L’inconscio che ci aiuta

Psicologia - I meccanismi mentali nascosti che governano segretamente ogni aspetto del nostro comportamento non sono ostili, lo spiega John Bargh nel suo saggio intitolato "A tua insaputa"
/ 07.01.2019
di Stefania Prandi

La parte inconscia della nostra mente ha possibilità che spesso sottovalutiamo. Contrariamente allo stereotipo, non è una sezione ostile e separata, con le sue regole e i suoi modi di operare. Non dobbiamo averne paura, ma imparare a conoscerla. Così sostiene John Bargh, psicologo, tra i più importanti studiosi al mondo dell’inconscio, e professore all’Università di Yale dove dirige il laboratorio Acme (Automaticità nella cognizione, motivazione e giudizio). Nel suo saggio di oltre quattrocento pagine, intitolato A tua insaputa (Bollati Boringhieri), da poco pubblicato in italiano e considerato dal «Financial Times» uno dei migliori libri dell’anno, raccoglie per la prima volta il risultato di ricerche trentennali, offrendo una nuova e rivoluzionaria comprensione dei meccanismi nascosti che governano segretamente ogni aspetto del nostro comportamento.

In occasione di «Talks at Google», una serie di conferenze proposte dal colosso informatico americano con i più influenti pensatori del mondo, Bargh ha spiegato che «l’inconscio è sopravvissuto alla selezione naturale, all’evoluzione, alle influenze esterne. Non è un gemello diabolico in agguato della mente conscia che va tenuto a distanza». Il suo grande pregio è continuare a pensare allo stesso problema mentre noi ci occupiamo di altro. Possiamo verificarlo nella vita di tutti i giorni: «Stiamo cercando di ricordarci qualcosa, ci sforziamo, ma proprio non riusciamo. Desistiamo e dopo tre o quattro ore la risposta arriva nella nostra testa, dal niente». È quello che succede anche a Sherlock Holmes (personaggio di finzione che per lo psicologo è utile per capire certi processi): quando si trova in una impasse nei suoi casi, cerca di distrarsi, suona il violino, ad esempio, e solo così trova le soluzioni. La momentanea distrazione non è che un modo per lasciare spazio di manovra all’inconscio.

A questo proposito l’autore di A tua insaputa racconta la sua esperienza personale. «Ho cercato di scrivere il libro per anni, poi un giorno qualcosa è scattato all’improvviso, ho cominciato e in pochi mesi l’ho finito. Quando terminavo un capitolo, mi rilassavo, ma non prima di avere pensato a quello che avrei dovuto fare i giorni successivi. Staccavo, stavo con mia figlia, uscivo, sistemavo la casa, intanto la mia mente inconscia lavorava. E quando mi rimettevo al lavoro, avevo già un percorso chiaro da seguire». Un metodo che può essere usato da tutti. Ci troviamo di fronte ad un compito difficile o che richiede molto tempo per essere portato a termine? Può essere utile occuparcene da subito, anche se ci sentiamo bloccati o impreparati. In questo modo i processi inconsci di perseguimento dell’obiettivo si attiveranno spontaneamente, cercando soluzioni creative e fuori dagli schemi, e indicheranno informazioni rilevanti e utili nei momenti di pausa. «La scienza ha svelato che il compito evolutivo della nostra mente inconscia è rispondere alla mente cosciente, a patto di sapere come comunicare questi messaggi efficacemente. Accordando la mente con le nostre intenzioni possiamo ottenere grandi miglioramenti in termini di salute, tranquillità mentale, carriera e vita relazionale. Possiamo esercitare e persino accrescere il nostro libero arbitrio», si legge nel libro di Bargh.

Ci sono esperienze e idee che ci influenzano e che non ricordiamo nemmeno: arrivano dal passato, sia più lontano, che coincide con i secoli dell’evoluzione umana, sia dai nostri primi mesi e anni di vita. A condizionarci anche il presente e il futuro. «Bisogna stare molto attenti a ciò che si progetta e si desidera», dice Bargh. Un monito che sembra quasi filosofico e che poggia su ricerche concrete. Al nostro inconscio orientato verso il futuro, infatti, non importa di farci sentire tranquilli o felici: quel che vuole è che i nostri obiettivi più importanti si realizzino anche se significa tormentarci con ansie e preoccupazioni (tra gli effetti collaterali ci possono essere un sonno disturbato oppure la vera e propria insonnia). Non è molto bravo a organizzare piani specifici: sa trovare soluzioni ai problemi e, in generale, a spingerci a proseguire, ma non ha la capacità di elaborare percorsi concreti con sequenze di azioni. E così scarica il problema alla mente cosciente, dicendo: «Tieni, occupatene tu».

Eppure, nonostante i numerosi studi degli ultimi decenni, in molti ancora non credono al potere segreto del cervello e pensano di essere in grado di controllare tutto, senza essere influenzati: si sentono capitani indiscussi della propria nave. Invece, i veri grandi capitani prendono sempre in considerazione la corrente e il vento e non puntano verso il porto senza tenere conto del resto.

Non significa che dobbiamo fidarci sempre e ciecamente del pensiero nascosto, dipende dalle situazioni, ma certo dobbiamo ascoltarlo. Prendiamo in considerazione il gusto, ad esempio: per capire se ci piace o no qualcosa, la prima sensazione, che quasi non sappiamo spiegarci, è in genere la più giusta. Si può riflettere a lungo e arrivare ad una conclusione diversa, ma non si avrà mai la stessa soddisfazione. Anche per quanto riguarda le persone che si incontrano, ci si può fidare dell’inconscio, ma solo se le si vede in azione: la faccia, il colore della pelle, l’età, sono variabili che possono causare grossi abbagli. Bargh racconta un esperimento condotto dal suo gruppo di ricerca. Il suo team di studiosi ha distribuito ai partecipanti la stessa descrizione di una persona (un profilo fittizio), chiedendo che cosa ne pensassero, se piacesse loro o meno. In aggiunta, a un campione è stato dato per qualche secondo un caffè caldo da tenere in mano, ad altri una bevanda fredda. Chi è stato a contatto con la tazza calda ha avuto un’opinione migliore della persona da esaminare rispetto a chi ha avuto quella fredda. E questo perché persino il calore, senza che ce ne accorgiamo, condiziona profondamente i nostri pensieri.