Le storie nel mondo digitale

Pubblicazioni – Dalla fanfiction al copyright, come ci cambia il passaggio al digitale, nelle riflessioni di Eleonora Benecchi
/ 31.12.2018
di Natascha Fioretti

Per il libro di Eleonora Benecchi edito da Bompiani, Di chi è questa storia? avrei scelto un titolo diverso. Più lo rileggo, più mi rendo conto che il suo saggio va molto al di là di una pura riflessione sulle nuove forme di scrittura, rielaborazione e diffusione di contenuti digitali con tutte le dinamiche partecipative e interattive del caso. Il suo in realtà è un lavoro profondamente attuale che ci rende attenti al passaggio tra mondo tradizionale e mondo digitale nel quale non solo la cultura come l’abbiamo sempre conosciuta, fino a qualche anno fa, non è più la stessa. Anche noi utenti, consumatori e fruitori siamo profondamente diversi nella nostra comprensione della realtà e nel nostro rapporto con essa che sia culturale, digitale o altro.

Arrivo subito al dunque e cioè al primo capitolo in cui si racconta la storia di Juliana Restrepo, una giovane donna di Medellin, Colombia, protagonista di un video. Juliana prende l’autobus, gira per la città, va a fare la spesa e tutto questo indossando una versione molto avanzata dei Google Glass attuali che le consentono di vivere totalmente immersa in una realtà aumentata. Nel corto Hyper-Reality di Keiichi Matsuda, film maker che da tempo indaga le potenzialità della Realtà Aumentata come tecnologia che integra luoghi fisici e virtuali a partire dalla percezione e dall’interazione umana, il bus e la città sembrano dei giganteschi videogiochi con continui suoni, colori, sollecitazioni visive che stordirebbero chiunque. Il film maker britannico di origini giapponesi si immagina un mondo futuro dove tutti viaggiano con una sorta di supporto ottico per cui non si vede più il mondo nella sua veste reale ma aumentato dalla tecnologia. 

Ci dice di più la docente di Culture digitali e Social media management all’Istituto di media e giornalismo dell’USI: «questa immaginaria Jiuliana mentre è sul bus riceve tutta una serie di informazioni negative su delle offerte di lavoro alle quali aveva risposto. A questo punto controlla il suo status nella realtà aumentata, uno status determinato da una serie di numeri acquisiti facendo la spesa, comprando certi tipi di prodotti, ecc. Nel mondo aumentato l’essere umano viene catalogato in base alla sua produttività e simpatia digitale, il resto non conta. A questo punto Juliana ha una crisi di identità perché si accorge di occupare un posto molto basso nel ranking digitale. Rivolge allora a Google domande del tipo: chi sono? Dove vado? E il motore di ricerca risponde “Sei Juliana Restrepo, hai tot anni e stai percorrendo un tragitto che ti porta da qui a qui”. Dunque se da un lato la tecnologia aumenta infinitamente le potenzialità della realtà, dall’altro non è in grado di rispondere alle domande identitarie ed esistenziali dei suoi utenti». Per fortuna.

Ma i problemi per Juliana Restrepo non finiscono qui: la giovane subisce un attacco hacker e la sua identità fluida le viene rubata, tutti i suoi punti azzerati in un batter d’occhio. Juliana in preda ad un attacco d’ansia, deve resettare tutto e costruirsi una nuova identità digitale. In questa fase del corto, che poi è la parte finale, per un attimo svaniscono tutti gli effetti digitali e la realtà vera si presenta nuda e cruda senza orpelli di sorta. «Quella di Keiichi Matsuda naturalmente è una critica sociale ma il suo intento non è quello di dire che la tecnologia sia un male, piuttosto vuole evidenziare quanto sia importante discutere del nostro futuro, chiederci se questa è la realtà ipertecnologizzata che vogliamo».

Tra le varie questioni che nel saggio emergono a proposito del passaggio tra mondo tradizionale e mondo digitale, con i cambiamenti e le conseguenze del caso, parlando in particolare del genere fanfiction e di piattaforme di pubblicazione come Wattpad, Eleonora Benecchi solleva la questione della proprietà intellettuale. Innanzitutto, perché porre l’accento sulla fanfiction, in che modo è rilevante in questo discorso? «La fanfiction non è nata con Internet, esisteva già da prima, ma con la Rete e le sue dinamiche ha vissuto una vera e propria esplosione. Per fare un esempio sulle sue origini mi piace citare il racconto dei Janeites di Rudyard Kipling che racconta di questi soldati al fronte, fan di Jane Austen, ai quali, come forma di terapia psicologica per sopravvivere, viene suggerito di riscrivere le storie e reinterpretare i personaggi dell’autrice inglese. Jane Austen all’epoca era il fenomeno letterario per eccellenza, altro che Twilight». Per darvi un’idea, nel racconto di Kipling, uno dei personaggi dice «Credetemi, fratelli, non c’è nessuno pari a Jane quando ti trovi in una brutta situazione. Dio la benedica, chiunque sia stata».

Ecco dunque il mondo della fanfiction fatto di fan che adorano una determinata storia e i suoi personaggi e conoscono ogni dettaglio dell’opera e dell’autore in questione.

Riponendo l’accento sulla questione del copyright, chiediamo a Eleonora Benecchi che cosa è cambiato nelle fanfiction e nei fandom una volta approdati in Rete? «I fandom si sono aperti, sono diventati più numerosi e diffusi nel mondo e mentre prima c’era bisogno della compresenza fisica ora si può comunicare in differita stando all’altro capo del mondo. C’è una maggiore accessibilità, in un fandom non si entra più su invito, basta mettersi in contatto su Fb o sul sito. Parallelamente, se un tempo i fan acquisivano uno status all’interno della comunità in base alla loro conoscenza del prodotto culturale in questione, oggi i giovani hanno un approccio diverso, più orientato agli scambi e alla creazione di eventi. Mentre è diventato più facile, dinamico e veloce scrivere e condividere contenuti, trovare piattaforme e sorte di archivi digitali dove condividere e diffondere. Una di queste è Wattpad, che nel bene e nel male, ha veramente cambiato il formato, il senso e, forse, anche l’obiettivo di scrivere fanfiction. Possiamo subito dire che su Wattpad non conta la capacità di scrittura o la qualità della storia ma solo la fama numerica. E mentre le fanfiction tradizionali erano intese come un dono alla propria comunità di riferimento, Wattpad offre la possibilità di commercializzare la propria storia e di trovare un editore con tutti i problemi che derivano dall’uso di ambienti e personaggi già usati da altri». E arriviamo al nodo della questione, il tema dei diritti che, ai tempi di internet, vede contrapposte due idee di proprietà intellettuale «una più libera dove la rielaborazione è incentivata e una più tradizionalista dove si intende mantenere un’idea di cultura circoscritta fatta di oggetti. E qui emerge tutto il carattere irriverente della fanfiction, per cui da alcuni è vista come un nuovo genere esploso in Rete, da altri come una sorta di sfruttamento della proprietà intellettuale».