Nei 45 secondi di video postato su Facebook, rigorosamente ripreso fra le mura domestiche e abbinato all’hashtag #stayhomechallenge, l’atleta paralimpico ticinese Murat Pelit indica le ore di allenamento che sta svolgendo a casa sua durante la crisi Coronavirus, e nomina due sportivi in carrozzella, i quali ricevono proprio da Pelit lo stesso compito, e così via. La sfida si prefigge di raggiungere complessivamente le 8670 ore di allenamento a casa durante questo periodo di crisi e lo fa coinvolgendo il maggior numero di persone in carrozzella.
Si tratta di un sistema a cascata che è stato avviato in questi giorni in Svizzera con lo scopo di incentivare le persone paraplegiche e tetraplegiche a muoversi durante queste settimane di pausa forzata. Promossa dall’Associazione svizzera dei paraplegici, questa campagna è stata lanciata contemporaneamente nelle quattro regioni linguistiche della Svizzera. In Ticino, il calcio d’inizio è stato dato proprio dal vicecampione del mondo di monosci Murat Pelit, che sta trascorrendo le giornate nella sua abitazione a Nante. Lo abbiamo sentito, per farci raccontare quest’esperienza: «Ho aderito all’iniziativa con grande entusiasmo. L’allenamento a casa in queste settimane è molto importante e lo consiglio vivamente», esordisce Pelit.
Il perché può essere intuibile, ma Pelit lo spiega in modo quasi tecnico: «Innanzitutto, il movimento produce le cosiddette endorfine, comunemente chiamate gli ormoni della felicità, che permettono di entrare in uno stato di benessere sia a livello fisico che mentale». Lo stesso Pelit ricorda a questo proposito che non sono poche le persone in carrozzella che malgrado una paralisi sono costantemente confrontate con i cosiddetti dolori fantasma agli arti paralizzati e che in parte possono essere attenuati proprio dalla produzione di questo ormone.
«Altrettanto importante – continua Pelit – è riuscire a mantenere forza, resistenza e agilità, tre caratteristiche richieste per affrontare le sfide quotidiane, come ad esempio lo spostamento lungo piccole salite in carrozzella, oppure il transfer che più volte al giorno viene svolto per spostarsi dalla carrozzella al divano, in auto, eccetera».
In altre parole, occorre non perdere quelle capacità, anche di base, indispensabili per conservare la propria indipendenza nella vita quotidiana. «Bisogna mantenere quello che si ha per non ritrovarsi una volta fuori dalla crisi a non riuscire più a fare le cose che si facevano prima. E questo vale sia per lo sportivo d’élite che per le persone più sedentarie», aggiunge Pelit.
Nella sua abitazione di Nante, il vicecampione del mondo di monosci ci mostra via Skype i suoi attrezzi di lavoro quotidiano. Elastici, pesini, tappetini, materiale per l’equilibrio. «In realtà anche senza materiale specifico, è possibile svolgere degli ottimi esercizi di allenamento – continua Pelit. Con un briciolo di creatività, si possono trasformare oggetti di uso quotidiano in veri e propri strumenti per l’allenamento. Le bottigliette pet diventano i pesi, i cuscini supporti per l’equilibrio, e via elencando».
Non solo. Il campione paralimpico aggiunge: «Quello che mi sento di suggerire è di distribuire l’allenamento lungo la giornata, con una sessione di una quindicina di minuti il mattino, il pomeriggio e la sera. Da evitare quindi un solo allenamento condensato in un’ora al giorno, in quanto alla lunga la motivazione potrebbe venire a mancare».
Pelit sottolinea inoltre l’importanza di rilassare il corpo prima di andare a dormire, attraverso dei semplici esercizi di scioglimento muscolare che si possono facilmente trovare nei vari portali legati alla salute. «Mantenere una buona qualità del sonno significa essere più performanti il giorno successivo e riuscire quindi a essere costanti anche negli esercizi durante il giorno» sottolinea Pelit.
Ma torniamo al #stayhomechallenge. Le ore svolte da ogni singola persona e indicate all’Associazione svizzera dei paraplegici (alla sfida possono chiaramente partecipare anche le persone in carrozzella non nominate) vengono poi raccolte in tre ambiti, ovvero: forza, resistenza e coordinazione. «Un contatore indica il livello nei tre ambiti e quanto manca al raggiungimento degli obiettivi. I barometri sono visibili sul portale dell’Associazione svizzera dei paraplegici», aggiunge il ticinese.
I buoni propositi non mancano. È vero però che è difficile tenere questa motivazione per parecchie settimane. «Certo, risponde Pelit. Ma è proprio per questo che l’Associazione svizzera dei paraplegici ha lanciato la sfida. Va poi aggiunto, che oltre al mantenimento del proprio stato di salute e di allenamento, un secondo fine è quello di sentirci uniti nelle quattro regioni linguistiche, dall’atleta alla persona meno sportiva, dal bambino all’anziano».
E poi un giorno, anche questo particolare momento finirà. I barometri si bloccheranno e indicheranno le ore che le persone in carrozzella hanno sommato in tutta la Svizzera. Molte persone saranno «nominate». Saranno distribuiti i premi del concorso annesso e le attività riprenderanno all’interno dei Club in carrozzella. «Sarà questa l’occasione per finalmente ritrovarsi e praticare attività sportiva nelle palestre, nelle piscine e riscoprire l’importanza dello sport di gruppo», continua Pelit.
Ricordiamo a questo proposito che in Ticino sono due i Club che si occupano dello sport in carrozzella. Quello storico è il Gruppo Paraplegici Ticino, che nel quarantesimo anno di attività sta rilanciando nuove e attrattive offerte sportive. Se il Gruppo paraplegici Ticino è attivo soprattutto nel Sopraceneri, il Gruppo in carrozzella Insuperabili basa le sue attività in particolare nel Sottoceneri. Basket, tennis, ping-pong, fitness, vela, sci alpino, sci di fondo, nuoto, curling, parapendio, scherma. Sono queste alcune delle offerte dei due Club, che a breve accoglieranno di nuovo i partecipanti e i monitori per un nuovo inizio. Pronta per la stagione estiva vi è anche la stessa organizzazione di Murat Pelit, la Ti-Rex Sport, partner dell’Associazione svizzera dei paraplegici e attiva nei cosiddetti sport di avventura come la MTB a tre ruote, il wakeboard, il mono e il dual sci.
E mentre i due Club e Ti-Rex Sport preparano il nuovo inizio, c’è chi da casa utilizza le proprie ore per preparare quello che sarà l’evento di spicco dell’Associazione svizzera dei paraplegici, ovvero il giro della Svizzera in handbike. Giro Suisse, così si chiama l’appuntamento in 13 tappe, che toccherà il Ticino sabato 28 agosto (coronavirus permettendo; ma siamo fiduciosi). Un altro «Challenge», dunque, per le persone paraplegiche e tetraplegiche che si aggiungerà alle 8670 ore raggiunte, speriamo, il prima possibile.
La sfida elvetica: #stayhomechallenge
Paraplegia - L’obiettivo in Svizzera è raggiungere le 8670 ore di allenamento a casa durante la pandemia
/ 20.04.2020
di Davide Bogiani
di Davide Bogiani