Il bambino al centro, la famiglia direttamente coinvolta, la scuola come istituzione che, grazie anche a servizi specializzati presenti sul territorio, si apre alle nuove esigenze della società. Attorno a questi principi ruota la continua evoluzione degli orari di accoglienza scolastici. Da settembre Locarno ha introdotto una sezione di Scuola dell’infanzia ad orario prolungato dalle 7 alle 19, mentre a Lugano ne è stata aggiunta una alle quattro esistenti. La fascia d’età dei più piccoli è quella che pone maggiori difficoltà ai genitori nel conciliare impegni familiari e professionali. Un’altra esigenza essenziale è la mensa. Le transizioni fra asilo nido e Scuola dell’infanzia, rispettivamente fra quest’ultima e Scuola elementare sono fasi delicate, da gestire in rete e con grande attenzione per permettere al bambino di compiere un percorso di crescita stimolante ma rispettoso dei suoi bisogni.
Mamme più attive professionalmente, famiglie monoparentali in aumento, rete familiare poco presente e mondo del lavoro difficile sono realtà con le quali anche la scuola si confronta, adeguandosi alle richieste ma ribadendo il suo carattere istituzionale e l’indispensabile coinvolgimento delle famiglie nell’implementazione di nuove offerte. È quanto precisa Rezio Sisini, capo della Sezione scuole comunali della Divisione della scuola (Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport).
«La scuola è chiamata a prendere in considerazione due aspetti, il suo compito di istituzione concentrato sul benessere del bambino da un lato e le esigenze delle famiglie dall’altro. Questo significa anche trovare sinergie con il Dipartimento della sanità e della socialità che gestisce e sostiene i servizi extrascolastici. Al proposito è in corso dall’anno scolastico 2016/2017 un progetto pilota nei Comuni di Manno e Coldrerio per instaurare una proficua interazione fra i settori prescolastico e scolastico in modo da facilitare il passaggio dal primo al secondo. Si tratta, ad esempio, di trovare soluzioni che suppliscano alla differenza di orari fra asilo nido e Scuola dell’infanzia in particolare nella fase iniziale di inserimento. L’obiettivo è di mettere a punto una serie di modelli riuniti in una guida da trasmettere ai Comuni».
Spetta infatti alle autorità comunali la competenza di accrescere le offerte legate ai primi due ordini di scuola dell’obbligo, istituendo mense, doposcuola, asilo estivo o appunto nuove sezioni di Scuola dell’infanzia ad orario prolungato. Queste ultime, spiega il funzionario cantonale, interessano al momento fra il 12 e il 15 per cento delle sedi di Scuola dell’infanzia ticinesi. «Oltre che nelle città come Lugano e Locarno, sono presenti in diversi Comuni situati prevalentemente nel Sottoceneri», aggiunge Rezio Sisini. «La diffusione sul territorio è analoga per quanto riguarda i servizi extrascolastici».
Generalmente l’apertura di una sezione si inserisce in un contesto di accoglienza già esteso come è il caso di Locarno. Servizio extrascolastico Arca, doposcuola mirati (da quest’anno anche per fare i compiti) e colonia diurna estiva rappresentano risposte messe in atto con successo da diversi anni. La direttrice delle Scuole comunali Elena Zaccheo ribadisce però, come il responsabile cantonale, l’importanza di distinguere l’istituzione scolastica e la sua attenzione alle famiglie da un servizio à la carte. Inoltre l’orario prolungato non è da intendere come semplice estensione della Scuola dell’infanzia. Primo mattino e fine giornata sono momenti diversi che necessitano una presa a carico differenziata. «Per avviare il progetto – spiega la direttrice – abbiamo scelto di proposito un’educatrice con formazione in Scienze sociali ritenendo questa figura ideale per occuparsi dei bambini e dei loro bisogni in fasce orarie particolari. Bisogni riassumibili in quattro categorie: primari, come il dormire e il mangiare, affettivi, cognitivi e sociali. Sono quindi previste attività di stampo ludico e socializzante, ma soprattutto l’accoglienza di ogni bambino nella sua specificità con interventi mirati».
La preparazione dell’educatrice e il focus del progetto favoriscono inoltre una forma di osservazione in grado di captare eventuali forme di disagio. L’orario prolungato ha quindi anche un ruolo di prevenzione, così come viene rinforzato quello legato all’educazione alimentare. Oltre alla refezione di mezzogiorno che, come riferisce Sisini, è presente in quasi tutti i Comuni quale parte integrante dell’attività educativa della Scuola dell’infanzia, la colazione e la merenda consumate durante l’orario prolungato sono ulteriori opportunità di trasmettere sane abitudini sul piano alimentare.
Per Elena Zaccheo bisogna infine rimanere vigili sui possibili rischi di un orario esteso all’intera giornata come ad esempio «la stanchezza dei bambini e la deresponsabilizzazione dei genitori. I vantaggi di un’accoglienza personalizzata e flessibile (giorni e orari secondo le necessità dei genitori) sono però molteplici sia per l’allievo che per la sua famiglia. Le richieste mostrano che numerosi genitori faticano a gestire la crescente complessità della loro vita quotidiana. L’ente pubblico è attento a queste difficoltà offrendo una risposta sociale caratterizzata da rette basate sul reddito a favore di chi ha risorse economiche limitate».
Medesimi principi di grande flessibilità e tariffario in funzione del reddito per la realtà della Città di Lugano, la più all’avanguardia a livello cantonale. Sabrina Antorini Massa, responsabile della Divisione prevenzione e sostegno, cui compete da due anni la gestione dei servizi extrascolastici, conferma il crescente numero di iscrizioni ai diversi servizi, iscrizioni che hanno superato quota mille. I bambini della Scuola dell’infanzia ad orario prolungato sono oltre 220. «Non tutti – precisa subito la nostra interlocutrice – frequentano però la rispettiva sezione sull’arco delle dodici ore tutti i giorni. Il modello permette ai genitori che ne fanno richiesta, dimostrando di essere entrambi attivi professionalmente, di trovare la soluzione adatta alla loro situazione. L’obiettivo di tutti i nostri servizi è quello di garantire la conciliabilità famiglia-lavoro con la scuola».
A Lugano la Scuola dell’infanzia ad orario prolungato è presente da diversi anni. Alle sedi di Besso, Molino Nuovo, Pregassona e Viganello, si è aggiunta a inizio settembre quella di Cassarate. Le aperture corrispondono ai quartieri dove risiede un maggior numero di bambini, ma dipendono anche dalla disponibilità degli spazi. Altro elemento importante la stabilità del personale in relazione al ruolo di prevenzione citato anche da Elena Zaccheo. Per Sabrina Antorini Massa «se si vuole rispondere a un bisogno, bisogna farlo bene. Nel caso specifico significa coinvolgere i genitori, essere flessibili, trovare soluzioni in tempi brevi, proporre tariffe accessibili ed essere sempre attenti ed aggiornati per capire come evolvono le esigenze». In effetti a Lugano l’accoglienza è stata via via estesa anche a parte delle vacanze scolastiche e le necessità delle famiglie valutate sulla base di un sondaggio. Il problema maggiore rimane l’accesso alla mensa al momento del passaggio dalla Scuola dell’infanzia a quella elementare.
Per chi è a diretto contatto con gli allievi, per chi raccoglie le loro osservazioni quale responsabile di istituzioni o servizi, così come per chi supervisiona e guida le politiche scolastiche il benessere del bambino è e rimane l’obiettivo prioritario. Nella società odierna la sfida è quella di leggere ciò che gli addetti ai lavori definiscono «il disagio invisibile» nel quale vivono non poche famiglie al fine di coinvolgerle in soluzioni che assicurino ai più piccoli una crescita serena ed equilibrata.