Il 17 maggio 2009 popolo e Cantoni hanno approvato il nuovo articolo costituzionale che obbliga la Confederazione e i Cantoni, nel quadro delle loro competenze, a considerare e integrare la medicina complementare nel sistema sanitario. Dal primo gennaio 2012, per un periodo transitorio di sei anni, cinque terapie sono state inserite nei contesti rimborsabili dall’Assicurazione obbligatoria delle cure medico sanitarie (AOMS): medicina antropofisica, omeopatia, terapia neurale, fitoterapia e medicina tradizionale cinese.
Nel frattempo, a sei anni dall’approvazione dell’articolo costituzionale sulla medicina complementare (CAM), la sua attuazione ha seguito il suo corso a vari livelli e nel marzo del 2014 il Parlamento ha chiesto al Consiglio federale d’informarlo sullo stato dell’attuazione e sull’eventuale necessità di intervento.
Ciononostante a tutt’oggi, fra la popolazione, vi sono persone diffidenti rispetto la bontà di cure diverse dalla medicina tradizionale, anche se complementari ad essa, come ci spiega ad esempio Remo (nome noto alla redazione): «Sono possibilista, ma scettico. Sono oramai in là con gli anni e, per fortuna, non mi sono mai ammalato seriamente: un raffreddore, tosse, una brutta influenza e qualche infortunio di poco conto sugli sci. Per tutte queste cose mi sono sempre affidato al mio medico di famiglia o al Pronto Soccorso. La nostra medicina è così specifica, precisa ed efficace che, onestamente, non mi sentirei di affidarmi ad altre pratiche a me sconosciute».
Va da sé, però, che nel tempo sempre più persone (taluni consapevolmente e in modo ponderato, altri perché giunti all’ultima spiaggia), dicono di scoprire quanto a volte sia efficace integrare altre cure a quelle tradizionali. «I miei dolori alla schiena erano oramai cronici e non speravo più di porvi rimedio, se non con analgesici e fisioterapia che però mi davano un sollievo temporaneo», racconta ad esempio Rita (nome noto alla redazione) che dice di aver integrato alle cure mediche delle sedute di agopuntura: «Devo ammettere che con l’agopuntura ci sono stati grandi miglioramenti soprattutto nella gestione del dolore».
Torniamo un momento al 2012 e ai motivi dell’introduzione di questo periodo transitorio di riammettere, seppur provvisoriamente, le medicine complementari per tener conto dell’opinione che era stata espressa. All’epoca il presidente dell’ordine dei medici del canton Ticino, dottor Franco Denti, sostenne che si trattava «di un tentativo da perseguire, anche perché il periodo transitorio di sei anni dovrebbe permettere di acquisire maggiori indicazioni circa i criteri di applicazione ed efficacia di queste terapie complementari».
Oggi si sono tirate dunque le somme, tant’è che circa un anno fa il Dipartimento federale dell’interno ha comunicato che: «L’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS) continuerà a rimborsare le prestazioni di medicina complementare; il DFI intende equipararla alle altre specialità mediche e avvia l’indagine conoscitiva per le modifiche delle rispettive ordinanze». Il rimborso, dal 2012 al 2017, era altresì necessario nella forma della provvisorietà per testare oltre all’efficacia, anche l’appropriatezza e l’economicità delle quattro specialità di medicina complementare più l’agopuntura. In tal senso, dal canto suo, il DFI in un comunicato aveva sottolineato che «a determinate condizioni (tradizione di applicazione e ricerca, evidenza scientifica ed esperienza medica, perfezionamento) varrà anche per esse il principio della fiducia e del rimborso delle prestazioni da parte dell’AOMS».
Dunque, analogamente a quanto avviene già per le altre specialità mediche, la verifica si limiterà a singole prestazioni controverse. Fino a quel momento sono state attuate parecchie misure, come ad esempio si è stabilito che in futuro i medicamenti complementari e fitoterapici dovranno poter beneficiare di un accesso agevolato al mercato e la loro omologazione dovrà essere semplificata.
Inoltre, medici, farmacisti, dentisti, veterinari, chiropratici interessati dovranno in futuro acquisire conoscenze adeguate in medicina complementare durante la loro formazione universitaria, i cui obiettivi sono già stati integrati nel quadro della revisione parziale della legge sulle professioni mediche e saranno progressivamente inclusi nei cataloghi degli obiettivi delle rispettive professioni.
Di fatto, già il 28 maggio 2015 la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) ha approvato l’esame professionale superiore di naturopata e così via. Per l’attuazione di tutti gli obiettivi saranno necessari adeguamenti delle ordinanze: «Da un lato per determinare se per le prestazioni di una determinata specialità debba essere applicato il principio della fiducia, dall’altro per poter valutare singole prestazioni controverse secondo i criteri di efficacia, appropriatezza ed economicità». Ricordiamo che, oltre alle altre quattro specialità, l’equiparazione dovrà riguardare anche l’agopuntura che già oggi è rimborsata dall’AOMS a tempo indeterminato.
Per le rispettive modifiche delle ordinanze, il DFI ha svolto un’indagine conoscitiva conclusasi il 30 giugno dello scorso anno, mentre la loro entrata in vigore dovrebbe essere prevista per il 1° maggio 2017.
«Ciò consentirà all’AOMS di continuare a rimborsare le prestazioni di medicina complementare senza soluzione di continuità», concludono al DFI. Oggi viviamo un presente in cui anche la medicina si rivolge verso una visione olistica del paziente, nel suo insieme e nella sua unicità, e questo è un segnale molto positivo. La filosofia della medicina complementare è permeata dall’ascolto e dalla focalizzazione sull’individuo e sulle cause della sua malattia, piuttosto che unicamente della sua sintomatologia.
Possiamo affermare che ogni ambito terapeutico, sia esso medico, naturopatico o omeopatico, dovrebbe comportare questi elementi quali condizione essenziale per l’accoglienza e la buona cura. Per «prendersi cura» del paziente, oltre che «curare».