremo all’inizio dell’anno prossimo un incontro informativo mirato». 

«Anche verso i giovani – prosegue Galli – dobbiamo intensificare l’informazione nel senso di una maggiore conoscenza della Legge. Essi devono sapere che possono essere sostenuti nella promozione di attività culturali legate ai loro interessi, dalla realizzazione di film, video e CD all’organizzazione di piccoli festival. Il portale Infogiovani (www.ti.ch/infogiovani) offre numerose informazioni, fra le quali le due Carte delle politiche giovanili in Ticino, la prima più teorica e la più recente ricca di esempi su come tramutare idee e sogni individuali o collettivi in azioni concrete. I due opuscoli sono molto utili anche per le autorità comunali, perché definiscono cosa sono strumenti come lo sportello, il delegato, il centro giovanile». 

Terzo punto importante: le nuove forme di animazione e accompagnamento. «Esistono progetti innovativi di lavoro con i giovani che meritano di essere sviluppati. Penso ad esempio alla peer education, che consiste nel coinvolgere in un ruolo educativo dei pari con particolari competenze, o ancora all’“animazione di prossimità”, basata sul lavoro di operatori nei luoghi di vita dei giovani, lavoro svolto con i singoli o con piccoli gruppi. Un altro progetto interessante è il mentoring che vede affiancati giovani adulti con risorse personali e motivazione a giovani fra i 15 e i 22-25 anni) bisognosi di supporto».

Il rilancio delle politiche giovanili passa quindi da una maggior sensibilizzazione dei diretti interessati e delle autorità affinché si instauri quel contatto indispensabile per permettere alla comunità di crescere in modo partecipativo, intergenerazionale e solidale. Lo sguardo del giovane spesso coglie aspetti che all’adulto tendono a sfuggire, arricchendo la discussione. La partecipazione delle giovani generazioni alla vita sociale e comunale è inoltre una forma di educazione alla cittadinanza sul campo. Persone disponibili all’ascolto, adeguati spazi di aggregazione e attività stimolanti permettono ai giovani di affermarsi quali attori nel mondo nel quale vivono. 

Informazioni
www.ti.ch/infogiovani