C’è ancora gente che frequenta le edicole per acquistare riviste dedicate all’informatica. Se ne trovano molte, in barba alla presunta morte dell’editoria cartacea. Il fatto è ancora più curioso se si pensa che la grande rete trabocca di informazioni specifiche sull’argomento.
Questi bei periodici, pieni di illustrazioni e a volte ben forniti di gadget digitali, forniscono consigli di vario genere per un uso ottimale dei computer casalinghi. Spesso approfondiscono aspetti e funzionalità che i produttori trascurano di illustrare. Qui, a nostro avviso, è un punto davvero dolente dell’industria digitale. Se un tempo i computer casalinghi erano forniti di una documentazione persino esagerata, con manuali di istruzioni da migliaia di pagine, oggi le spiegazioni si limitano al minimo: in genere è un pieghevole striminzito a illustrare come funziona il «Quick Start».
E d’altra parte, in un mercato in cui i sistemi operativi si aggiornano con frequenza per ovviare a sempre più insidiose minacce, un manuale cartaceo sarebbe tutt’altro che utile. Eppure a volte si desidererebbe averlo, anche per informazioni minime, per capire meglio il funzionamento di base dei nostri PC.
Ma torniamo alle riviste: negli ultimi mesi si assiste (perlomeno nell’editoria italiana) a un’offensiva molto intensa che promuove il sistema operativo gratuito Linux. «Smetti con Windows!», titola in modo provocatorio una delle testate del settore, mostrando l’immagine di un pacchetto di sigarette che ostenta il logo della Microsoft. Linux è un sistema operativo Open Source, cioè i cui codici di programmazione sono aperti e il cui uso è gratuito. È sul mercato da molti anni ma dubitiamo che gli utenti di informatica casalinga abbiamo mai minimamente compreso cosa offra e come sia possibile procurarselo.
Per capirci: la classifica con le statistiche di uso per i vari sistemi operativi fornita dal sito www.statcounter.com vede come primo sistema operativo Android, usato dal 40,24 per cento degli utenti; segue Windows con il 36,58 per cento; iOS, usato da telefoni e tablet Apple è al 13,08 per cento, mentre OS X che equipaggia i computer di casa Apple è al 5,43 per cento. Ultimo della classifica è proprio Linux, che esibisce un piccolissimo 0,67 per cento di utilizzatori. Attenzione però: Android, sistema operativo dei telefoni Samsung e di altri produttori, è un derivato di Linux… Se pensiamo inoltre che i sistemi operativi della Apple sono basati su Unix, sistema operativo e progenitore nobile di Linux, questo cambia un po’ i parametri di valutazione.
Linux è una realtà solida, dal punto di vista tecnico. Nonostante sia molto apprezzato dai professionisti e in particolare dai gestori di server, per le sue doti di sicurezza e affidabilità, il suo uso però non si è diffuso perché, nonostante tutto, entrare nel «suo mondo» richiede una base di conoscenze specifiche piuttosto importante.
L’installazione di un sistema Linux su un PC casalingo infatti è laboriosa e complessa. In prima istanza occorre capire quale versione si dimostra più adatta alla macchina che possediamo. Essendo un sistema operativo gratuito e aperto moltissimi sviluppatori si sono sbizzarriti a crearne varie versioni, chiamate «distribuzioni». Attualmente se ne contano quasi un centinaio, di cui una ventina le più usate, ognuna con sue caratteristiche specifiche. Una volta individuata la distribuzione adatta, occorre scaricarla da internet e installarla con una procedura complicata, per cui è necessario l’intervento di un professionista. Dopo di che occorrerà la configurazione del sistema a seconda delle necessità individuali.
Insomma: pensare di poter smettere con Windows al momento attuale è una vera illusione. D’altro canto, numerose prove pratiche mostrano che, una volta installato tutto il necessario, un utente casalingo medio potrebbe farcela senza problemi con Linux. Chi scrive ha proposto a una persona totalmente digiuna di conoscenze informatiche un PC equipaggiato con una versione denominata Lubuntu. Dopo un momento di inevitabile adattamento l’utente in questione si è orizzontato in pochissimo tempo. Bisognerà dunque vedere se in futuro i produttori di computer decideranno (come hanno fatto coi cellulari) di preinstallare sulle loro macchine dei sistemi Linux. Succede già oggi, del resto. A un passo del genere saranno spinti magari da considerazioni economiche: i PC con Linux costeranno sicuramente meno. Sarà questa scelta a fare la differenza.