Per una società inclusiva

La Federazione ticinese integrazione andicap cambia nome e immagine, l’obiettivo rimane la piena partecipazione delle persone con disabilità alla vita comunitaria
/ 28.11.2016
di Stefania Hubmann

La persona prima dell’andicap, la diversità quale fonte di ricchezza per la società. È questo, in sintesi, il significato del concetto di inclusione promosso da chi opera a favore delle persone con disabilità. Sancito dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, conclusa nel 2006 e ratificata dalla Svizzera due anni fa, il principio va a sostituire il termine di integrazione. La differenza può sembrare sottile, ma è sostanziale. Ne abbiamo discusso con la Federazione ticinese integrazione andicap (Ftia), che ha deciso di marcare questa evoluzione culturale modificando a partire dal 2017 il proprio nome in Inclusione andicap Ticino. 

Esclusione, separazione, integrazione, inclusione sono le tappe di un percorso che ha visto le persone con disabilità, le rispettive famiglie e gli enti pubblici e privati che difendono i loro diritti impegnarsi per decenni al fine di migliorare la loro partecipazione a tutti gli ambiti della vita: sociale, professionale, sportivo e culturale. Molti progressi sono stati compiuti affinché ogni individuo sia in grado di condurre una vita autonoma senza barriere sociali, ma il passo ulteriore, che sposta l’attenzione dalla disabilità al potenziale e alle attitudini, resta per l’insieme della società un obiettivo da raggiungere. Se l’integrazione propone soluzioni mirate a breve termine nell’intento di risolvere problemi, l’inclusione affronta la diversità come una componente naturale della società, proponendo alternative a beneficio di tutta la popolazione. Un esempio semplice ma significativo è rappresentato dalle pedane di accesso ai mezzi pubblici, che facilitano anche altre fasce di utenti, dalle famiglie agli anziani.

In quasi 45 anni di attività sul territorio Inclusione andicap Ticino ha vissuto direttamente tutte queste tappe, impegnandosi in particolare nel campo delle barriere architettoniche, della consulenza giuridica, dello sport e del lavoro abbinato alla formazione. Il tutto a favore di circa 50mila persone. Questo è infatti il numero di individui con andicap stimato nel nostro cantone per un totale di 1,6 milioni in Svizzera. «Una stima al ribasso – precisa Marzio Proietti, direttore di Inclusione andicap Ticino – poiché si calcola il 15% della popolazione sulla base di un riconoscimento soggettivo, ciò lascia presumere l’esistenza di ulteriori casi». 

Per Marzio Proietti è pure importante chiarire che la visione di una società inclusiva non comporta un completo abbandono del concetto di integrazione. «Le risposte più adeguate ai bisogni delle persone con disabilità possono essere molto differenziate. Esse dipendono essenzialmente da due fattori: il “grado” di disabilità e la personalità del singolo. Un inserimento in un laboratorio protetto o in un foyer possono pertanto essere soluzioni ideali per persone troppo fragili per essere inserite nel mercato del lavoro o vivere a domicilio». 

Quale la reazione delle aziende alle richieste di inclusione? Il caso della biglietteria di Giubiasco, progetto promosso nel 2001 dalla Ftia e da allora ottimo esempio di questa visione sancita dalla Convenzione ONU, come va interpretato? Risponde Sara Martinetti, responsabile della comunicazione dell’associazione: «La biglietteria nella sua forma attuale purtroppo non potrà essere mantenuta. Al momento sono però in corso trattative per trovare una soluzione che permetta di salvaguardare i cinque posti di formazione che a Giubiasco gestiamo in collaborazione con più partner. La biglietteria costituisce una palestra di formazione ideale, perché assicura un contatto diretto ed equilibrato con il pubblico attraverso il quale sviluppare le competenze sociali. Al di là di questo esempio, notiamo un crescente interesse da parte delle aziende, anche se è necessario intensificare l’informazione e la formazione».

Non sempre, infatti, i datori di lavoro sono in grado di gestire e seguire dipendenti con disabilità. I nostri interlocutori sottolineano al riguardo anche l’evoluzione delle tipologie di andicap e in particolare l’aumento dei casi di disagio psichico, meno visibile a prima vista ma più complesso da affrontare. Grazie all’impulso della Convenzione ONU, nuove iniziative stanno prendendo forma sia a livello di sensibilizzazione che di formazione. Il direttore Proietti cita a livello ticinese il progetto pilota in fase di elaborazione con il Cantone. «Il programma di formazione interesserà alcuni uffici dell’amministrazione cantonale a diretto contatto con il pubblico. Abbiamo incontrato i responsabili per verificare le diverse esigenze. L’obiettivo è di offrire agli uffici prescelti un programma ad hoc ricco di consigli pratici». 

Nel cammino verso una società inclusiva, nella quale si riconosce la dignità di ogni individuo con disabilità e la sua piena partecipazione alla vita comunitaria, il Ticino è in linea con quanto avviene nel resto della Svizzera. Le associazioni impegnate al fronte già da anni lavorano secondo questo principio. Anche l’associazione nazionale mantello Inclusion Handicap ricorda nel suo nome qual è oggi il concetto guida del sostegno a chi si trova in difficoltà al momento di interagire con l’ambiente circostante. Da rilevare, inoltre, la posizione del nostro cantone in ambito scolastico con il tasso di scolarizzazione nella scuola speciale più basso della Svizzera.

In occasione della pubblicazione del Taccuino (calendario) attraverso il quale ogni anno Inclusione andicap Ticino promuove la raccolta fondi, strumento indispensabile per assicurare i molteplici servizi, l’associazione presenta al pubblico, il cambiamento di nome e di logo. Quest’ultimo è formato da una serie di tasselli tutti irregolari e diversi fra loro proprio per simboleggiare la diversità umana. «Esso forma un insieme di spirali che evolvono, crescono e che rappresentano la società», spiega Sara Martinetti. «L’associazione, come in precedenza, è raffigurata dal colore giallo. Il tassello colorato sta un po’ dentro e un po’ fuori, perché la piena inclusione delle persone con andicap non è ancora stata raggiunta». 

Il problema, concludono i due rappresentanti dell’associazione, è l’effettivo rispetto di questi principi e la mancanza di sanzioni in caso contrario. Per realizzare una società inclusiva, per avere una visione basata su questo concetto, è indispensabile passare attraverso un cambiamento culturale, sicuramente avviato ma non ancora interiorizzato. L’attività di Inclusione andicap Ticino contribuisce a questo cambiamento rispondendo nel contempo alle esigenze pratiche delle persone con disabilità.