Quest’anno non si sono ancora visti sulle strade molti utenti delle due ruote. Quasi di certo a causa di una primavera caratterizzata da un meteo ballerino. D’altronde freddo e pioggia sono stati una costante sino a maggio inoltrato. In pochi usano la moto o lo scooter tutto l’anno. Nonostante le esigenze di mobilità molti utilizzano questi mezzi solo in caso di bel tempo.
Perché? Il freddo è senz’altro una motivazione, probabilmente la più utilizzata. L’altra è che molti motociclisti e scooteristi temono che le condizioni atmosferiche avverse possano mettere in crisi la loro sicurezza. Ad esempio con la pioggia diminuisce la visibilità e l’asfalto diventa viscido. D’altronde su due ruote l’equilibrio è senza dubbio più precario che su quattro.
Di recente la Bosch, multinazionale tedesca leader nella fornitura di componentistica per le auto, ha fatto il punto sulla tecnologia applicata a motociclette e scooter. L’azienda, nota per aver inventato l’ABS nel 1978 e l’ESP nel 1995, è partita da un dato di fatto: nello scorso anno, il numero di incidenti motociclistici mortali in Germania è aumentato del 9% (fonte: Ufficio Statistico Federale Tedesco). Secondo Bosch, per i motociclisti, il rischio di perdere la vita in un incidente è fino a 20 volte superiore rispetto a quello degli automobilisti.
Negli anni, sulle auto hanno debuttato prima le cinture di sicurezza, poi gli airbag, l’ABS, l’ESP e le zone a deformazione controllata e ormai si è arrivati agli evoluti sensori che ci accompagneranno sino alla guida autonoma. E le moto? Qualcosa è stato fatto ma ben poco rispetto alle auto. Sì, anche su alcune due ruote sono arrivati sistemi di frenata dotati di antibloccaggio ABS e controllo di trazione, ma in realtà l’evoluzione tecnologica ha riguardato di più l’abbigliamento specifico. Basti pensare che esistono addirittura giubbotti e tute da moto che integrano l’airbag.
Bosch oggi alza l’asticella della sicurezza su due ruote per raggiungere un risultato importante: «Azzerare gli incidenti mortali per i motociclisti nel traffico stradale». Un obiettivo, quello del gigante tedesco presente in oltre 150 paesi nel mondo con circa 300 filiali e circa 70 stabilimenti produttivi, che ha quasi dell’incredibile. Gli oltre 300mila dipendenti conoscono bene lo slogan aziendale: «tecnologia per la vita».
Ma come si possono rendere più sicure le moto e gli scooter? Secondo gli ingegneri Bosch, il punto di partenza è un nuovo pacchetto sicurezza che include l’Adaptive Cruise Control, il Forward collision warning e il Blind-spot detection. Ovvero alcune tra le tecnologie che consentono oggi la guida autonoma delle quattro ruote. Come lavorano questi sistemi? L’Adaptive Cruise Control regola la velocità del veicolo in base al flusso del traffico e mantiene la distanza di sicurezza necessaria. Il Forward collision warning se rileva che un altro veicolo è pericolosamente vicino e il conducente non reagisce alla situazione, lo avverte con un segnale sonoro o visivo. Il Blind-spot detection attraverso sensori radar tiene monitorato l’intero campo visivo intorno alla moto per aiutare i motociclisti a cambiare corsia in modo sicuro. Ma non è finita qui.
Bosch sta studiando e testando molti altri sistemi tecnologici oltre a questi. Il più interessante è un attenuatore dello slittamento che attraverso l’espulsione laterale di gas dovrebbe aiutare a stabilizzare la moto in caso di sbandata. Sogno o realtà? Alcune tra queste tecnologie sono in arrivo per le due ruote. I costruttori di moto Ducati e KTM inizieranno a includere alcuni tra questi nuovi sistemi di assistenza al pilota nei modelli in produzione già dal 2020.