Fabrizio Gramuglio.

L’innovazione fatta su misura

Intervista – Fabrizio Gramuglio, uno dei relatori di TEDxLugano 2019 in programma sabato prossimo e dedicato al tailor-made, spiega come evolve e si personalizza il nostro accesso alla conoscenza
/ 23.09.2019
di Stefania Hubmann

Sì all’innovazione che in ogni ambito oggi passa dal progresso tecnologico, ma raccogliendo anche la sfida dell’unicità. Il ritorno di servizi e prodotti personalizzati si sta infatti facendo strada con vigore. A questo concetto trasversale di tailor-made («fatto su misura») è dedicata la quinta edizione di TEDxLugano, che si svolgerà sabato 28 settembre al Palazzo dei Congressi dalle 13 alle 19. In linea con la missione di TED (Technology, Entertainment, Design) volta a divulgare idee di valore attraverso brevi presentazioni di una ventina di minuti, la manifestazione, promossa in Ticino dal curatore Sergali Adilbekov e dal suo team di volontari, intende esplorare i risvolti del tailor-made in ambiti molto diversi fra loro: dalla produzione alla medicina, dall’intrattenimento all’educazione. 

In quest’ultimo ambito rientra la presenza di Fabrizio Gramuglio, esperto nel campo dell’interazione uomo-macchina ed empatia artificiale, uno dei nove relatori che, unitamente ad alcuni artisti, contribuiranno ad animare il pomeriggio di TEDxLugano, al quale è ancora possibile iscriversi. CEO dell’azienda Forever Identity e advisor in diverse realtà innovative tra cui Connecting Talents ed ISCM, Gramuglio si dedica allo sviluppo delle modalità di accesso alla conoscenza attraverso l’intelligenza artificiale e l’empatia artificiale. 

Fabrizio Gramuglio, perché ha deciso di partecipare a TEDxLugano e con quale spirito si appresta a raggiungere il Ticino?
Devo confessare che sono un fan di TEDx e del livello dei Talks nelle diverse edizioni e location. È sempre stato uno dei miei sogni ed obiettivi potervi partecipare in veste di speaker. Uno dei TED Talks migliori a cui ho assistito è quello dello scrittore ed illustratore Tim Urban intitolato Inside the mind of a master procrastinator (Nella mente di un maestro della procrastinazione) durante il quale dice “ho sempre voluto fare un TED… nel passato” sottolineando la pressione emotiva e la quantità di lavoro necessaria per preparare un evento di tale portata. Sono pertanto onorato di salire sul palco di TEDxLugano e di poter raccontare l’esperienza mia e del mio team in questi anni, con la speranza che possa essere di ispirazione al pubblico per avviare una radicale trasformazione nel modo in cui trasferiamo la nostra conoscenza agli altri.

Lei però conosce già la nostra regione. Il progetto che presenterà nel suo Talk riguarda infatti anche la scuola ticinese. Può spiegarci di che cosa si tratta?
Da diversi anni mi occupo di sviluppare tecnologie atte a migliorare l’interazione uomo-macchina, interazione che oggi è più efficace, perché in grado di comprendere l’esigenza dell’utente (nel nostro caso dello studente) e pertanto di fornirgli un’educazione personalizzata, concepita sulla base dei suoi bisogni. Il progetto pilota avviato due anni fa a Milano e Lugano ha quale obiettivo di realizzare un tutor tridimensionale sotto forma di ologramma che sia in grado di relazionarsi con lo studente. Abbiamo effettuato un primo test nelle scuole elementari con circa 150 allievi di 7-9 anni. A Lugano abbiamo lavorato con 30 bambini dell’Istituto Sant’Anna e il supporto di Monica Landoni, docente e ricercatrice alla Facoltà di Scienze Informatiche dell’USI. Il tutor è rappresentato da un alieno che chiede agli allievi di essere integrato alla vita terrena, insegnandogli a diventare un essere umano e ad imparare le nozioni che loro stanno acquisendo a scuola. Con il sostegno degli insegnanti i bambini interagiscono con l’alieno di cui possono seguire le trasformazioni a quattro livelli: fisico, linguistico, emozionale e cognitivo. Abbiamo potuto constatare come i bambini fossero stimolati a studiare per poter trasmettere maggiori conoscenze al nuovo amico virtuale. È pure emerso che la relazione più importante era quella emozionale. Si tratta quindi di sfruttare il potenziale offerto dalla tecnologia a scopo didattico con trasparenza e nel rispetto dell’utente. Durante questo anno scolastico desideriamo ampliare la portata della fase sperimentale coinvolgendo complessivamente circa 800 allievi.

Quali sono gli obiettivi generali perseguiti dal progetto?
L’obiettivo principale era identificare la metodologia più efficiente per inserire questa tecnologia nelle scuole. Ciò implicava raccogliere due sfide. La prima consisteva nello sfatare un luogo comune che vede l’uso continuo di queste tecnologie come una barriera allo sviluppo intellettivo degli studenti, la seconda nel coniugare la tecnologia con il ruolo del docente, poiché lo scopo non è sostituire gli insegnanti con avatar intelligenti. Il primo obiettivo è stato pienamente raggiunto grazie all’intervento stesso dei docenti che hanno utilizzato il tutor per promuovere sia l’auto-organizzazione, sia il pensiero critico degli allievi. Riscontro positivo anche nel secondo caso, poiché il ruolo del docente è stato focalizzato sulle capacità pedagogiche e sull’organizzazione del lavoro con gli allievi, favorendo l’interazione reciproca. Da parte nostra abbiamo imparato moltissimo da questi giovani studenti che hanno dimostrato entusiasmo e grande impegno.

In quali altri contesti spazia la sua attività professionale?
Ricopro diversi ruoli, servendo aziende in mercati diversificati, come Gran Bretagna e Stati Uniti, per condividere con loro il piacere di evolvere insieme. Sin dagli esordi della carriera ho conosciuto professionisti straordinari che mi hanno insegnato il valore della conoscenza e la sua finalità che è appunto la condivisione. Da questa primavera rappresento inoltre Singularity University (istituto di formazione privato statunitense) nella città di Francoforte sul Meno e sono advisor di Exponential Organizations, due realtà che hanno lo scopo di educare e ispirare le persone sull’uso delle tecnologie esponenziali per il raggiungimento di obiettivi sostenibili.

L’interazione uomo-macchina è un tema controverso. Come valuta dal suo osservatorio questo rapporto?
L’evoluzione uomo-macchina, come sottintende il termine stesso, è una parte fondamentale della nostra evoluzione e come tale non è reversibile. A suo sfavore gioca il fatto che non ha ritmi darwiniani, né tantomeno lineari, bensì progredisce e muta a ritmi esponenziali attraverso ondate di innovazione pervasiva, come ad esempio nel caso del riconoscimento vocale. Al momento stiamo rendendo l’accesso all’informazione e alla sua elaborazione più veloce, naturale, con una curva di apprendimento che si riduce sempre di più verso lo zero. Uno dei limiti maggiori in termini di comunicazione uomo-macchina è il contrasto tra la lentezza con cui produciamo interazione (voce e gesti) rispetto alla rapidità dei nostri pensieri. Questo limite potrebbe essere risolto attraverso l’utilizzo di una nuova gamma di dispositivi noti con il temine BCI (Brain-Computer Interface) che ci permettono di interfacciarci in modo diretto con il nostro PC ed altri dispositivi semplicemente con il pensiero.

Il prossimo TEDxLugano è dedicato al ruolo della personalizzazione, che sta diventando cruciale anche nello sviluppo delle tecnologie più innovative. Cosa dobbiamo attenderci al riguardo nel prossimo futuro?
L’evoluzione attuale a tutti i livelli ci permette di accedere a quantità di dati inimmaginabili, su qualsiasi dispositivo, in modo naturale, veloce ed efficiente. Le nuove interfacce stanno accelerando l’adozione di un modello fatto su misura dell’utente, abbandonando le vecchie logiche di complessità e tempi di apprendimento di mesi. Grazie a Intelligenza e Empatia Artificiale le nuove interfacce saranno in grado di ascoltare le necessità dell’utente e di prevederne le richieste attraverso lo studio delle abitudini e strumenti quali l’analisi predittiva. La tecnologia offre opportunità e rischi a dipendenza del suo utilizzo. L’esperienza nelle scuole elementari, ma anche quella promossa qualche anno fa al Salone del Libro di Torino – un incontro virtuale con Dante attraverso un ologramma a grandezza naturale – ci dimostrano che il pubblico è ricettivo e approfitta con piacere di queste nuove possibilità di accedere alla conoscenza.

Informazioni: 

www.tedxlugano.com