La videointervista

Servizio della giornalista Maria Grazia Buletti (video di Vincenzo Cammarata).


L’importanza di parlare ai giovani

Sessualità - È fondamentale fornire agli adolescenti gli strumenti per conoscere il proprio corpo
/ 20.08.2018
di Maria Grazia Buletti

«Oggi è importante prendere per mano i giovani e accompagnarli attraverso la conoscenza del proprio corpo, delle proprie sensazioni, pulsioni e dei loro sentimenti»: è l’opinione di Giorgio Comi, pedagogo e docente all’Istituto federale per la formazione professionale. Secondo Comi: «Bisogna avvicinare gli adolescenti a tutti i temi che coinvolgono sessualità e affettività, cosa che permette di evitare incomprensioni e ansie spesso generate dai costanti stimoli di immagini e messaggi deleteri».

Abbiamo incontrato la dottoressa Patrizia Tessiatore, pediatra con perfezionamento in ginecologia pediatrica che, dal canto suo, non ha fatto altro che rinforzare il concetto, affermando che «oggi l’educazione alla sessualità e all’affettività è di fondamentale importanza, educazione intesa come conoscenza e rispetto del proprio corpo e, quindi, del corpo dell’altro». Nel suo studio medico, gli aspetti legati alla sessualità sono perciò condivisi e discussi nella gran parte delle consultazioni ginecologico pediatriche e hanno molto a che fare con l’approccio alle informazioni corrette e utili sui primi rapporti: «Parlare di sessualità ai giovani, lo ripeto, è fondamentale soprattutto per la quantità di nozioni con cui essi sono oggi confrontati via Internet, tramite gli amici, la scuola e la famiglia. Per fortuna, oggi quest’ultima pare aver “sdoganato” il grande tabù della sessualità, per cui in consultazione vediamo arrivare spesso ragazze accompagnate dai genitori».

Diverse le une dalle altre sono le motivazioni di chi giunge a un consulto pediatrico ginecologico, secondo la fascia d’età: «I genitori di neonate o bimbe piccole chiedono un consulto perché secondo loro “qualcosa non va” (mi riferisco ad esempio a problematiche urinarie o genitali). Procedo con un’anamnesi accurata e un esame clinico dopo il quale per il 70-80 % delle volte posso tranquillizzare i genitori sul fatto che tutto è normale, mentre una piccola percentuale dei casi merita approfondimenti di tipo laboratoristico, ecografico o altro».

Ci viene detto che fino alla pubertà le ragazze arrivano spesso con la propria madre, mentre le giovani adolescenti chiedono una consultazione per cercare di «mettere un po’ d’ordine» nella confusione creatasi dalle parecchie informazioni acquisite fino a quel momento: «Si parla degli aspetti e dei disturbi legati al ciclo mestruale troppo doloroso, troppo abbondante o irregolare, come pure si affrontano le questione legate alla contraccezione che sono quelle più frequenti. Quando si forma una coppia giovane, solitamente i primi rapporti vedono la contraccezione ad appannaggio del maschio attraverso l’uso del profilattico». Dunque, in genere i nostri giovani pensano a proteggere il rapporto, anche se taluni ammettono di non averci pensato in quella prima occasione. 

«La questione sta nell’aiutarli a fare chiarezza. Per questo, al di là degli aspetti medici, chiedo alla ragazza di poterla vedere con il suo fidanzato con cui affrontare insieme il tema di una contraccezione consapevole e condivisa anche e soprattutto all’interno della giovane coppia». La dottoressa sa che negare il problema, non dialogando con i giovani, equivarrebbe a spingerli a trovare da soli soluzioni alternative e potenzialmente pericolose. Affrontare gli aspetti medici del tema porta a orientare le giovani sul fatto che la contraccezione ormonale possa essere efficace per evitare una gravidanza, ma bisogna considerare anche il tema delle malattie sessualmente trasmissibili contro cui tali metodi sono inefficaci: «Le malattie sessualmente trasmissibili vanno spiegate ai giovani e va indicato loro come proteggersene, oggi ancor più di un tempo perché esse sono in forte aumento nella fascia d’età fra i 15 e i 30 anni e in chi ha più partner sessuali».

Altro punto importante che va trattato in consultazione (di cui non sempre si tiene sufficientemente conto) concerne le nuove sfumature legate alla sessualità: «Mi riferisco, per fare alcuni esempi, alla sessualità fra compagni dello stesso genere, ad aspetti psico-fisici (violenza psicologica o fisica legate alla sfera sessuale), fino al tema della multiculturalità con cui siamo sempre più confrontati: l’integrazione e i rapporti fra giovani che vengono da culture anche molto differenti». Anche l’argomento del vaccino contro il papilloma virus è discusso e condiviso: «Solo così la scelta, se vaccinarsi o meno, può essere consapevole, tenendo conto che è noto come l’infezione da HPV sia correlata alla possibilità di sviluppare il cancro del collo dell’utero (ndr: 350 nuovi casi all’anno diagnosticati in Svizzera) e il cancro vulvare (mediamente 75 nuovi casi annui), con decessi associati a queste forme tumorali stimati in circa 90 casi all’anno. Senza dimenticare che l’HPV può essere concausa nello sviluppo di tumori dell’orofaringe (circa il 15% dei casi), dell’ano e a carico dei genitali maschili e femminili». Il vaccino oggi disponibile viene proposto agli adolescenti di entrambi i sessi tra 11 e 15 anni e ai giovani adulti fino a 26 anni: «Questo per garantire una protezione del 98% contro gli stadi precoci di malattia uterina, oltre che contro le verruche genitali, i cosiddetti condilomi. La protezione dura circa 10 anni». 

L’approccio ginecologico pediatrico è svolto nell’ambito di un lavoro multidisciplinare: «Sono certa che, come me, altrettanti miei colleghi pediatri svolgano oggi un efficace lavoro di rete. Disponiamo di programmi di ordine cantonale e riferimenti medici più specifici come le campagne informative a tema che, a sua volta, la scuola permette di veicolare. La famiglia, dicevamo, è chiamata a svolgere la propria parte educativa e poi arriviamo noi pediatri, con un ruolo in equilibrio tra counselling e la depurazione delle informazioni falsate con cui i ragazzi sono oggi confrontati».

In tutto ciò sono determinanti i concetti di accoglienza e prevenzione: «Comunicando in modo strutturato, le figure che ruotano attorno al mondo degli adolescenti riescono ad affrontare con essi anche le nuove tematiche per le quali ancora stiamo affinando gli strumenti». Attraverso questa modalità, si aiutano i giovani ad acquisire gli strumenti di lettura della realtà, di se stessi, dei propri sentimenti e della propria crescita, accompagnandoli nel loro percorso verso l’età adulta.