I corsi dell’Associazione Passi

Corsi mamma-figlia: Per le ragazze sugli 11 anni e le loro mamme, l’Associazione propone «Il corpo racconta», due incontri durante i quali scoprire, attraverso un approccio ludico ed interattivo, i processi del ciclo femminile, acquisire una visione positiva della femminilità, della sessualità e della trasmissione della vita.

Filodeva: Un seminario residenziale di tre giorni per ragazze fra i 15 e i 17 anni; 30 ore di workshop, incontri formativi e momenti di condivisione su amore e sessualità, ciclo e fertilità, intimità e bellezza.

Corso papà-figlio: «Noi uomini» è un’occasione per conoscersi più a fondo, affrontare temi importanti, confrontarsi e crescere insieme. Il corso (per ragazzi tra gli 11 e i 15 anni) conta tre incontri; quello intermedio è un momento di riflessione sul ruolo di padre e non prevede pertanto la presenza dei ragazzi.


Parlare di affettività e sessualità

Famiglia – L’Associazione Passi si rivolge a ragazzi, genitori e istituti scolastici con corsi e seminari che affrontano il tema della sessualità mettendo in luce il bello dell’amore e l’importanza delle emozioni
/ 27.01.2020
di Alessandra Ostini Sutto

Quando si parla di sessualità, la tendenza è quella di elencare i possibili pericoli, probabilmente per un istinto di protezione nei confronti dei nostri figli. Così non fa l’Associazione Passi, che si occupa di educazione alla sessualità e all’affettività, promuovendone il bello e il buono. «Si tratta di una tematica vasta, che coinvolge scienza ed emozioni, esperienze e vissuti, sogni ed aspirazioni, nonché valori e cultura», afferma Fabia Ferrari, presidente dell’Associazione, la quale si rivolge ad un vasto pubblico, principalmente attraverso corsi e seminari, ma pure consulenze e conferenze, interventi nelle scuole, incontri su misura per gruppi di genitori o di giovani e incontri formativi per educatori ed insegnanti. 

Passi è stata fondata nel 2010: «dopo qualche anno di attività, abbiamo sentito l’esigenza di avere una struttura, un cappello che riunisse le nostre proposte e permettesse ai nostri destinatari di riconoscerci», continua Fabia Ferrari, counsellor professionale ed insegnante di metodi naturali. Le proposte dell’Associazione sono effettivamente riconoscibili, nel senso che sono accomunate da un ben determinato approccio all’educazione all’affettività e alla sessualità. «Nel mondo in cui viviamo gli spunti sul sesso di certo non mancano, dalle notizie del telegiornale ai telefilm, dalle pubblicità ai video delle canzoni, per non parlare della pornografia cui i ragazzi accedono, a volte, neppur volontariamente, attraverso gli smartphone. Si tratta, spesso, di sesso esplicito, con racconti che lasciano poco spazio all’immaginazione», spiega Fabia Ferrari. 

Gli animatori dei corsi di Passi invece si servono di simbologie per spiegare l’anatomia o per rappresentare concetti difficili da narrare, come l’amore; ciò consente di adattare il contenuto al livello dei destinatari. Per esempio, per spiegare il ciclo, l’utero viene rappresentato con un nido che ogni mese si prepara per accogliere un bebé. Se ciò non si verifica, la stoffa rossa posta all’interno risulta inutile e viene allontanata. «Questa metafora permette di cogliere il senso dell’avere il ciclo e ciò può persino portare a ridurne eventuali fastidi fisici», commenta Fabia Ferrari. Le animatrici, per le proprie allegorie, si servono di oggetti che si possono ritrovare in ogni casa, così che possano restare uno spunto per costruire nuovi significati o per offrire al genitore l’occasione di rilanciare il tema. La famiglia gioca infatti un ruolo importante, in una duplice ottica: rendere più consapevoli i giovani riguardo ai temi della sessualità e dell’affettività e fare in modo che i genitori stessi possano dotarsi degli strumenti per affrontare queste tematiche con i loro figli. «Per questo le nostre scelte metodologiche sono basate sul confronto e la discussione. Non vogliamo limitarci a trasmettere nozioni di anatomia o fisiologia, bensì affrontare emozioni e valori che inevitabilmente entrano in gioco e fanno parte della crescita personale di ognuno», spiega Fabia Ferrari.

A volte i genitori sono in difficoltà a parlare di questi delicati temi con i propri figli. «Innanzitutto, bisogna essere consapevoli che prima si inizia, più è facile. Spesso i genitori credono che i loro figli siano troppo piccoli; un timore che nasce dal fatto che essi si riferiscono ad una sessualità adulta, mentre l’argomento può essere trattato in modo appropriato all’età e allo sviluppo del bambino, permettendogli di costruirsi una propria immagine», commenta Ferrari. Purtroppo oggi capita che bambini di quinta elementare abbiano già avuto accesso alla pornografia e si siano, di conseguenza, fatti un’idea del sesso distorta. «Non sarebbe bello poter anticipare e raccontare la storia dell’amore, della confidenza e della fiducia, dello star bene e di provare piacere stando vicini, vicinissimi, persino nudi (un agio difficilissimo da immaginare verso la fine delle elementari), prima che le paure e i disagi portino timore e confusione? Non sarebbe questo racconto già un tassello alla prevenzione degli abusi?» fa riflettere Fabia Ferrari.

Nel decennio di attività di Passi di per sé bambini e ragazzi non sono cambiati, è piuttosto cambiato il contesto in cui sono immersi, e questo porta, come visto, maggiore confusione. Nei più grandicelli, alla normale curiosità e al desiderio di scoprire come funziona il proprio corpo e quello dell’altro sesso, si sono aggiunte tematiche come le tecnologie di fecondazione assistita e selezionata, l’orientamento sessuale e l’identità di genere. Nei genitori, dal canto loro, Fabia Ferrari trova forte il desiderio di essere protagonisti dell’educazione alla sessualità e all’affettività: «Sono consapevoli che il mondo lancia tanti messaggi sessuali e che i loro figli hanno la necessità di potersi confrontare su questa tematica non sempre alla portata della loro età».

I seminari proposti dall’Associazione Passi sono sicuramente d’aiuto ai genitori in questo loro aggiornato ruolo. Il fatto di prendersi il tempo per partecipare ad un corso con il proprio figlio o la propria figlia è di per sé positivo. Nel dettaglio, ciò consente poi di condividere un’esperienza nella sua totalità: «dai normalissimi imbarazzi e timori iniziali, al gusto di imparare cose nuove e, soprattutto, alla meraviglia di osservare cosa il nostro corpo sa esprimere: accoglienza e cura (la gravidanza ne è un sommo esempio), emozioni e relazioni», racconta l’animatrice, «pian piano si crea una situazione di confort comune, uno star comodi nonostante gli argomenti “scottanti”, tanto che alla fine capita che nessuno voglia andar via. I genitori mi riferiscono poi di come si creino complicità e alleanza, fatte di parole (“nel rientrare in auto mi ha bombardato di commenti”), fatti (“siamo andate insieme a comprare un top”) o di non verbale (“ci guardiamo complici quando si presenta una pubblicità a sfondo sessuale”)».

Come riportato in apertura, Passi propone pure corsi per gli istituti scolastici, su richiesta. «Al momento abbiamo esperienze in quinta elementare e in quarta media. In quinta può sembrare presto, ma spesso a quest’età i bambini sanno più di quanto immaginiamo. La collaborazione fra scuola, animatori professionisti e genitori è fondamentale», spiega la presidente dell’Associazione che, per i progetti nelle scuole, prevede infatti un coinvolgimento dei genitori (con un incontro precedente al corso e uno prima della conclusione) e la collaborazione e la presenza continua dei docenti. 

«Le lezioni di educazione sessuale previste dal programma sono importanti, ma i docenti dovrebbero essere disponibili e pronti ad affrontare queste tematiche quando le situazioni o le domande si presentano: ad educazione fisica, durante la lettura di un testo ad italiano, durante una lite a ricreazione. Quello che facciamo è quindi cercare di rendere l’ambiente favorevole al discorso della sessualità e dell’affettività, in modo da permettere un lavoro di continuità anche quando noi saremo partite», continua la presidente dell’Associazione Passi, che, per il futuro, ha diversi progetti: «Le idee sono molte ma per realizzarle mancano animatrici e, soprattutto, animatori che abbiano voglia di mettersi a disposizione e formarsi per affrontare con bambini e ragazzi queste affascinanti tematiche», conclude Fabia Ferrari.