In che luogo del Ticino si possono trovare una macchina da cucire, una camera oscura, una sala per spettacoli, una biblioteca con divani e macchinetta del caffè, stanze per artisti in creazione, il telaio per stampare magliette, una sala denominata «sala piccolissima» con giochi e libri per bambini? Troviamo tutto ciò allo Spazio Elle di Locarno, un centro culturale che al tempo stesso è anche casa di quartiere, coniugando così la sua anima sociale con quella artistica e dedicando spazi e attività variegate per persone di ogni età. Elle come Locarno, come libertà e come la forma dello spazio di Villa Igea.
Spazio Elle è gestito dall’Associazione Forum socio-culturale del Locarnese, la quale è nata nel 2014 quando è stata annunciata la chiusura di Casa Rossi per farne il Palazzo del Cinema. Le associazioni che vivevano in piazzetta Remo Rossi si sono unite per cercare altri posti. Poi ognuna ha trovato un luogo indipendente dove aprire i propri uffici ma è rimasta tra loro una voglia di condivisione. Quando il Comune ha dato in gestione all’Associazione Forum la splendida Villa Igea (ex Casa d’Italia) in Piazza Pedrazzini, questa è diventata uno spazio con tutto quanto occorre per organizzare feste, concerti, spettacoli, balli, corsi vari, momenti di ritrovo e di socializzazione, bricolage di differenti generi. Tutti ne possono usufruire: privati, enti, associazioni, anche al di fuori da quelle del Forum, hanno la facoltà di proporre un’attività o un evento, purché ci sia una condivisione della filosofia di base, cioè una volontà di incontro, di creatività, di scambio culturale.
Villa Igea, nella tranquilla piazza Pedrazzini in centro a Locarno, è stata inaugurata come Spazio Elle nell’ottobre dell’anno scorso. Da allora non ha mai avuto un attimo di pace: sembra che il bisogno di un posto dove «fare delle cose» abbia finalmente trovato una risposta adeguata. «La gente ha voglia di incontrarsi, di curare le sue relazioni, di scambiarsi pensieri, di vedersi in tre dimensioni. Siamo poi forse anche in un momento dove le persone traggono particolare piacere nel rimboccarsi le maniche e organizzare qualcosa che le appassiona», spiega Lorenzo Perucchi, che è uno dei sette volontari che tengono aperta la casa. «È bello che la città abbia una ricca offerta culturale, però ciò che davvero ti fa sentire libero è la partecipazione, come cantava Giorgio Gaber. Abbiamo avuto moltissime richieste per corsi, dallo yoga alla danza folk all’italiano per stranieri; alcune compagnie di artisti del Locarnese vengono qui per le prove dei loro spettacoli; si festeggiano compleanni e anniversari; una volta al mese l’associazione Rusca-Saleggi porta da noi qualcuno che offre un racconto legato a questo quartiere creando così un momento conviviale. Quello che vorremmo sarebbe tenerla aperta sempre, tutti i giorni, ma per ora non ce la facciamo. E poi soprattutto proponiamo eventi per tutta la popolazione».
Ognuno dei membri di comitato di Spazio Elle ha un ambito di responsabilità: per la musica Ronnie Rodriguez, per cinema e letteratura Yari Moro, per le arti performative Marco Cupellari, per gli atelier Matteo Minetti, per le arti visive Riccardo Lisi e Lorenzo Perucchi si occupa delle attività socio-ricreative, anche se poi capita che ognuno faccia un po’ di tutto...
A farci fare un giro di perlustrazione è proprio Lorenzo Perucchi, responsabile del settore socio-ricreativo. Quella sera, ci spiega, ci sarà un aperitivo con musica blues dal vivo, uno spettacolo della compagnia La Cambusa e una tavola rotonda di donne per la giornata dell’Otto marzo. Quando saliamo la bella rampa di scale in stile liberty, ci accorgiamo subito del dinamismo e delle possibilità di collaborazione che una struttura del genere può offrire. Ci sono i musicisti che stanno preparando il palco e portano dentro e fuori da una stanza i loro strumenti e gli impianti tecnici. Due altre persone chiedono loro se vogliono unirsi per un caffè e due chiacchiere, mentre Lorenzo sta mostrando a noi gli atelier creativi e le officine per il lavoro del legno e del metallo.
Lui la chiama «fluidità», riferendosi agli spazi che prendono forme diverse a seconda di cosa ospitano. «Per noi è importante che le cose si mescolino: per esempio, qualcuno viene a proporci uno spettacolo teatrale, ma è probabile che incontri anche quelli di noi che si occupano di attività letterarie, cinematografiche e ricreative per i più piccoli. Si creano sinergie, per il fatto di stare tutti nella stessa casa, con una cucina al centro, che favorisce le chiacchiere e quindi le idee». Un po’ come nelle famiglie, dove la porta si apre quando arriva qualcuno, abitanti e ospiti possono entrare a ore diverse ma prima o poi tutti si ritrovano attorno a un tavolo per condividere qualcosa di importante. Può essere cibo, ma anche pensieri, riflessioni o anche semplicemente la buona vecchia abitudine di «tenersi compagnia».
Una volta al mese, allo Spazio Elle c’è una giornata di porte aperte, in cui la gente può venire a curiosare, giocare, proporre, conoscere. La prossima si terrà il 5 maggio, dalle 14 alle 22.