Tutto era cominciato con GoEco, un’applicazione per smartphone a favore dell’ambiente e della mobilità che, attraverso l’aiuto dato a chi l’avesse voluto, permetteva di modificare i propri spostamenti facendo scelte giudicate più sostenibili. Il progetto coinvolgeva la nostra Supsi e il Politecnico di Zurigo ed era stato premiato in un concorso di Svizzera Energia.
Adesso la Supsi ci riprova proponendo un prototipo di applicazione per smartphone – il cui sistema operativo è per iPhone e Android – che di nuovo tocca la mobilità delle persone. La nuova App si chiama RideMyRoute. Nasce dal progetto «SocialCar» promosso dall’Unione Europea nell’ambito di un programma di ricerca e innovazione di Horizon 2020. La sperimentazione si svolgerà contemporaneamente il prossimo mese di novembre a Bruxelles, Edimburgo, Lubiana e in Ticino.
Il sistema che si intende sperimentare si rivolge soprattutto a chi usa la propria automobile da solo e a chi, giocoforza, deve spostarsi con più mezzi pubblici e quindi ha cambi di tratta, coincidenze e spostamenti vari, che comportano tempi anche molto lunghi. Francesca Cellina, ricercatore senior dell’Istituto sostenibilità applicata all’ambiente costruito (Isaac) della Supsi ci ha spiegato il funzionamento di RideMyRoute.
Quando apriamo il telefonino su questa applicazione il sistema subito localizza dove siamo e segna il punto in cui ci troviamo. Va dunque inserito un indirizzo di destinazione. Appare sulla cartina un percorso per cui l’App trova e propone delle soluzioni. Riceviamo l’indicazione del tempo che dovremmo metterci per arrivare alla meta e vediamo le proposte per il nostro spostamento divise a pezzettini: un pezzo a piedi, un pezzo in autobus, un pezzo con un eventuale compagno di viaggio in carpooling – cioè condividendo un passaggio in automobile – e così via.
Nella sua pianificazione il sistema ha incluso opzioni di viaggio attingendo a tutta la gamma di servizi di mobilità esistenti, compresi quelli di mobilità alternativi al classico trasporto pubblico in treno e bus. L’inclusione di questi servizi, in particolare del carpooling, vuole rendere il viaggiatore più consapevole dell’esistenza di questi mezzi e invogliarlo a provare soluzioni di spostamento che finora non aveva considerato. La speranza è quella che si possa aumentare la domanda di tali servizi, interessando un segmento di mercato ancora poco sfruttato.
In uno spostamento col solo trasporto pubblico tradizionale è chiaro che non si prenota nulla, perché dobbiamo stare agli orari fissi già integrati nel sistema con i dati forniti dalle FFS. Ma se nelle nostre tratte è previsto un carpooling, dobbiamo prenotare il viaggio con un compagno. Questo compagno di viaggio chi sarebbe? È una persona che si è già messa a disposizione per determinati tragitti ed è registrata nel sistema. In pratica: RideMyRoute ci presenta un nome, per esempio «autista 5». Cliccandoci sopra possiamo raggiungerlo con un SMS o una Email preimpostata. Se troviamo l’accordo con lui confermiamo la tratta richiesta e il viaggio entra subito in una sezione di my trips. Si vede l’elenco degli spostamenti che abbiamo prenotato oppure offerto, se noi stessi siamo fra quelli che fanno una tratta con la propria auto e un altro ha scelto di condividerla. Sull’applicazione le scritte relative alle tratte sono in colori diversi: in colore grigio se l’accordo è già concluso, giallo se la richiesta è partita ma attende la conferma dell’autista, rosso se quello che abbiamo scelto è stato rifiutato per mancanza di disponibilità sulla tratta desiderata. In seguito, arriva sul telefonino un messaggio di notifica automatica della App che avverte: «Attenzione! Lo spostamento sta per avvenire. Trovati al posto tal dei tali».
Chi usa il sistema deve essere attento e disciplinato, perché la App non può fare di più: non riesce a seguire come un GPS la posizione dell’utente in tempo reale. Se useremo questa App per uno spostamento sistematico, quello che facciamo ogni giorno, la useremo una volta sola: troviamo un buon compagno di viaggio per il pezzetto che ci interessa e siamo a posto. Ma questa applicazione è pensata soprattutto per chi si deve spostare per un motivo occasionale, quindi sempre diverso. Il trasporto pubblico è la colonna portante del sistema, ma lo si vuole integrare con offerte alternative, soprattutto laddove si rivela carente. Il sistema offre una possibilità supplementare: quando abbiamo prefigurato l’itinerario e dato l’orario desiderato per la frazione di carpooling, se quello che vogliamo non c’è potrebbe capitare che l’App ci indichi che, per esempio, 15 minuti prima o dopo dell’orario richiesto ci sia il passaggio che desideriamo. Se ci va ancora bene possiamo fare la modifica e la prenotazione.
Proprio nel carpooling vi è una criticità. Affinché l’intero esperimento Supsi abbia successo è indispensabile che ci sia una comunità di utenti volontari flessibile di fronte alle nuove situazioni e disponibile all’interazione con gli altri. Il carpooling è già abbastanza problematico e poco usato tra gente che si conosce, mentre questo sistema chiede di condividere il passaggio in auto con degli sconosciuti. La pratica del vecchio autostop, con il pollice alzato a chiedere un passaggio occasionale, è drasticamente calata negli anni a causa della possibile diffidenza tra il guidatore e il passeggero. Per cercare di superare questo ostacolo la App fa valutare le persone.
Noi, passeggeri e utenti, assegniamo un voto con una scala di 5 stellette alla persona che ha viaggiato con noi. Il nostro voto resta visibile per gli altri utenti della comunità in riferimento a quello specifico passaggio. Questo sistema di valutazione un poco rozzo non sembra ottimale. Si teme che, insieme alle altre limitazioni del sistema che ci obbligano a cambiare abitudini, possa essere un fattore che fa decidere di non provare.
Anche la questione della tecnologia può esser un fattore limitante, e quindi ci si rivolge soprattutto ai giovani, che sono pure più disponibili ai cambiamenti. Altro problema per il Ticino è che siamo in pochi su un territorio molto ampio. Per questo i ricercatori della Supsi hanno pensato di prendere come territorio di riferimento del progetto solo il Luganese e l’asse del Vedeggio. Per il mese di sperimentazione sperano che si annuncino come volontari tanti residenti o frontalieri che percorrano questi assi stradali e abbiano facilità nell’uso di smartphone. Non sarà facile.