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Ne sai abbastanza sul rumore?

Inquinamento fonico - La giornata del rumore 2018 rende attenti ai danni per la salute
/ 04.06.2018
di Loris Fedele

Un vecchio adagio, quando voleva mostrare la presenza di qualcosa che non andava, diceva: «Qui c’è puzza di bruciato». Forse a questo si sono ispirati per il titolo della loro campagna i promotori della giornata contro il rumore 2018. Infatti quest’anno, per attirare l’attenzione sulle conseguenze che il rumore può avere sulla salute, hanno scelto lo slogan «Puzza di rumore!». 

Tutti gli anni c’è una Giornata internazionale contro il rumore alla quale aderiscono per parte svizzera l’Associazione dei responsabili cantonali per la prevenzione dei rumori (Cercle Bruit), l’Associazione traffico e ambiente, la Società svizzera di Acustica e i Medici per l’Ambiente che promuovono a loro volta una giornata di sensibilizzazione sul tema. Quest’anno è caduta il 25 aprile e ha posto l’accento sul tema degli effetti prodotti dal rumore sulla salute delle persone. 

Il rumore altro non è che un suono che per irregolarità, intermittenza e casualità delle sue oscillazioni viene percepito come sgradevole. L’intensità dello stesso gioca un ruolo fondamentale. Siamo circondati dai rumori, ma anche noi li produciamo, diventando attori e vittime dell’inquinamento fonico. Come succede per l’inquinamento atmosferico, anche l’inquinamento acustico, superati certi livelli, può diventare pericoloso. Esistono dati statistici che provano scientificamente la sua lesività. I più frequenti assalti alle nostre orecchie li portano l’inevitabile rumore del traffico, i lavori stradali o edili in corso, il vicino che tiene radio, TV e musica ad alto volume. 

Il fastidio prodotto, anche quando non diventa insopportabile, può arrecare danni alla salute. L’orecchio umano percepisce solamente una certa gamma di suoni con determinate frequenze. L’intensità delle onde sonore si misura in decibel (dB), unità che valuta il livello della variazione di pressione acustica relativamente alla capacità uditiva del nostro orecchio. Un valore di zero dB è pari al livello minimo udibile, la soglia del dolore è fissata attorno ai 130 dB. Per dare un significato concreto a queste cifre ricordiamo che lo sparo di un fucile d’assalto arriva a 150 dB, un martello pneumatico e una sirena circa 110 dB, una motosega 100 dB, un fischietto 90 dB. Elevati e durevoli livelli sonori oltre i 150 dB possono causare danni permanenti all’udito ma, più frequentemente, gli effetti uditivi del rumore provocano alterazioni funzionali transitorie e reversibili. 

Tuttavia, anche a livelli bassi, suoni e rumori indesiderati possono compromettere il benessere fisico e psichico. In loro presenza l’organismo si mette in allerta e produce, per esempio, ormoni dello stress come l’adrenalina e il cortisolo. Aumentano anche il battito cardiaco, la pressione sanguigna e la frequenza respiratoria. Le persone reagiscono al rumore in modo diverso: ciò dipende dall’atteggiamento individuale, dalle condizioni di salute, dall’età e dall’orario dello stimolo sonoro. La sensibilità è quindi personale. Tuttavia non bisogna illudersi che sia possibile fare l’abitudine al rumore, studi scientifici lo dimostrano e i medici avvertono che non si deve sottovalutare l’inquinamento fonico. 

Oltre alle conseguenze di una sovraesposizione diurna al rumore sono ancora più preoccupanti quelle che derivano da un sonno disturbato. Perfino quando si crede di aver dormito bene, se si è stati in presenza di un rumore di fondo superiore ai 35 dB il nostro cervello ha continuato a percepirlo, per cui la fase di addormentamento e di sonno più profondo, nelle quali il riposo è maggiore, sono state disturbate. Per questo non è consigliabile dormire con il sottofondo di un rumore, come per esempio quello di un’aria condizionata, oppure in presenza di un frigorifero in funzione. 

La quantità di rumore assorbita durante il giorno può anche portare a far fatica ad addormentarsi. Un discorso a parte lo merita la brutta abitudine dei giovani di ascoltare la musica a tutto volume. Il suono della musica, portato a livelli eccessivi, può diventare rumore e far male. L’uso ormai diffusissimo degli auricolari contribuisce ad aumentare il problema. L’Associazione per persone con problemi d’udito (ATiDU), che ben conosce cosa voglia dire avere una ridotta capacità uditiva nella vita quotidiana, si è rivolta ai giovani con una campagna informativa nell’anno scolastico 2017/18 con contenuti multimediali dedicati al corretto ascolto della musica. 

Si ricorda come la musica sia un mezzo di comunicazione e socializzazione importante, che accompagna quotidianamente e piacevolmente la nostra esistenza. Ma ci si augura che il suo ascolto sia un balsamo per l’anima e non un pericolo per le orecchie. L’udito è prezioso ed è un vero amico, come ricorda Maxi B nella canzone e nel video rivolto ai giovani che apre la pagina informativa del progetto ATiDU (www.unveroamico.ch). 

Negli anni scorsi la giornata contro il rumore si era occupata in particolare del traffico stradale (2014), della convivenza con rispetto e tolleranza nei confronti degli altri per quanto riguarda i rumori prodotti, in particolare nelle zone residenziali (2015), delle condizioni acustiche degli spazi pubblici (2016) e degli effetti nocivi del rumore sui bambini in tenera età (2017). Tutti aspetti che ci toccano da vicino perché viviamo in una società rumorosa, che quasi inevitabilmente produce suoni a volte fastidiosi e può pagarne le conseguenze. 

Il traffico sulla strada è di gran lunga la fonte principale di rumore in Svizzera. Una persona su cinque durante il giorno e una su sei nella notte è esposta a casa sua a rumori molesti dovuti al traffico. Bisognerebbe vivere nei centri urbani dove si lavora, ma la mobilità odierna e l’organizzazione del lavoro ci dicono che ciò non è possibile. Il pendolarismo fa aumentare il rumore. Il traffico è in costante aumento e aggrava situazioni di per sé già critiche. Anche i veicoli sempre più massicci e con pneumatici più larghi non aiutano. Al rumore non si sfugge: l’unica cosa è cercare di limitarlo alla fonte, quindi anche i ripari fonici sulle strade, pur se utili, o i vetri doppi o tripli nelle case non sono una soluzione. 

Le misure cantonali promosse finora vanno dall’asfalto fonoassorbente, alla riduzione controllata della velocità, all’adozione di pneumatici silenziosi. Ogni anno si registrano piccoli miglioramenti ma saranno i nostri comportamenti e lo sviluppo incessante della società che continueranno a influenzare l’ambiente nel quale viviamo. Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte per difenderci dall’inquinamento fonico.