La salute vien mangiando bene

Sensibilizzazione - Dalla Strategia nutrizionale svizzera la conferma dei benefici di una corretta alimentazione
/ 03.09.2018
di Maria Grazia Buletti

Studi internazionali dimostrano che 7 dei 15 fattori principali che causano malattie e morte sono correlati all’alimentazione e allo stile di vita. Il peso corporeo è un indicatore importante per determinati rischi legati alle malattie non trasmissibili, ed è un dato importante se si considera che circa la metà della popolazione svizzera è sovrappeso o soffre di obesità. La nutrizione gioca quindi un ruolo primario nella salute delle persone. Questa, in sintesi, la conclusione delle riflessioni del Dipartimento federale dell’interno (Dfi), promotore della Strategia nutrizionale svizzera 2017-2021, che il presidente della onfederazione in carica Alain Berset così contestualizza: questa Strategia «crea i presupposti per permetterci di scegliere più facilmente uno stile di vita sano, indipendentemente da età, origine o reddito». 

Secondo il consigliere federale, per farlo servono però un contesto favorevole e una collaborazione fra tutti i cosiddetti attori: «Cittadini informati possono operare scelte consapevoli, ma soprattutto ci vuole il piacere di cucinare e mangiare». Una pianificazione necessaria, almeno secondo i dati statistici che indicano come in Svizzera i costi per la sanità crescano, passando dai circa 70 miliardi di franchi del 2013 ai circa 79 miliardi dell’anno passato. Non ha dubbi l’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), nel dire che l’80 per cento di questa cifra è determinato da malattie non trasmissibili (Mnt) a cui appartengono cancro, diabete e malattie cardiovascolari, che spesso richiedono trattamenti lunghi e dolorosi per le persone colpite. 

Evitare queste patologie è un importante obiettivo della politica sanitaria che punta a incentivare le persone nel seguire un sano stile di vita, in modo da permettere sul lungo periodo una notevole riduzione dei costi nel sistema sanitario, come pure una popolazione sostanzialmente più in salute. È innegabile, in questo contesto, come da decenni la nutrizione sia un elemento importante e mangiare bene una costante sfida per ogni generazione. Per questo, il Consiglio federale considera la prevenzione delle Mnt una priorità e ha deciso di rafforzare la promozione della salute pure attraverso quella della sana alimentazione, allineandosi del resto alla politica nutrizionale internazionale. 

Secondo uno studio condotto nel 2010 dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sull’onere mondiale di morbosità, nei Paesi europei la salute e il benessere sono minacciati prevalentemente da fattori alimentari: «Un’alimentazione errata, la carenza di micronutrienti, il sovrappeso, l’obesità, ma anche le malattie non trasmissibili sono il risultato di un’alimentazione non equilibrata dove, in primo piano, si trovano il ridotto consumo di frutta e verdura e il consumo di derrate alimentari troppo dolci, troppo salate, troppo grasse e troppo caloriche».

Questi sono i punti a cui si riallaccia la Strategia nutrizionale svizzera 2017-2021, con la quale il Dfi persegue l’obiettivo di promuovere e facilitare fra la popolazione «un’alimentazione sana e variata». Strategia che, dicevamo, si rivolge a differenti attori: economici e politici, rappresentanti del settore della nutrizione e della salute, organizzazioni che forniscono un contributo alla promozione di un’alimentazione sana. Tra essi rientrano parlamentari, autorità cantonali, associazioni di tutela dei consumatori, industria alimentare, gastronomia, rappresentanti delle associazioni di categoria mediche e in ambito nutrizionale, prevenzione e promozione della salute e istituti di ricerca. 

Il Dfi fa sapere che: «Tutti i provvedimenti auspicati nell’ambito della strategia sono discussi ed elaborati coinvolgendo tutti i settori rilevanti della politica (formazione, lavoro sociale, tutela dei consumatori, economia e agricoltura, scienza e ricerca) che possono così contribuire a promuovere il benessere e la salute della popolazione in Svizzera». Provvedimenti che, ovviamente, dovranno risultare efficaci, utili ed economici, essere attuati secondo una collaborazione volontaria con l’economia e, infine, accrescere le competenze nutrizionali della popolazione: «In tal modo, ciascuno potrà operare responsabilizzandosi in una scelta consapevole riguardo alle derrate alimentari». 

Più saremo consapevoli della nostra alimentazione, maggiormente ci dimostreremo responsabili della nostra salute. Ciò implica anche un approccio che consideri le differenti fasi di vita, secondo le quali cambiano le esigenze nutrizionali. Ma non solo. L’iniziativa mira pure a tenere in considerazione le pari opportunità: «Persone con reddito basso con scarsa formazione scolastica o con un passato migratorio sono esposte a maggiore rischio sanitario, hanno necessità ed esigenze specifiche che, in collaborazione coi diversi partner, devono essere considerate il più possibile». 

Infine, importante anche il rafforzamento della collaborazione multisettoriale: «Diversi fattori influenzano le abitudini alimentari sane, quindi bisogna ridistribuire la responsabilità in modo che tutti gli attori possano influenzare notevolmente e positivamente le abitudini alimentari della popolazione». Per dare concretezza a questa Strategia nutrizionale il Dfi ha incaricato l’Usav di elaborare un piano d’azione che coinvolga tutti questi attori importanti, in modo di appoggiare il progetto agli orientamenti e agli sviluppi strategici nazionali come pure internazionali. Il perché di un piano d’azione è presto spiegato: «Dà la possibilità di considerare gli sviluppi recenti e di elaborare provvedimenti e una serie di strumenti con i soggetti esterni coinvolti». 

In conclusione possiamo affermare che, attraverso questo piano d’azione, la Strategia nutrizionale svizzera sarà uno dei pilastri nella lotta alle malattie non trasmissibili. «Si tratterà di una delle principali sfide per la politica della salute del Consiglio federale», conclude Berset.