Museo di Storia Naturale di Milano,
corso Venezia 55, M1 Palestro. 

Orari: ma-do 09.00-17.30 
(ultimo ingresso ore 16.45). 
Lu chiuso.

(Cliccando sulla copertina
si raggiunge il sito dell'Associazione
didattica museale di Milano)

Quando la terra trema

Esposizioni Al Museo di Storia naturale di Milano una mostra sull’origine, le storie e i segreti dei terremoti
/ 30.01.2017
di Amanda Ronzoni, testo e foto

Il Museo di Storia Naturale di Milano (fino al 30 aprile 2017) ospita l’esposizione Terremoti. Origini, storie e segreti dei movimenti della terra, una mostra quanto mai attuale viste le recenti devastanti scosse che stanno martoriando l’Italia centrale.

La nuova sequenza del 18 gennaio si inserisce all’interno di una miriade di eventi di minore intensità, di cui, però, oltre un centinaio con magnitudo maggiore di 2.0, sparsi tra le province dell’Aquila e Rieti.

La Rete Sismica Nazionale dell’INGV ha localizzato queste scosse in un’area lunga circa 10-15 km, lungo l’Appennino, e larga circa 5-6 km, zona a pericolosità sismica molto alta, compresa tra l’area interessata dal terremoto del 2009 e la parte meridionale della sequenza iniziata il 24 agosto scorso in Italia centrale. 

Il sisma del 18 gennaio ha coinvolto il sistema di faglie dei Monti della Lega, attivatosi il 24 agosto scorso. L’evento analogo più prossimo alla zona oggi interessata fu registrato il 2 febbraio 1703: con magnitudo Mw 6.7 colpì, però, le faglie più occidentali. L’analisi dei dati storici e il monitoraggio della regione hanno portato ricercatori e autorità ad affermare che «non si può escludere il verificarsi di terremoti di magnitudo comparabile o superiore a quelli del 18 gennaio» (comunicato stampa INGV del 18 gennaio 2017).

Siamo dunque di fronte a un fenomeno che ci lascia impotenti, aggravato da condizioni climatiche estremamente difficili. La dura realtà è che nonostante i grandi passi avanti fatti dalla tecnologia, non siamo ancora in grado di prevedere con esattezza dove e quando il sisma colpirà di nuovo. Se molto è stato fatto per rodare i meccanismi di risposta a questi eventi, rendendo gli interventi di protezione civile, Vigili del Fuoco, corpi di pronto intervento e volontari sempre più tempestivi ed efficaci, moltissimo resta ancora da fare per la messa in sicurezza degli edifici e la divulgazione di piani formativi e informativi utili alla popolazione. 

Ogni anno, in Italia, si registrano dai 1700 ai 2500 terremoti di magnitudo pari o superiore a 2,5 gradi della scala Richter, molti dei quali neanche percepiti dall’uomo, ma solo rilevati dai sismografi. Eppure ad ogni scossa, ad ogni tragedia, si resta attoniti, quasi non fosse mai capitato prima. 

Uno degli obiettivi principali della mostra in corso a Milano è dunque quello di fornire informazioni scientifiche chiare sul fenomeno e, di conseguenza, suggerire anche modelli di comportamento che possano metterci al sicuro, aiutandoci a limitare i danni. L’intenzione del curatore, Marco C. Stoppato è spiegare in concreto cosa può fare singolarmente un cittadino informato, nel suo piccolo, in casa sua. Perché un individuo correttamente informato, oltre a reagire in maniera corretta per sé stesso, è anche in grado di aiutare altre persone. 

Si parla naturalmente della strategia Drop-Cover-HoldOn, ovvero delle tre fasi di reazione da attuare durante un terremoto: buttarsi a terra, mettersi al riparo sotto un tavolo, tenersi al tavolo medesimo. Esiste persino una giornata mondiale dedicata a questa prassi: la Great ShakeOut Earthquake Drills, che quest’anno si è tenuta il 20 ottobre con lo scopo di divulgare la pratica (www.shakeout.org). Già in questa sezione della mostra scopriamo che sono stati ideati e prodotti banchi da scuola in grado di reggere 1000 kg in caduta. E che questi tavoli, opportunamente allineati, si trasformano anche in tunnel di fuga. 

Ampio spazio è dato alle nuove tecnologie, a sistemi di progettazione e costruzione adeguati, a piccoli e grandi accorgimenti che se attuati sono in grado di fare la differenza.

Si parte dalle boe anti tsunami, progettate, costruite e distribuite in tutto il mondo dall’italiana Resinex. Ancorate anche a 3000 metri di profondità, rilevano lo spostamento d’acqua causato da un sisma e allertano le autorità. Più sono lontane dalla costa, prima lanciano l’allarme. 

Si passa quindi ai sistemi di alta ingegneria, con palazzi ed edifici dotati di dissipatori e isolatori elastomerici. O ancora case in legno antisismiche, come quelle prodotte dalla Wolf Haus di Vipiteno, testate presso l’EUCENTRE (European Centre for Training and Research in Earthquake Engineering) di Pavia per resistere a una magnitudo anche superiore a quella del peggior terremoto registrato, ovvero quello di Valdivia, in Cile, nel 1960, 9,5 gradi della scala Richter. Impressionante il video che dimostra la tenuta durante il test.

Sono, questi, interventi decisamente importanti, in termini di costi e di impatto sugli edifici. Scopriamo, però, che esistono anche una serie di accorgimenti, meno invasivi, che in caso di scosse sismiche evitano la caduta di oggetti dalle librerie, o l’esplosione dei vetri delle finestre, o, ancora, la caduta di calcinacci dal soffitto. È il caso di piccoli oggetti che è possibile acquistare su internet a pochi euro, per assicurare apparecchiature elettroniche, scaffali, mobili. In mostra ci sono poi delle carte da parati in fibra di vetro, anche decorate, come la MapeWrap EQ System + EQ Dekor, prodotta da Mapei insieme a Inkiostro Bianco, che applicate con apposita resina creano un guscio protettivo che previene la caduta di detriti dal soffitto. Speciali pellicole anti sfondamento, come quelle ideate da TopFilm, sono invece utili per evitare che i vetri delle finestre vadano in mille pezzi ferendo le persone presenti nelle vicinanze. 

Sapere perché e dove la terra trema è utile, ma operare in concreto per limitare, dove possibile, i danni lo è ancor di più.

La mostra è promossa e organizzata dal Comune di Milano – Settore Cultura e dal Museo di Storia Naturale di Milano, in collaborazione con l’Associazione di divulgazione scientifica Vulcano Esplorazioni e Silvana Editoriale.