Super genitori con una squadra di figli

Incontri – L’esperienza di due famiglie numerose del Luganese tra gioie e preoccupazioni economiche
/ 09.03.2020
di Romina Borla

Già con due figli piccoli le mattine sono complicate. Di solito ci si sveglia all’alba con manine in faccia e vocine nelle orecchie che chiedono impazienti latte e biscotti. Poi comincia la corsa per vestire l’intera ciurma almeno decentemente mentre scoppiano litigi tra fratelli e regna una ritrosia generalizzata. Passano i minuti, volano calzette e pannolini ovunque. Si inciampa di continuo in giocattoli non identificati. Alle 8.30 l’appartamento ha l’aspetto di una discarica ma si è pronti per partire, la fronte del genitore madida di sudore. Immaginatevi la stessa scena in casa di una coppia con una decina di figli al seguito… Ne esistono ancora in Ticino ma sono casi eccezionali. Il nostro, dice l’Ufficio federale di statistica, è il cantone svizzero con il tasso di natalità più bassa, con 7,2 nascite ogni mille abitanti (il tasso più elevato si registra a Friburgo, 11,2‰, mentre quello nazionale arriva al 10,3‰). Il numero medio di figli per donna in età fertile rimane stabile da qualche anno a 1,5. Ma oggi vogliamo presentarvi due famiglie in controtendenza.

Francesco e Gloria Fraioli, 40enni del Luganese, hanno 9 figli di età variabile tra 1 e 14 anni. «Una famiglia così numerosa non ce la saremmo mai aspettata», spiega lui. «Da giovani pensavamo al lavoro, al divertimento e, perché no, anche al relax. Poi ci siamo sposati e le cose sono cambiate. La vita e le esperienze ci hanno sorpreso, regalandoci tanti bambini». Li hanno sempre accolti con gioia, considerandoli dei doni. Nonostante la fatica. «Ogni giorno è un bel trambusto e le cose da organizzare sono parecchie», racconta il nostro interlocutore. «Ad esempio bisogna portare qualcuno all’asilo nido, altre alla scuola dell’infanzia, altri ancora alle elementari e alle medie. Poi andarli a riprendere ad orari differenti. C’è sempre chi chiede qualcosa. Un bel da fare fino a sera! Solo durante i fine settimana possiamo permetterci di prendercela con più calma». Per fortuna, sottolinea Francesco, i bambini tra di loro si aiutano molto. Crescono insieme. Inoltre nonni, zii e cugini abitano nelle vicinanze e possono dare una mano. «Non sono un super marito e papà ma contribuisco anch’io alle faccende domestiche e cambio pannolini ogni giorno. Complicità e collaborazione sono necessarie in ogni famiglia, ancora di più in quelle numerose». I momenti di stanchezza, come si può immaginare, non mancano: «Mi capita di arrivare a casa stravolto dalla giornata di lavoro ma sono felice di giocare coi miei figli che sono una fonte inesauribile di emozioni e di gioia». Talvolta anche di preoccupazione? Pensiamo al lato economico... «Viviamo in un Paese che per fortuna, in un modo o nell’altro, aiuta le famiglie numerose», osserva. «Ad esempio coi sussidi cantonali, vedi quelli per la cassa malati. Certo, questi ultimi non risolvono tutti i problemi. È necessario adattarsi. Sappiamo che non possiamo permetterci il mondo ma, grazie a Dio, nella quotidianità le cose importanti non ci sono mai mancate».

Nemmeno i figli di Cristina, 50enne del Luganese, che sono 10 e hanno dai 5 ai 27 anni, si sono mai lamentati della loro vita. «Certo, non si va spesso in vacanza e si accettano volentieri vestiti e giocattoli di seconda mano. Ma va benissimo così. Il problema diventa più importante quando i bambini crescono. Se – come è successo a noi – più figli desiderano continuare gli studi, magari oltre Gottardo, non è scontato riuscire a far quadrare i bilanci. Ma con un po’ di aiuto ce la si può fare. Noi cerchiamo di vivere giorno per giorno, con l’aiuto della Provvidenza, affrontando i problemi uno alla volta e pensando a tutto quel che di positivo abbiamo costruito finora. In questo ci ha aiutato molto il nostro bambino speciale». La signora si riferisce al nono figlio, Nicolas, 10 anni e la sindrome di Down. «È proprio un bimbo felice e birichino. Gli manca giusto la parola ma è davvero recettivo. Ha aiutato noi e i suoi fratelli a cambiare prospettiva». A sentire Cristina la vita sembra una passeggiata ma – le chiediamo – non ci sono mai stati dubbi, ripensamenti, momenti di scoraggiamento? «Sì!», risponde subito. «Più di una volta mi sono domandata chi me l’aveva fatto fare (ride, ndr.). Da giovane soprattutto. Sono diventata mamma presto, prima delle mie amiche. Ho abbandonato feste e divertimento per buttarmi nell’avventura della maternità. Ho anche lasciato un lavoro che mi piaceva. Di rinunce insomma ce ne sono state. Pensi che il mio primo viaggio con mio marito l’ho fatto quando la mia settima figlia compiva 9 mesi…». Ma nonostante tutto la nostra interlocutrice si dice felice. «È meraviglioso crescere un sacco di esserini che diventano uomini e donne con caratteristiche e personalità differenti».

Caratteri che spesso si confrontano e litigano anche animatamente. «Così facendo però imparano a relazionarsi agli altri, al mondo. Per un figlio unico è più difficile. Noi genitori dobbiamo dare spazio, fidarci di loro e della loro forza». «Certo – riprende Francesco – è giusto che i bambini facciano le loro esperienze. Ma la nostra presenza e l’educazione sono fondamentali. Noi siamo un punto di riferimento, qualcuno su cui contare, in un mondo sempre più tecnologico che nasconde anche insidie. Ed esserci per tutti i nostri figli ci fa sentire vivi». «Spesso ci prendono in giro», afferma dal canto suo Cristina. «Ma non avete un televisore a casa? Sapete dell’esistenza di pillole e preservativi? Li hai fatti tutti con lo stesso uomo? Sono tante le domande assurde che ci sentiamo rivolgere. Noi però sorridiamo e andiamo avanti, sicuri che non cambieremmo la nostra con nessuna altra situazione al mondo».