Bigliografia

- Gabriele Peroni, Trattato di Fitoterapia Driope, Nuova Ipsa ed.
- Laura Rangoni, Il grande libro delle piante magiche, Xenia ed.

(Pxhere)

Il tiglio, simbolo di longevità

Fitoterapia - Dotato di numerose proprietà curative, il suo fiore è calmante tanto da conciliare il sonno
/ 13.11.2017
di Eliana Bernasconi

Impossibile se già non lo conosci, descrivere il suo inconfondibile profumo: arriva nelle serate primaverili, ignorando l’inquinamento delle strade trafficate, gli ingorghi e altri spiacevoli eventi, li sorvola incolume perché il più forte è lui. Giunge dal bosco o dai viali alberati e si diffonde a ondate, delicato ma penetrante, dolcissimo. Nel pomeriggio o all’imbrunire sembra farsi più intenso, forse vuole dirci che è un fiore calmante che concilia il sonno. 

Al tiglio sono riconosciute proprietà anticatarrali, emollienti, sedative, antispasmodiche, vasodilatatorie, e antiarteriosclerotiche, balsamiche…

Della famiglia delle Tiliacee (nome scientifico è Tilia cordata Miller), il tiglio è un albero di grandi dimensioni, cresce selvaggio o coltivato, può superare i 25 m di altezza e sfidare i secoli, per questo è simbolo di longevità. Di lui ci parla nelle sue opere Teofrasto, il filosofo e botanico greco vicino ad Aristotele, distinguendo due tipi di piante, il maschio sterile e la femmina fertile, dalla cui corteccia si ricavavano fibre per la fabbricazione di ceste. Il suo impiego come pianta medicinale inizia in epoca medioevale e rinascimentale, anche se tracce storiche indicherebbero un probabile uso del tiglio da parte dei druidi e dei celti per la cura dell’epilessia.

Nel XIX secolo entra nella farmacopea ufficiale, coltivato su vasta scala. Può vivere moltissimo, il grande tronco è diritto e potente, le piccole foglie verde chiaro sono cuoriformi, nella meravigliosa struttura dei suoi fiori la natura ha impresso la sua perfezione, suddivisi in piccoli gruppi di tre, i grappoli dai lunghi stami sono sospesi a lunghi peduncoli detti «antele» e protetti da una caratteristica «brattea» fogliacea ovoidale che rimane nell’infruttescenza. Fiori che si possono raccogliere da giugno a luglio, seccandoli accuratamente e rimuovendoli spesso, si conservano per un anno in scatole di latta o cassette di legno. 

Celebrato nelle antiche saghe nordiche dai popoli germanici, era considerato sacro come la quercia: un mito greco, come vedremo, lo unisce per sempre a questo albero. Nel nord Europa i tigli erano fatti crescere presso i principali nodi stradali, nelle piazze del mercato, nei luoghi di celebrazioni pubbliche, erano legati all’amministrazione della giustizia e detti «albero della legge» in Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Svizzera. 

Un tempo, a Berlino, il famoso viale alberato Unter den Linden («Sotto i tigli») era la strada sacra dei Kaiser di Germania. Le Metamorfosi di Ovidio, libro ottavo, narrano una storia tenerissima del tiglio: Giove e Mercurio, scesi in terra travestiti da mendicanti per conoscerne gli abitanti, non trovano nessuno che li vuole ospitare, solo Filemone e la moglie Bauci, due poverissimi vecchietti uniti da un grande affetto per tutta la vita, li accolgono e danno loro tutto quel poco che hanno. Commosso, Zeus esaudisce il loro più grande desiderio: rimanere uniti anche nell’aldilà. Per cui  trasformerà Filemone in una quercia e Bauci in un dolcissimo tiglio, rendendoli per sempre i guardiani del suo tempio. 

Tutte le specie di tiglio hanno le medesime proprietà medicinali. Del tiglio si usa la corteccia dei rami giovani, i fiori con le «brattee», il legno e le gemme, la corteccia (che si raccoglie a primavera e ha proprietà astringenti) e l’alburno (parte legnosa giovane del tronco con proprietà drenanti, antispasmodiche, ipotensive) il legno e le gemme. Fiori e brattee racchiudono l’olio essenziale, ricchissimo di componenti. 

Al tiglio sono riconosciute proprietà anticatarrali, emollienti, sedative, antispasmodiche, vasodilatatorie, e antiarteriosclerotiche. Il macerato glicerico, anche in associazioni con altre preparazioni – ci informa il dottor Peroni – ha innumerevoli altre indicazioni curative, ad esempio: insonnia, ansia, emicranie e cefalee, aritmie cardiocircolatorie e asma dei bambini. Il dolcissimo miele di tiglio possiede proprietà antispasmodiche, balsamiche e calmanti; utilizzato per dolcificare una tisana la sera, agisce contro l’insonnia. 

In medicina popolare, l’infuso di foglie, bevuto molto caldo e addolcito con miele, curava il catarro; l’infuso di fiori era bevuto contro la tosse e il raffreddore ed era usato in caso di capogiri, malattie da raffreddamento, digestioni difficili, eccitazione nervosa, ipertensione. Tutto ciò evidentemente rimane ancora valido ai nostri giorni: il tiglio è un amico sempre pronto con la generosità dei suoi doni. 

La forma più famosa resta la classica tisana di fiori e foglie secche utilizzata già nel XVI secolo, indicata nei raffreddori e negli attacchi influenzali. Le foglie fresche sono commestibili: nella seconda guerra mondiale dalle foglie secche setacciate si otteneva una nutriente farina. Oltre che alternativa al tè o al caffè, o in rasserenante tisana serale, fiori e foglie di tiglio possono essere mescolati alle insalate cui aggiungeranno profumo. 

Un bagno rilassante e rigenerante del sistema nervoso si ottiene invece (ad esempio) mettendo in infusione per 30 minuti 500 grammi di fiori in 5 litri di acqua e poi versando il tutto nella vasca.