Meglio senza fumo

Prevenzione – Il divieto di fumare nei parchi gioco e in spazi all’aperto dedicati ai minori è già una realtà in molte città
/ 17.12.2018
di Stefania Hubmann

Bambini che giocano all’aperto, adulti che fumano. La convivenza è accettabile? Se siamo in un parco gioco molti pensano di no. Dopo le prime perplessità, ai ristoranti senza fumo ci si è abituati così come al divieto esteso ad altri luoghi pubblici quali musei, teatri, cinema, ospedali, case per anziani, centri commerciali, mezzi di trasporto, ecc. Allora (2007) il Cantone Ticino fece da apripista, seguito nel 2010 da una Legge federale per la protezione dei non fumatori nei locali pubblici chiusi. Il passo successivo, volto a includere nella messa al bando del fumo determinate zone all’aperto, sembra essere altrettanto ardito e a livello nazionale le sensibilità divergono. Nella Svizzera tedesca le iniziative favorevoli, in particolare a tutela dei più piccoli, stanno conoscendo un crescente sviluppo con una visione all’avanguardia nel Canton Argovia. In Romandia vi sono tentativi di seguire l’esempio confederato e della vicina Francia. Anche in Ticino la questione è d’attualità grazie alla mozione presentata lo scorso anno al Consiglio di Stato dalla parlamentare Nadia Ghisolfi (PPD).

Libertà dei fumatori e libertà dei non fumatori si confrontano sulla base di un dato di fatto: il fumo, anche quello passivo, nuoce alla salute. All’aperto, sostengono i contrari a nuovi divieti, il fumo si disperde. Per quanto riguarda i parchi gioco non si tratta però solo di una questione di benessere fisico. Dove il divieto è stato introdotto viene sottolineato il valore educativo della misura. I bambini imparano dagli adulti e quindi la sigaretta, se libera di essere fumata in qualsiasi luogo esterno, è percepita come normale ed accettata. Nadia Ghisolfi con la mozione «Introduzione di una norma specifica concernente il divieto di fumo nei parchi gioco e negli spazi all’aperto a disposizione di attività dedicate specificatamente ai minori» attira l’attenzione anche su questo aspetto. Fra le conseguenze negative dell’assenza di un divieto nei parchi gioco cita «il messaggio sbagliato trasmesso ai piccoli dai genitori (o da chi li accompagna al parco)». I parchi gioco sono oggetto di una mozione specifica – sottoscritta anche dai deputati Henrik Bang (PS), Sara Beretta Piccoli (PPD) e Francesco Maggi (Verdi) – presentata assieme ad altri due atti parlamentari analoghi concernenti rispettivamente «le fermate e le stazioni dei mezzi pubblici di trasporto» e «le entrate dei locali chiusi accessibili al pubblico o adibiti a luoghi di lavoro per più persone». Per Nadia Ghisolfi, che si occupa del tema da un paio d’anni, si tratta di «proporre misure di facile attuazione, a costi contenuti e senza limitare eccessivamente la libertà dei fumatori». Precisa la deputata: «Per quanto riguarda i parchi gioco, la Città di Lugano offre un buon esempio avendo già introdotto questo divieto. Invece di lasciare che ogni Comune agisca per conto proprio, si può uniformare la norma a livello cantonale, favorendo una presa di coscienza della società. Purtroppo dopo il grande miglioramento ottenuto con il divieto di fumo negli spazi chiusi, si fatica a far comprendere che anche alcuni luoghi all’aperto sono particolarmente sensibili».

L’obiettivo non è quello di limitare in modo drastico la libertà dei fumatori, ma di preservare quella dei non fumatori che in determinate circostanze risultano penalizzati anche se ci si trova all’esterno. Nadia Ghisolfi: «Ritengo sia meglio optare per piccole concessioni di spazi liberi dal fumo piuttosto che giungere a divieti più generalizzati e restrittivi» (vedi Stati Uniti e Australia). Nel Rapporto dello scorso maggio sulle tre mozioni citate, il Consiglio di Stato esprime però parere contrario ritenendo che «un’ulteriore limitazione degli spazi dei fumatori non sia giustificata». Il Governo si appella al principio della proporzionalità, anche se afferma di comprendere «l’intento nobile dei mozionanti».

A livello europeo si può ricordare, per i parchi gioco, il divieto francese in vigore dal 1. luglio 2015. Nel frattempo alcune città si sono spinte oltre. Strasburgo, ad esempio, è diventata dalla scorsa estate la prima grande città francese a estendere il divieto a parchi e giardini pubblici. In Svizzera è stata pioniere Coira che già dieci anni fa ha introdotto il divieto di fumare nei parchi gioco. Oggi si guarda con interesse al Canton Argovia, dove è in corso il Programma di prevenzione del tabacco (2016-2019): «Una delle misure del programma, la cui visione è quella di rendere il non fumare la norma a livello sociale, è la realizzazione di nuovi parchi gioco liberi dal fumo», spiega Kathrin Sommerhalder, specialista del settore al Dipartimento della sanità e della socialità argoviese. Il progetto avanza bene con sei parchi gioco senza fumo previsti entro il 2019. Precisa Kathrin Sommerhalder: «Comuni, scuole e privati si interessano al progetto che in concreto viene realizzato dal Naturama Aargau (museo della natura). I primi parchi gioco senza fumo si trovano sia in grossi centri che in piccoli Comuni. In alcuni casi le richieste giungono dai Comuni, mentre in altri sono il Cantone e Naturama Aargau a svolgere un ruolo propositivo. Il museo garantisce consulenza e accompagnamento a tutti i livelli, dalla pianificazione all’esecuzione. Ai promotori spetta il compito di informare e sensibilizzare la popolazione sul nuovo tipo di parco (vicino alla natura e libero dal fumo) e sui motivi di questa scelta». Scelta, viene sottolineato, che mira a rendere gli adulti consapevoli del loro ruolo di modello nei confronti dei bambini anche al di fuori del parco gioco in modo da proteggerli dal fumo passivo.

Sempre legata al fumo è la questione dei mozziconi, perché non tutti i fumatori si comportano educatamente. L’Associazione Svizzera Non-fumatori ha lanciato proprio quest’anno a livello ticinese la campagna contro il littering da mozziconi nei parchi gioco «La natura non vale una cicca?». L’associazione fornisce ai Comuni cartelli di sensibilizzazione e appositi contenitori, già posati in oltre cinquanta aree di gioco per i bambini. Anche altri luoghi dove si sosta con un certa frequenza sono confrontati con il medesimo problema. Non a caso dopo un test di alcuni mesi in diverse stazioni ferroviarie, fra le quali anche quella di Bellinzona, l’Unione dei trasporti pubblici (UTP) ha comunicato in novembre che a partire dal 1. giugno 2019 sarà vietato fumare nelle stazioni ferroviarie anche negli spazi aperti (con zone delimitate per i tabagisti lungo i binari). Il test ha evidenziato che il 75% delle persone intervistate è a favore della modifica ispirata a quanto promosso in altri Paesi europei come Germania, Francia e Italia. Per l’UTP lo scopo è quello di migliorare la qualità dell’aria e la pulizia.

I mozziconi sono particolarmente inquinanti. Contengono numerose sostanze nocive e la loro decomposizione è molto lunga. A Ginevra lo scorso settembre il servizio cittadino delle vie di comunicazione pubbliche ha lanciato un’azione per invitare i fumatori a gettare i mozziconi in un posacenere. L’aspetto più eclatante è il conteggio (con un sistema innovativo) dei mozziconi presenti a terra, oltre 20 milioni in otto settimane, reso pubblico attraverso speciali «contatori di mozziconi» disposti in cinque punti strategici del centro città. Obiettivo: ridurre l’inquinamento e i costi di pulizia.

Gli aspetti legati al fumo all’aperto sono quindi molteplici. Attenzione e sensibilità da parte di enti pubblici e popolazione possono essere molto diverse, ma gli esempi di proposte innovative e virtuose sono comunque in crescendo, in particolare a tutela e rispetto delle nuove generazioni.