Oasi da salvaguardare

Dodici ettari di terreno, la foce della Magliasina ha una fauna e una flora di pregio, il Cantone l'ha dichiarata zona protetta
/ 28.11.2016
di Elia Stampanoni

La foce del fiume Magliasina è l’ultimo e quindi unico delta naturale del Ceresio. Ma non è questo il motivo che ha spinto il Cantone a istituire qui, sul golfo di Agno, una zona protetta. Gli elementi che hanno permesso lo scorso primo marzo l’accettazione del decreto sono molteplici e vanno a toccare la flora, la fauna e tutto l’ecosistema naturale con le sue ricchezze.

L’area considerata, a pochi passi dal trafficato fondovalle, si estende su 12 ettari di terreno e contempla un ampio ventaglio d’ambienti particolari, da proteggere e da valorizzare. Grazie alla presenza di prati aperti, di boschi umidi, di sponde fluviali e di altri habitat, la foce offre infatti i presupposti ideali per diverse specie animali e vegetali, tra cui anche alcune rare e a rischio di estinzione. Mammiferi, pesci, rettili, insetti, uccelli o anfibi, la foce della Magliasina è un luogo ricco e variegato. A conferma del valore della zona è per esempio stata trovata la Rana agile, specie molto rara a livello svizzero. 

Gli ambienti acquatici, in particolare le rive e i canneti, offrono condizioni ideali per l’insediamento di un’avifauna specifica, tra cui anche il Piro piro piccolo, il Moriglione, il Gabbiano comune o il Fistione turco, quattro specie minacciate, presenti sulla lista rossa degli uccelli nidificanti in Svizzera. Nel bosco umido di ontano e nel querceto abbondano anche i funghi: uno studio, eseguito tra il 1974 e il 1982, ne rilevò 96 specie, di cui quattro rare.

Tutti elementi della fauna e della flora che sono oggi minacciati, o già sotto pressione, sia da alcune strutture esistenti, sia dalle attività antropiche. Nel periodo estivo, per esempio, l’alta frequenza di visitatori va a scapito della stabilità delle zone umide e sensibili. La presenza e il comportamento a volte inadeguato dei bagnanti crea inoltre disturbo alla fauna, soprattutto presso i canneti lungo la riva lacustre. Oltre al littering, altro intralcio è di certo il muro in calcestruzzo presente lungo la sponda destra del fiume, che impedisce una libera dinamica, annullando le possibilità di sviluppo di ambienti alluvionali, ora sopraffatti da formazioni più stabili ma ecologicamente meno interessanti. 

Tra gli interventi previsti dal decreto di protezione della foce della Magliasina rientra quindi l’eliminazione del muro e della rete metallica lungo l’argine del fiume, che ora limita i collegamenti ecologici all’interno della zona protetta. Anche a livello gestionale sono previste delle modifiche: uno sfruttamento più estensivo del bosco della sponda destra favorirà la formazione di rifugi naturali e habitat essenziali per la piccola e media fauna. Rinunciando alla sistematica eliminazione della vegetazione arbustiva del sottobosco si eviterà lo sviluppo di una struttura a parco che, pur favorendo la presenza di alcune specie di uccelli, ne impoverisce la biodiversità. Negli obiettivi rientra anche la lotta ad alcune piante neofite invasive, come per esempio l’Ambrosia o il Poligono del Giappone.

Tutti gli interventi dovrebbero servire a proteggere e valorizzare gli ambienti pregiati, migliorare la funzione ecologica e garantire la sopravvivenza delle specie rare e protette. 

Tra gli intenti rientra inoltre la sensibilizzazione del pubblico riguardo quest’area protetta, affinché si possa promuovere un rapporto equilibrato tra protezione e utilizzo consapevole. A questo proposito, il decreto elenca otto obiettivi specifici, tutti volti a conservare, ma anche a sviluppare la giusta interazione tra attività antropiche e ambiente. Con alcuni provvedimenti strutturali, alcune modifiche nella gestione, nelle abitudini dei visitatori, sia la flora sia la fauna potranno trarne grandi benefici. Benefici che si ripercuoteranno anche sulla popolazione che vorrà conoscere e visitare questa rinnovata foce della Magliasina.

L’area protetta prevede l’istituzione di una zona nucleo comprendente gli stagni, le rive del Ceresio, il fiume Magliasina e l’area forestale, dove verranno istituite due zone ad accesso regolato, ossia il bosco umido della sponda sinistra e le rive lacustri naturali con presenza di canneto. Nel primo comparto l’ingresso sarà garantito da un sentiero segnalato che condurrà a una piattaforma di osservazione, dove i visitatori potranno avvicinarsi in modo poco invasivo alle zone protette. Nel secondo comparto (i canneti lungo le rive naturali) vigerà invece un divieto assoluto d’accesso che favorirà un ambiente naturale di grande pregio. Nella zona cuscinetto, che non subirà limitazioni d’accesso, rientrano invece le superfici prative circostanti, contraddistinte da un rinnovato paesaggio, arricchito con elementi di pregio naturalistico e paesaggistico.

Per valorizzare l’intero comparto sono previsti anche dei pannelli informativi che aiuteranno ad apprezzare quest’oasi naturalistica.