La chimica che fa storia

Chemical Landmark – Il riconoscimento assegnato dall’Accademia svizzera di scienze naturali ha lo scopo di identificare e dare il giusto valore alle eredità scientifiche e tecnologiche nell’ambito della formazione e della ricerca chimica in Svizzera
/ 10.12.2018
di Marco Martucci

Passato un arco, attraversato un breve viale alberato e salita una serie di gradini in pietra, si entrava per un massiccio portone. Al pianterreno si poteva avvertire un tipico odore di gas sulfurei mentre ai piani superiori dominavano effluvi più gradevoli, come menta o cannella. Ricordi scolpiti dentro la memoria olfattiva, pare la più profonda, di generazioni di studenti di chimica, fra i quali il sottoscritto, del vecchio stabile di chimica, noto agli studenti come «CAB», Chemie Altbau, della Scuola politecnica federale ETH di Zurigo. Da quando nel 2001 l’intero dipartimento di chimica si è trasferito nei meno centrali ma più vasti spazi del Campus Science City sulla collina di Höngg, la costruzione ospita parte del dipartimento d’informatica. 

Nei suoi oltre 120 anni di storia, il glorioso edificio del 1886, già dichiarato nel 1987 monumento da tutelare, ha visto passare schiere di studenti, futuri chimici e ingegneri e non meno di sette Premi Nobel hanno studiato, ricercato e insegnato nei suoi laboratori e nelle sue aule. Poteva capitare d’avere un Nobel o un futuro Nobel come professore o perfino di far la fila insieme nel «Chemie Bar», la cafeteria del CAB. Nel 2010, il leggendario «CAB» ha ottenuto il riconoscimento di «Chemical Landmark», luogo storico, pietra miliare della chimica, da parte della «Platform Chemistry» dell’Accademia svizzera di scienze naturali. Questa originale iniziativa fu lanciata nel 2009 per «identificare e dare il giusto valore alle eredità scientifiche e tecnologiche nell’ambito della chimica in Svizzera», scegliendo ogni anno un luogo di grande valore storico. L’eccellenza della nostra formazione e ricerca scientifica in generale e in chimica in particolare non solo è motivo di vanto e prestigio per il nostro Paese ma contribuisce, attraverso le applicazioni nell’industria, alla ricchezza nazionale. 

Il primo «Chemical Landmark» andò nel 2009 a Winterthur e fu assegnato a una struttura che, pur non esistendo più, è stata molto importante nella storia della chimica svizzera. Era nota come «Laboratorium» ed era in effetti la prima fabbrica chimica del nostro Paese. Costruita fra il 1777 e il 1781, quando la chimica stava nascendo come scienza, produceva sostanze per l’industria tessile come il «vetriolo», cioè l’acido solforico, e suoi derivati, nonché soda e acido cloridrico. Tutta la struttura fu demolita negli anni Sessanta del secolo scorso: di essa resta memoria nel nome della strada, la Laboratoriumstrasse.

Più che per un luogo, il terzo Chemical Landmark fu scelto nel 2011 per una persona, un chimico francese, Jean-Charles Galissard de Marignac (1817-1894). Ma anche il luogo conta molto perché si tratta del laboratorio in cui svolse le sue importanti ricerche e che era ospitato nell’Uni Bastions dell’Università di Ginevra. Professore per ben trentasette anni, Galissard divenne famoso soprattutto per la scoperta di due nuovi elementi chimici, due cosiddette «terre rare», l’itterbio nel 1878 e il gadolinio due anni dopo. Non meno importante fu la precisa determinazione dei pesi atomici di ben 29 elementi: la sua bilancia è oggi conservata nel Museo di storia della scienza di Ginevra. 

Quando si parla di chimica svizzera il pensiero corre subito a Basilea e un Chemical Landmark basilese non poteva mancare. Infatti nel 2012 la città sul Reno si è vista attribuire un doppio riconoscimento: per l’area Rosental, «culla della chimica a Basilea» e per l’archivio aziendale di Novartis, ricco di preziose testimonianze. Lo stabilimento di Rosental, il più antico, sorse nel 1862 per la produzione di coloranti sintetici. Fra la fine dell’Ottocento e i primi decenni nel Novecento l’area Rosental si ampliò notevolmente dapprima con la produzione di insetticidi cui si aggiunsero fungicidi, mordenti per sementi, prodotti farmaceutici. Oggi, dopo il trasferimento dell’attività produttiva a Schweizerhalle, l’area Rosental ospita le sedi di grandi imprese, laboratori di ricerca e oltre trenta aziende e istituzioni scientifiche nel campo life science

Nel 2013 il Chemical Landmark andò all’altro capo della Svizzera, in Vallese. Qui, a Gampel, nel 1897 sorse quella che si sarebbe sviluppata in una grande industria chimica e prese il nome dal fiume che scorreva nei pressi e da cui proveniva la necessaria energia idroelettrica. Era la Lonza, che all’inizio sfruttava la calce locale per produrre il carburo di calcio, da cui si otteneva l’acetilene per l’illuminazione. Nel 1907 fu inaugurato lo stabilimento di Visp e oggi Lonza è un’importante industria chimica di livello internazionale. 

Forse meno grandioso ma non per questo privo di fascino è il luogo scelto come Chemical Landmark nel 2014, situato in posizione incantevole dove i due rami del Reno si uniscono. È il laboratorio del Castello di Reichenau, nei Grigioni, un ambiente di chimica quasi romantica, allestito nel 1852 dal chimico e naturalista grigionese Adolf von Planta per studiare la natura della regione. Qui per due anni collaborò con il famoso chimico tedesco August Kekulé, passato alla storia per la scoperta della struttura della molecola di benzene. 

In una fabbrica di vagoni ristrutturata sorse nel 1896 il primo Istituto di chimica dell’università di Friburgo, Chemical Landmark del 2015. Nello stabile, che ospitò la chimica friburghese fino al 1974, si sviluppò una singolare collaborazione fra due culture, la tedesca e la francese, che produsse notevoli frutti, fra i quali la ftalocianina, importante colorante. Nel 1899, Chaim Weizmann, che sarebbe diventato il primo presidente di Israele, fu tra i primi ad ottenere il dottorato in chimica.

Nel 2016 Zurigo ottenne di nuovo il riconoscimento di «luogo storico della chimica», stavolta per la sua università. Qui, in una pregevole e parecchio originale costruzione era ospitata fino al suo trasferimento nel nuovo campus di Irchel, la facoltà di chimica. Nella storia della chimica universitaria zurighese brillano, fra tanti ricercatori, due nomi: Alfred Werner, Nobel per la chimica nel 1913 e Paul Karrer, Nobel nel 1937. Werner ottenne notevoli risultati in chimica inorganica mentre Karrer si dedicò particolarmente allo studio delle vitamine. 

Il Chemical Landmark 2017 tornò nuovamente a Basilea, per il primo laboratorio di chimica della sua università, il Falkensteinerhof. Qui lavorò Christian Friedrich Schönbein (1799-1868), chimico tedesco naturalizzato svizzero, passato alla storia per la sintesi del fulmicotone o nitrocellulosa, uno dei primi esplosivi «senza fumo», per la scoperta della natura dell’ozono e per la pila a combustibile. Il Chemical Landmark del 2018 è andato a Berna nell’antica sede della ditta Wander dove, nel 1904, Albert Wander, dottore in chimica, inventò quella che, probabilmente, è la più antica bevanda energetica del mondo. Manca, almeno finora, un luogo storico della chimica svizzera a sud delle Alpi. Chiunque può proporre una candidatura e chissà se, in futuro, non ci possa essere un Chemical Landmark anche nella Svizzera italiana?