Una cooperativa d’abitazione realizzata aiuterebbe a migliorare la conoscenza di questa forma abitativa in Ticino. Le iniziative non mancano, ma si scontrano con le difficoltà che spesso incontrano i progetti innovativi. Anche l’ente pubblico potrebbe favorire il decollo di una cooperativa che poi, come dimostrano le esperienze nel resto del Paese – da Zurigo a Berna, dal Canton Vaud a quello di Ginevra – si gestisce molto bene da sola. Scegliere di vivere quale socio di una cooperativa d’abitazione significa essere a metà strada fra proprietario e inquilino e non ha nulla a che vedere con una comune. CASSI (Cooperative d’Abitazione Svizzera sezione Svizzera Italiana) promuove questo concetto che offre vantaggi sociali ed economici non solo per i soci. A beneficiarne sono pure la comunità e l’ambiente. Sfide quali l’invecchiamento della popolazione, lo sfruttamento razionale del territorio, lo spopolamento delle valli possono essere affrontate anche grazie alle cooperative d’abitazione, forti in Svizzera di una tradizione centenaria.
Proprio quest’anno l’associazione mantello Wohnbaugenossenschaften Schweiz (wbg) festeggia la ricorrenza con il motto: 100 anni per abitazioni eque. Sono previste manifestazioni durante l’intero arco del 2019 in varie parti della Svizzera con un evento in Ticino il prossimo autunno. Al momento Monique Bosco-von Allmen, presidente di CASSI, non può ancora fornire dettagli sebbene vi sia l’auspicio di poter sottolineare il giubileo unitamente ai 60 anni della Residenza Emmy. Quest’ultima, fondata da un gruppo di donne luganesi, ha svolto un ruolo precursore in Ticino. Gestita ancora oggi da un consiglio di amministrazione tutto al femminile, promuove alloggi a pigione moderata per persone anziane. L’edificio, situato nel quartiere di Loreto, è stato costruito nel 1972 su un terreno dato in diritto di superficie dalla Città.
Ed è proprio su questo tema, il diritto di superficie, che CASSI, rivitalizzata due anni fa per iniziativa della sua presidente e del membro di comitato Rolf Würth, intende organizzare prossimamente un evento pubblico. Spiega Monique Bosco-von Allmen: «Conoscere il funzionamento del diritto di superficie può aiutare a sbloccare sia gli enti in grado di mettere a disposizione una proprietà, sia una cooperativa di soci. L’acquisto del terreno sul quale edificare o di un edificio esistente da ristrutturare è infatti di solito il principale ostacolo dei soci in ragione dei suoi costi».
La presidente di CASSI cita gli esempi di Zurigo e Ginevra dove l’ente pubblico è risultato determinante per la nascita delle cooperative d’abitazione. Al riguardo precisa: «Nella Città di Zurigo gli appartamenti delle cooperative sono più o meno 40mila e circa il 13% di esse ha costruito su terreni messi a disposizione dal Comune». Se a Zurigo le cooperative hanno una lunga tradizione, a Ginevra si investe in questo tipo di abitazione da pochi anni. Il Cantone desidera rinforzare il loro ruolo nella politica dell’alloggio attraverso un piano d’azione che comprende appunto l’attribuzione di terreni (disponibili o acquistati ad hoc) e la garanzia dei prestiti ipotecari. Una figura specifica è stata inserita nell’amministrazione per occuparsi di questo settore d’intervento.
Il finanziamento rappresenta pure una questione importante già approfondita da CASSI in occasione di un paio di conferenze pubbliche. Assieme allo statuto della cooperativa e alle condizioni di un eventuale diritto di superficie deve essere messo a punto con cura, meglio se con la consulenza di persone competenti. La cooperativa d’abitazione è un sistema flessibile e democratico che funziona al meglio se ben regolato. Essa si compone di un minimo di 7 soci (ognuno dispone di un voto) riuniti per coprire il loro fabbisogno abitativo secondo il principio della corresponsabilità e del reciproco aiuto a condizioni finanziarie accettabili. In pratica il socio è al tempo stesso comproprietario dei beni nel loro insieme e inquilino dell’appartamento che occupa.
Divulgare, informare, offrire consulenza agli interessati come pure a istituzioni ed enti pubblici sono gli obiettivi a breve termine di CASSI, che comprende anche i committenti di immobili di utilità pubblica. Essa si propone quale punto di riferimento e promotrice di una cultura dell’abitare tesa a superare la dicotomia proprietari o inquilini. A chi sostiene che questa forma di alloggio collettivo non rientra nella cultura della nostra regione, la presidente risponde citando la condivisione di stalle, forni e attrezzi da lavoro che caratterizzava le generazioni passate nella realtà rurale del Cantone. Dall’Italia inoltre giungono notizie di un nuovo interesse per le cooperative d’abitazione, in particolare per il modello svizzero. Da rilevare, infine, la rete e la solidarietà esistente fra le cooperative sul piano nazionale. È infatti possibile beneficiare di sostegni finanziari elargiti dalla Confederazione tramite le due organizzazioni mantello, così come è reale la disponibilità di alcune cooperative confederate a partecipare a iniziative ticinesi in qualità di soci per aiutare ad avviare i primi progetti.
Fra questi ricordiamo innanzitutto quello di VivInsema, la cooperativa che da diversi anni cerca di realizzare un complesso abitativo a Tegna. Rallentata da procedure di ricorso che lo scorso luglio si sono concluse a suo favore, ora deve colmare il vuoto lasciato da alcuni soci i quali, visti i tempi lunghi, hanno optato per altre soluzioni. Spiega Sebastiano Pollock: «Al momento riusciamo ad occupare i due terzi dei 17 appartamenti previsti, per cui cerchiamo ancora 3 o 4 soci per ottimizzare l’operazione dal punto di vista finanziario. Abbiamo fissato un periodo di sei mesi per raggiungere questo obiettivo durante i quali organizzeremo alcune attività per promuovere la nostra cooperativa». Secondo Pollock VivInsema, situata fra città e campagna, risponde ad un certo tipo di bisogno, ma in Ticino vi sono opportunità per realizzare cooperative d’abitazione sia cittadine sia nelle valli.
Chi non si è posto limitazioni da questo punto di vista è il gruppo Cam’On! del Mendrisiotto, che ha organizzato una serata pubblica sostenuta da CASSI lo scorso gennaio. Francesco Giudici precisa che la dozzina di potenziali soci non si è ancora costituita formalmente in cooperativa. A seguito della serata sono stati organizzati tre gruppi di lavoro. «Il primo si occuperà di preparare lo statuto – spiega Giudici – mentre al secondo spetta il compito di cercare opportunità abitative, siano esse terreni o edifici esistenti. Il terzo gruppo si impegnerà nel presentarsi a enti e associazioni con interessi affini a quelli di una cooperativa d’abitazione».
Per chi invece desidera promuovere il vivere ecologico (senza l’uso dell’auto) in città, nella fattispecie Lugano, il problema maggiore è rappresentato dallo spazio da destinare al progetto della cooperativa. «Plausibilmente sfumata l’occasione di ottenere in diritto di superficie il terreno comunale in zona Lambertenghi – riferisce il presidente de Il Domani e segretario di CASSI Leandro Pozzi – stiamo valutando altre possibilità per soddisfare le esigenze di una dozzina di soci».
Benché il termine cooperativa d’abitazione inizi ad essere più diffuso, in Ticino il percorso di chi crede nei benefici e nei valori di questo modo di vivere e cerca di realizzarlo è ancora in salita. Come testimoniano i portavoce di alcuni progetti in divenire e come conferma la presidente di CASSI mancano alcune agevolazioni che potrebbero fare la differenza. È pure indispensabile continuare a diffondere informazioni precise sulle caratteristiche delle cooperative d’abitazione e sul loro funzionamento.