Di un giallo che più giallo non è possibile: l’inconfondibile Taraxacum officinale appartiene alla famiglia botanica delle Asteraceae o Composite, insieme a splendide margherite colorate, alla malva e alla camomilla. Ha molti altri nomi come radicchio di campo, insalata delle bisce, insalata matta, pisciainletto, (per le sue proprietà diuretiche), mentre basandosi sulla forma frastagliata delle sue foglie, si racconta che un chirurgo del 1500 lo abbia chiamato dente di leone.
Originaria delle regioni asiatiche, è la pianta medicinale più democratica che si conosca. Inizia a fiorire a febbraio-marzo e da allora la troveremo ovunque, in larghe distese nei prati di campagna, in città non appena trova un piccolo spazio di terreno. Ha una straordinaria capacità di riprodursi, e in questa primavera 2019 sembra essere divenuta ancora più infestante.
I fiori ermafroditi, riuniti nel capolino, si trasformano nel soffione piumoso prodotto dall’evoluzione creatrice della natura per diffondere i semi; impossibile non conoscere il «soffione», un’opera d’arte naturale e magica amata dai bambini di tutto il mondo, una sfera impalpabile che disperde i suoi semi a ogni soffio di vento.Comune e umile ma altrettanto prezioso, del Tarassaco in fitoterapia si utilizzano radici e foglie, le foglie sono ricche di potassio e vitamine, in particolare la C. Le radici hanno un rizoma verticale cilindrico e si possono raccogliere dal terreno a partire da maggio. Si ripuliscono, si spaccano per il lungo, si essiccano al sole e si conservano in scatole di cartoni o sacchetti.
Per l’elevato contenuto di sostanze amare hanno una forte proprietà di stimolazione della secrezione biliare, e un benefico effetto decongestionante sul fegato: stimolano quindi il metabolismo degli organi emuntori. Da tempo sono conosciute le loro proprietà depurative, aperitive, lassative e diuretiche, qualche testo le prescrive contro il catarro bronchiale e le emorroidi.
Come per quasi tutte le piante medicinali un’unica erba ha indicazioni multiple, (ad esempio la gramigna cura il fegato ma anche i reumatismi, il timo cura digestione e problemi respiratori, menta e salvia digestione e memoria ) e questo si spiega perché la preparazione di una sola pianta medicinale possiede ciò che viene definito «fitocomplesso» ovvero un insieme di decine, centinaia, migliaia di molecole che, almeno per una parte di loro sono attive, ed è per questo che molecole molto spesso chimicamente diverse possono agire su organi e patologie differenti.
Ogni pianta è un organismo unitario nel quale ogni costituente ha una sua ragione d’essere, a differenza di quanto si verifica nel farmaco dove si isola un solo costituente «attivo» e lo si separa dagli altri che lo accompagnano. Il farmaco resta così privato di tutte le altre proprietà potenzialmente racchiuse nella pianta pura.
Nella medicina popolare, contro la tosse si somministrava latte di mucca in cui era stata cotta la pianta di tarassaco con miele e zucchero; il lattice che fuoriesce dai gambi recisi era spalmato sulle verruche che guarivano rapidamente; le foglie si mangiavano cotte come verdure, crude in insalata, aggiunte alle minestre. Le radici, raccolte in autunno, erano cotte nella cenere e mangiate, inoltre diventavano un sostituto del caffè, tostandole.
Una raccomandazione fondamentale però va fatta: se raccogliete il tarassaco fuggite lontanissimi dalle strade trafficate o dai tralicci di alta tensione.
Scriveva lo scienziato Mattioli nel 1500, fra i primi studiosi di fitoterapia: «Tutta questa pianta cotta e mangiata conforta lo stomaco, e cruda ristagna il corpo, però si loda per la dissenteria non poco, e massimamente cotta con le lenticchie», inoltre, proseguiva, «il succhio bevuto giova à i flussi dello sperma. Cotta nell’aceto mitiga i dolori dell’orina e la decottione di tutta la pianta si dà utilmente nel trabocco di fiele».Secondo le credenze magiche dei secoli passati, il tarassaco in fiore protegge e purifica, ma soprattutto attira denaro. Lo stesso Mattioli che pure era uomo di scienza riferiva che «il suo succhio incorporato in olio e unto su tutto il corpo fa impetrare favori presso i grandi magnati e conseguir da loro ciò che si desidera» (volendo si potrebbe provare anche oggi).
L’infuso di radici e il decotto sono depurativi e diuretici, il succo fresco delle foglie giova nelle malattie della pelle e ingorghi di fegato, la tintura madre ha moltissime indicazioni. I bellissimi fiori del tarassaco possono colorare le insalate, mentre i boccioli possono essere conservati sott’aceto come i capperi.
Bigliografia
Gabriele Peroni, Trattato di Fitoterapia Driope, Nuova Ipsa editrice.