In Alsazia le cicogne volano anche d’inverno. A poco meno di un centinaio di chilometri a nord di Basilea, nella regione alsaziana nei pressi di Ribeauvillé, il Centro di reintroduzione delle cicogne marcia a passi da gigante per la conservazione della Cicogna bianca (Ciconia c. ciconia L), al punto da rendere stanziali quegli esemplari che, per più d’una ragione, si teme non sopportino la migrazione in Africa o in Spagna, con il rischio di non fare ritorno.
Creato nel 1976, questo Parco, che ospita anche cigni, castori e lontre, occupa un ampio territorio nel paese di Hunawihr e dà alloggio (prendendosene cura al bisogno anche a livello riproduttivo con apposite incubatrici) a circa 150 cicogne. Si tratta di un immenso spazio verde e naturale dove questi affascinanti volatili vivono in libertà. Visitandone i dintorni, non è affatto difficile scorgere qualche nido di cicogna sui comignoli delle case pittoresche dei paesi circostanti, in primis Ribeauvillé, il paese dei menestrelli nelle cui strade è frequente sentire il rumore tamburellante dei becchi di cicogne accovacciate nel proprio nido.
«Se nel 1900, in Alsazia, si contavano migliaia di cicogne, esse sono andate vieppiù diminuendo», spiegano i biologi e ornitologi del Centro, i quali fanno risalire al 1927 il primo censimento certo che contava 149 coppie e 386 piccoli. «Nel corso degli anni, sono andate pericolosamente diminuendo: nel 1962 si censivano solo 90 coppie e nel 1976 erano ridotte a 5». Dati alla mano, ci viene spiegato che la ricerca delle cause è stata complessa e le ipotesi controverse, finché ci si è persuasi chel’estinzione progressiva delle cicogne fosse da imputare a un pesticida (il parathion) e alla caccia praticata nei luoghi di migrazione invernale: «Le conseguenze di questa distruzione selettiva sono presto dette: delle cicogne che partono a svernare ne torna una piccolissima percentuale che si aggira attorno al 10/20 per cento». Da ciò è facile comprendere l’idea della soppressione dell’istinto migratorio di alcuni esemplari che, assistiti di tutto punto, rimangono nel Centro di reintroduzione: «Naturalmente è impossibile catturare ogni anno, al termine dell’estate, tutte le cicogne e rinchiuderle fino a primavera; ecco perché la soppressione del loro istinto migratorio rimane l’unico modo».
D’altro canto, anche le prime cicogne che ritornano in Alsazia a primavera troveranno un clima piuttosto rigido, al quale non sono abituate, e per di più saranno stremate dal lungo viaggio: «Per questo, sosteniamo quelle che restano come pure quelle che ritornano». Per ripararsi dal freddo invernale, le cicogne stanziali dispongono anche di spazi riscaldati che mostrano di gradire parecchio. Altro problema risolto riguarda il nutrimento, che fino a tarda primavera è scarso: «Insetti, roditori e alcune specie di animaletti di cui le cicogne si nutrono sono anch’essi in letargo, dunque, le cicogne del nostro Parco ricevono nutrimento a profusione, nel quale aumentiamo anche le quantità di grassi e vitamine se le temperature particolarmente rigide lo richiedono».
Scopriamo che la razione giornaliera di una cicogna, nella stagione fredda va da 400 fino a 600 grammi di carne, mentre d’estate si situa attorno a 300 grammi. «Ad ogni modo, non abbiamo mai perso una cicogna stanziale a causa del freddo e non abbiamo mai constatato raffreddamenti o zampe congelate: la resistenza di un volatile al freddo è molto grande, perché le piume assumono una funzione isolante molto efficace». Discutibile o meno, questa tecnica della soppressione dell’istinto migratorio di parecchie cicogne ha l’obiettivo di contribuire ad arrestare la loro estinzione e pare sortisca risultati più che soddisfacenti: «Le nostre cicogne che hanno svernato in Alsazia, arrivano alla primavera davvero ben rifocillate e in buona salute, anche perché non sentono la fatica della migrazione e questo fa sì che il tasso di riproduzione raggiunga livelli massimi mai visti nei soggetti rimasti selvatici, dunque, migranti».
Ma non è tutto così semplice: «La cicogna perde in genere l’istinto migratorio dopo tre anni di sedentarietà forzata, però i soggetti stanziali possono accoppiarsi con quelli migranti e a quel punto dobbiamo considerare il fatto che i piccoli delle coppie miste posseggono comunque l’istinto migratorio originario». Ciò fa dedurre che, per evitare ogni migrazione, bisognerebbe imporre ad ogni generazione una cosiddetta «residenza sorvegliata» di almeno tre anni.
Presto riassunti i risultati raggiunti dall’operazione di soppressione dell’istinto migratorio da parte dell’alsaziano Centro di reintroduzione delle cicogne: «Malgrado qualche difficoltà iniziale, possiamo dirci soddisfatti: le cicogne concepite e allevate nel primo parco o a Hunawihr hanno iniziato a ripopolare i nidi della regione alsaziana (e talvolta d’oltre Reno). Il considerevole numero di coppie stanziali e che si riproducono nel nostro Parco ci permette di sperare che, nei prossimi anni, potremo assistere a una spettacolare accelerazione della reintroduzione della Cicogna bianca».