Internet come impresa di famiglia

Intervista a Karl Heinz Frankeser, fondatore di Ticino.com, uno degli iniziatori nel nostro cantone dell’attività commerciale legata alla Grande Rete
/ 20.11.2017
di Alessandro Zanoli

Agli albori di internet i pionieri delle grandi pianure digitali avevano davanti agli occhi un panorama oggi irripetibile: la possibilità di scegliersi liberamente gli indirizzi web. In quel terreno vergine, infatti, i «domini» erano in gran parte non ancora acquisiti. Bastava un’iscrizione al registro ufficiale per diventare proprietari di qualsiasi sigla. Solo in un secondo tempo si è istituita una sorta di controllo legale per impedire a chiunque di intestarsi indirizzi legati, ad esempio, a un marchio registrato. Per quel che riguarda il nostro cantone, il più ambito degli indirizzi web è (e sarà per sempre) www.ticino.com.

Nella sua lampante semplicità può aver fatto gola a molti imprenditori. Colui che se l’è aggiudicato e l’ha fatto crescere come una sigla di prestigio legata alla diffusione della tecnologia in Ticino è stato però Karl H. Frankeser. L’imprenditore locarnese da sempre impegnato nel settore delle tecnologie informatiche è sicuramente uno dei «padri fondatori» della rete Internet nel nostro cantone. Per questo abbiamo pensato di raccogliere anche la sua testimonianza nella breve «storia ticinese della Grande Rete» che da qualche tempo stiamo cercando di abbozzare (le altre puntate: «Azione 47» del 21 novembre 2016, Bruno Giussani; «Azione 50» del 12 dicembre 2016, Alessio Petralli; «Azione 22» del 29 maggio 2017, Gianni Giorgetti; «Azione 30» del 24 luglio 2017, Simone Cicalissi).

Signor Frankeser, avrei voluto essere lì vicino a lei, quando ha registrato il dominio www.ticino.com... In quel momento lei aveva abbastanza chiaro quello che doveva diventare la sua azienda, cioè quella che oggi tutti conoscono come «Ticino.com»?
No. La ditta esisteva già, perché io e i miei collaboratori non abbiamo cominciato con Ticino.com, ma abbiamo iniziato come Frankeser Net e con il dominio Frankeser.net. Chiaramente non era un indirizzo facile da scrivere, era un nome lungo. Eravamo quindi alla ricerca di qualcosa di più corto e incisivo. Quando quella notte stavo lavorando e ho scoperto che il dominio «punto com» era libero, è stato un momento molto emozionante. Ho addirittura svegliato mia moglie per dirglielo e se lo ricorda ancora anche lei (ride). Era il 1996.

Come era la situazione di Internet in Ticino in quel momento? Era molto diversa rispetto ad oggi...
Beh, è chiaro. Solo per quello che riguarda la velocità di trasmissione dei dati si parlava di 14.4 Kbit/s (Kilobit) al secondo. I Megabit erano irraggiungibili, allora. Era tutta un’altra situazione, anche perché ai tempi si faceva ancora la chiamata telefonica vocale al provider, e noi che lo eravamo, avevamo un punto di accesso a Locarno... Ma anche solo con la chiamata locale, accedere a Internet già aveva un certo costo: chi era lontano, un po’ più su in valle, pagava addirittura 24-26 franchi all’ora. Da notare che quando noi siamo partiti la concorrenza praticava prezzi sui 1500 franchi all’anno per navigare a quella velocità, oggi ridicola. In più, per ogni ora di utilizzo si pagavano a quei tempi ancora la bellezza di 16 franchi alle Telecom PTT, oggi Swisscom. Quindi era una cosa carissima.

Qual è il suo background tecnico, come è entrato nel mondo della tecnologia?
Da autodidatta: ho iniziato per hobby quando avevo 13 anni. Usavo il sistema BBS, quello che c’era prima di Internet. Si trattava di una specie di Mailbox in cui si lasciavano messaggi, si scriveva, si chattava. C’erano dei forum; ci si scambiavano dei file, dei driver. Ma non si era online come lo si intende oggi: una persona attraverso un modem si collegava con un altro modem. Le connessioni avvenivano a due a due, quindi. Si poteva chattare live, ma solo in due: quando si liberava il modem poteva entrare il prossimo contatto. Era un sistema vecchio, attivo già dall’83.

C’erano quegli strani modem, allora, su cui si inseriva la cornetta del telefono...
Sì, quelli erano ancora i primi modelli. In seguito ci sono stati modem che rispondevano in automatico. Noi li usavamo per lavorare. Eh sì, le cose sono molto cambiate. E del resto se faccio vedere ai miei figli (che hanno 13 e 18 anni) un telefono di quelli vecchi, con la rotella tradizionale, dicono «ma cos’era questa»?

Quando ha messo in piedi l’azienda come andavano le cose? Era lei che cercava i clienti o viceversa?
In realtà all’inizio non c’era molto movimento. Abbiamo passato momenti in cui eravamo ad aspettare davanti al telefono che qualcuno chiamasse. Siamo partiti abbastanza dal niente... Mi ero appena sposato: con una vetrata abbiamo chiuso il balcone, creando un ufficio. Abbiamo messo una scrivania e un telefono. Ricordo che tutto era così piccolo che dalla camera da letto mi arrivava il rumore dei modem, ogni volta che i clienti si collegavano al nostro server.

Riguardo all’accesso a Internet, in quell’epoca il Ticino era diviso in due zone di influenza: nel Sottoceneri c’era Tinet, nel Sopraceneri Ticino.com.
Certo. E all’inizio a giocare in questo senso era proprio la questione delle tariffe di collegamento di cui parlavamo. Noi chiaramente siamo partiti da questa regione e quindi il primo punto di accesso l’abbiamo creato qui a Locarno. In un secondo tempo abbiamo aggiunto Bellinzona, poi Lugano e il resto.

Voi siete sempre stati un passo avanti: ad esempio tra i primi a proporre l’ADSL...
Sì, e ancora prima dell’ADSL siamo stati i primi a organizzare una trentina di punti di presenza con dei ponti radio Wi-Fi. Lo facevamo già prima del 2000 (quando l’ADSL è arrivato qui): la rete Wi-Fi era già attiva da due anni e mezzo con la banda larga da 2Mb.

E siete stati tra i primi a intravvedere gli sviluppi televisivi della connessione Internet...
Siamo stati i primi a fornire una connessione che comprendeva il pacchetto televisivo, così come siamo stati i primi a fornire una connessione con la tecnologia Voip. Nel nostro stesso ufficio ci siamo dotati prestissimo di questo sistema, ed è dalla fine del ’98 che lo usiamo per comunicare. A quei tempi era molto caro. C’è voluto parecchio perché tutti ne comprendessero i vantaggi e i prezzi calassero. Però oggi si vede che era la direzione giusta.

Chi è da voi la persona che intuisce la direzione che stanno prendendo le tecnologie?
In questi ventidue anni sono sempre stato molto attento a quello che succedeva ma ho avuto anche dei bravi collaboratori che ogni tanto arrivavano con un suggerimento, un’idea. In questo settore bisogna leggere tanto. È vero che nel 1996 con poco si poteva realizzare relativamente molto. Oggi è difficile lottare contro i colossi. L’alta tecnologia a volte arriva quando il mercato non è ancora pronto ad accogliere i suoi prodotti. La grande azienda può permettersi di parcheggiarli tre, quattro, cinque anni, e poi riprenderli in mano. Per noi è più difficile.

Oggi dove sta andando il web?
In futuro si andrà sicuramente verso un collegamento fisso in casa tramite fibra ottica. Tutto, dal frigo alla cantina, in futuro comunicherà, e ci aiuterà nella vita quotidiana ad ordinare quello che ci serve, ad esempio il latte, il pane. Poi si estenderanno i sistemi di sicurezza, di cui una grandissima parte sarà mobile, portatile, controllabile da remoto. Saranno computer che parlano con dei computer. E poi chiaramente continuerà ad allargarsi la comunicazione mobile: gli smartphone li usiamo magari solo per un dieci per cento delle loro possibilità, però tutti ce li hanno.

Un altro tema importante è quello della sicurezza degli utenti: voi come provider come vi comportate?
Noi in realtà abbiamo molti sistemi di sicurezza che proteggono il cliente già a monte. Direi che in pratica i clienti stessi non si accorgono nemmeno che i sistemi esistono. È tutta una serie di protezioni che comprende firewall e altro, che noi già adottiamo. Poi è ovvio che la diffusione dei virus è sempre alta, e questi arrivano fino ai clienti: qui l’importanza degli aggiornamenti dei programmi è grande. Ma soprattutto è importante il buon senso.

È importante imparare quelle tecniche minime che sono magari un po’ laboriose, ma fondamentali.
Tutti devono diventare un po’ diffidenti delle cose che sembrano strane. Ad esempio nessuno ti regala un milione... Oppure: se non hai giocato al lotto, non può arrivarti un email che ti informa di aver vinto 5 milioni. Se entri nel telebanking e questo diventa lentissimo, al punto che non puoi più fare niente, forse è meglio staccare la spina della corrente perché qualcuno sta usando il tuo computer a tua insaputa. Soprattutto bisogna controllare che tutti i computer siano aggiornati, e anche che tutti i telefoni cellulari, di tutte le marche, abbiano i sistemi operativi aggiornati. Quando il computer dice «ho un aggiornamento», è perché chi lo produce sa che c’è qualcosa che va modificato, quindi è meglio farlo.