«Riconoscere e trattare i dolori all’anca» è il titolo del tema scelto quest’anno dalla Lega svizzera contro il reumatismo nell’ambito della Settimana di giornate pubbliche della salute che si terranno in tutta la Svizzera tra l’11 e il 15 settembre.
Il tema è ripreso dall’omonima Lega ticinese che lo svilupperà venerdì 15 settembre all’Espo Centro di Bellinzona. «La partecipazione alla giornata è gratuita e aperta a tutti» spiega la consulente per la comunicazione della Lega ticinese contro il reumatismo, Lorenza Hofmann, che anticipa la presenza di relatori esperti nel loro campo, a disposizione per dare informazioni sulle diverse possibilità di trattamento della coxalgia.
«Si apprenderà come si sviluppa il dolore e cosa si può fare per contrastarlo: alcuni specialisti in reumatologia parleranno dei metodi di trattamento conservativi in presenza di dolore, mentre esperti di chirurgia informeranno sugli interventi all’anca, nonché sui rischi e sulle possibilità di un intervento di sostituzione dell’articolazione in questione» riassume Hofmann senza tralasciare di sottolineare lo spazio dedicato al movimento: «I nostri fisioterapisti vi faranno muovere e vi mostreranno in modo pratico come rafforzare e mantenere mobili le vostre anche».
La grande valenza del tema scelto quest’anno dalla Lega svizzera ci è confermata dal presidente dell’omonimo sodalizio ticinese, il reumatologo dottor Nicola Keller, che ne sottolinea la grande importanza: «Si pensi che l’anca è l’articolazione in assoluto più operata (ndr: statisticamente è la più sottoposta a protesi, davanti al ginocchio) e le sue problematiche si presentano in modo assai frequente: pensiamo anche solo all’invecchiamento della popolazione e alle artrosi che accompagnano la terza età».
Lo specialista traccia il profilo del paziente con dolori all’anca che si rivolge al medico: «È generalmente anziano (dai 60-65 anni in su), fatica sempre di più a camminare, magari non si veste in modo autonomo a causa dei dolori che limitano i suoi movimenti, ad esempio nel flettersi a mettersi le calze», e descrive il dolore tipico che la persona prova come «un male che dalla regione inguinale irradia nella coscia, anteriormente, fino al ginocchio».
Per semplificare, possiamo dire che l’anca articola la gamba al bacino: «È un’articolazione sferoidale semplice composta da due elementi ossei, acetabolo (dalla forma concava) e testa del femore che con la sua forma sferica si articola all’acetabolo, interfacciati da un rivestimento cartilagineo. Tutta l’articolazione è avvolta da una resistente capsula articolare e un robusto rivestimento muscolare». Infine: «Davanti e dietro l’articolazione dell’anca passano importanti nervi, mentre i vasi sanguigni che irrorano le gambe attraversano il lato anteriore articolare».
La realtà dei dolori all’anca è di fatto più complessa di quanto si possa pensare e queste patologie sono diverse e possono manifestarsi in modo molto variato, come ci spiega il reumatologo che le suddivide in tre grandi gruppi, secondo la loro origine o causa: «Abbiamo la Coxalgia articolare che include la coxartrosi, l’artrite (infiammazione) dell’articolazione dell’anca, la necrosi della testa del femore, e così via. Poi parliamo di Coxalgia periarticolare (molto più frequente della prima) quando il dolore origina nelle parti molli (fasce, muscoli, tendini, legamenti, borse sinoviali) che per l’appunto si trovano attorno (peri) all’articolazione (articolare). Questa patologia interessa spesso il lato esterno dell’anca e ne causa una limitazione della mobilità. Infine, possiamo citare la Coxalgia radiante che si presenta quando i dolori all’anca non derivano né dall’articolazione stessa, né dalle parti molli circostanti, ma la loro causa è localizzata nella colonna lombare, nell’articolazione sacroiliaca o nel ginocchio, irradiandosi poi all’anca».
Dal quadro che il nostro interlocutore ci ha presentato, possiamo dunque desumere che la diagnosi è fondamentale per intraprendere le cure adeguate al caso singolo: «La diagnosi sarà posta sulla base di una visita clinica (ascolto del paziente e dei suoi disturbi, esame clinico che permetta di valutare la mobilità dell’anca e i dolori) e della radiologia convenzionale che, se non sufficiente a comprendere la natura del problema, sarà completata da indagini supplementari più approfondite come la risonanza magnetica (ad esempio se i dolori sono dovuti a un’osteonecrosi della testa femorale, sarà solo la risonanza magnetica che in fase precoce ci consentirà di porre la diagnosi corretta)». Ciò significa che la visita del reumatologo permette di inquadrare bene la situazione patologica e scegliere di conseguenza la via terapeutica più adeguata: «È chiaro che la terapia conservativa sarà prediletta laddove sarà possibile agire in tal modo, ma possiamo tranquillamente dire che oggi l’intervento di protesi all’anca, se necessario, è un intervento che dà ottima prognosi sia con l’eliminazione del dolore che con la capacità di una buona ripresa della funzionalità dell’anca, con il paziente che potrà riprendere tutte le sue attività come camminare, sciare con cognizione, un’attività sportiva moderata, riacquisendo una buona qualità di vita in tempi rapidi dell’ordine di qualche settimana».
Ça va sans dire, il dottor Keller evidenzia l’importanza del movimento come «cura preventiva»: «La cartilagine dell’articolazione non è vascolarizzata e un movimento adeguato e costante, con una sollecitazione sempre adeguata, permette di mantenerla il più possibile sana. Ciò vale per tutte le forme di artrosi, senza dimenticare che un sano movimento mantiene una buona tonicità muscolare e garantisce perciò una corretta funzionalità articolare».
Alla giornata ticinese del 15 settembre dedicata ai dolori all’anca e a come farvi fronte, saranno affrontati anche i temi del movimento adeguato, con la presenza di fisioterapisti che permetteranno di metterli in pratica. Infine, sarà presentato in anteprima l’opuscolo «L’anca muove» (per comprenderlo non è necessaria una formazione medica) che spiega in forma concisa e comprensibile come originano i dolori all’anca, i provvedimenti da intraprendere e le modalità di trattamento da parte di medici, chirurghi e terapisti.