L’auto del futuro?

Motori - Il Gruppo Bosch, esperto nello sviluppo della tecnologia da applicare ai veicoli a motore, sta lavorando per brevettare un sempre maggior numero di nuove soluzioni
/ 13.02.2017
di Mario Alberto Cucchi

Nel 1886 a Stoccarda, in Germania, Robert Bosch fondò la «Officina di meccanica di precisione ed elettronica». Oggi l’azienda che porta il suo nome ha circa 390mila collaboratori e un fatturato annuo di 73,1 miliardi di euro. Il Gruppo Bosch con le sue 450 consociate e filiali è presente in oltre 60 Paesi e si occupa della progettazione, della costruzione e della vendita di elettroutensili, elettrodomestici, tecnologie per imballaggio, termotecnica, sistemi di sicurezza. Ma non solo. 

Da decenni il Gruppo tedesco sviluppa tecnologia da applicare ai veicoli a motore. Basti pensare che nel 1936 a Robert Bosch fu assegnato il brevetto 671’925 per un «dispositivo anti-incollaggio freni». Il nonno dell’ABS che entrò poi in produzione di serie nel 1978. 

Ogni anno Bosch presenta circa duemila nuovi brevetti. «Oggi ci troviamo nel mezzo del processo di trasformazione più sostanziale che abbiamo mai vissuto contribuendo attivamente al cambiamento di industria, mercati e tecnologie» spiega il presidente del colosso tedesco, Volkmar Denner. I suoi ingegneri stanno sviluppando l’auto del futuro puntando su connettività ed elettromobilità. Secondo nuovi studi condotti da Bosch «il 62 per cento degli acquirenti di auto nuove ritiene che entro il prossimo decennio la sua famiglia possederà almeno un veicolo totalmente elettrico e il 71 per cento pensa che tutte le vetture di famiglia saranno completamente a zero emissioni entro 15 anni». 

Ecco allora che al Salone dell’Auto di Detroit, da poco concluso, Bosch ha presentato nuove soluzioni che consentiranno di rendere l’elettrificazione accessibile alle masse. Anteprima mondiale per il sistema di trazione elettrico «eAxle» che attraverso una piattaforma modulare scalabile garantisce una riduzione dei costi del 5-10 per cento rispetto ai componenti singoli. «Flessibile per diverse architetture, “eAxle” unisce in un unico sistema i migliori componenti dei dispositivi di propulsione e trasmissione Bosch» spiegano gli ingegneri tedeschi. «È la Thermal Management Station a mostrare l’efficienza con cui la tecnologia Bosch gestisce i flussi di calore nei veicoli elettrici e incrementa l’autonomia fino al 25 per cento, in particolare durante la guida invernale».

Sempre negli Stati Uniti, ma al CES di Las Vegas, Bosch ha presentato una show car che riunisce molte delle tecnologie attualmente disponibili. Un esempio? Non appena il guidatore si siede a bordo del prototipo Bosch la tecnologia di riconoscimento facciale sistema il volante, gli specchietti, la temperatura interna e la stazione radio in base alle specifiche preferenze (foto a lato). Tutto è controllato da un display aptico, che reagisce al tocco, e da un innovativo sistema di controllo gestuale.

La connettività dell’auto verso il mondo esterno grazie a servizi basati sul cloud consente di partecipare a videoconferenze oppure permette a guidatori e passeggeri di pianificare i propri appuntamenti o di vedere i loro video preferiti. Interessante lo studio Connected Car Effect 2025 presentato sempre da Bosch e focalizzato su USA, Cina e Germania: «Nel giro di 8-9 anni la guida connessa e assistita contribuirà in maniera significativa alla sicurezza stradale» spiegano i ricercatori tedeschi. «Sistemi come la frenata automatica di emergenza e la guida predittiva eviteranno circa 260mila incidenti con lesioni, riducendo di 360mila unità il bilancio dei feriti. Inoltre, i sistemi di assistenza connessa potrebbero salvare la vita di 11mila persone».

Bosch si impegna come sempre a rendere le sue tecnologie disponibili a tutti. In pratica saranno sul mercato e qualsiasi Casa automobilistica potrà decidere di comprarle per integrarle sulle proprie auto, com’è stato fatto sino ad oggi con ABS ed ESP.