«Non perder tempo con l’invidia. A volte sei in testa. A volte resti indietro. La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso». Il monologo che Danny De Vito recita nei panni di Larry Mann nella suite di un hotel a Wichita in Kansas rivolgendosi al giovane Bob, al termine The Big Kahuna, stavolta è portato sul palcoscenico da Filippa, 11 anni e la voglia di farsi ascoltare. Durante questa esibizione, e poi via via con tutte le altre, al Caffè delle mamme ci convinciamo: il talent show a scuola è educativo. Bisogna ispirarsi per pescarci qualche utile insegnamento da utilizzare nella vita. Alla Deutsche Schule di Milano dove vanno le nostre figlie lo organizzano da qualche anno. È un’iniziativa che nasce su richiesta degli studenti all’interno delle attività ricreative. Ma per molte di noi è la prima volta e ci fa riflettere sull’importanza di aiutare i bambini a mettersi in gioco, avere fiducia in se stessi e coltivare il proprio talento qualunque esso sia.
Bimbi sul palcoscenico. È una questione che va al di là della competizione. Il talento può avere mille sfaccettature. Così a chi partecipa viene data massima libertà. Canto, ballo, recitazione, suonare uno strumento, vale tanto quanto tirare calci a un pallone, risolvere il cubo di Rubik dietro la schiena, improvvisarsi giocolieri, inventarsi una storia fantasy, proiettare un video girato nella propria stanza. «Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche – continua il monologo di Danny De Vito e adesso anche di Filippa –. Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro».
Crederci. Esprimere la propria passione. Vincere la timidezza. «È importante che i bambini sappiano manifestare le proprie potenzialità che devono avere nutrimento per crescere e svilupparsi – spiega la psicoterapeuta Giovanna Gaetani, assidua frequentatrice del Caffè in quanto mamma di Greta –. Bisogna dare sfogo alla voce interiore presente dentro ognuno dei nostri figli e darle l’opportunità di emergere. Un po’ come in un gioco dove creiamo uno spazio di libertà e li sosteniamo nel dare il meglio». Al di là del talent show, imparare ciò vuol dire avere gli strumenti giusti per guardare alle sfide di domani. «Non preoccuparti del futuro – recita il monologo sulla vita –. Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un’equazione algebrica. I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente. Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio. Fa’ una cosa, ogni giorno che sei spaventato. Canta!».
Aiutare i bambini ad abbandonare un po’ la ragione per dar spazio alle emozioni, indispensabili anche per conoscere l’altro. Credere nell’impegno prima che nel risultato. Mischiare il proprio desiderio di vincere al piacere di fare il tifo per i compagni. «Dietro le quinte i bambini si sostengono a vicenda – sottolinea la docente di Storia Paola Grignani nella giuria dell’evento –. Quel che prevale è l’empatia». Del resto, ripetono Danny De Vito e Filippa: «Non esser crudele col cuore degli altri. Non tollerare la gente che è crudele col tuo. Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti. Se ci riesci veramente, dimmi come si fa».
Nella sigla d’inizio di un talent show per bambini dal titolo «Lasciami una canzone», che per qualche anno ha accompagnato i sabato sera con mia figlia Clotilde, i giovanissimi partecipanti cantavano Noi ragazzi di oggi di Luis Miguel: «Noi, ragazzi di oggi, noi / Con tutto il mondo davanti a noi / Viviamo nel sogno di poi / Noi, siamo diversi ma tutti uguali / Abbiam bisogno di un paio d’ali / E stimoli eccezionali». Spiega la prof. Grignani: «Non premiamo solo la capacità, ma anche l’impegno e la creatività. Quel che vogliamo insegnargli è crederci».
Dare fiducia allo sforzo e non mortificare con giudizi castranti gli errori. Un monito che può essere utile per noi genitori anche nella vita quotidiana. «Può darsi che vostro figlio abbia dei limiti, ma certamente è capace di fare molte (o alcune) cose. Valorizzatele», aveva consigliato qualche tempo fa al Caffè delle mamme Daniele Grassucci, cofondatore di Skuola.net. «Promuovere fiducia», è la parola chiave per la psicoterapeuta Gaetani.
L’avvocato Raffaella Restelli è la mamma di Filippa: «La sua partecipazione al talent show della scuola è stata un’occasione anche per approfondire ancora di più il nostro rapporto – racconta al Caffè delle mamme –. In un’età in cui i bimbi cercano conferme in se stessi l’ho aiutata a mettersi alla prova sostenendola e incoraggiandola mentre faceva le prove a casa. È stato un progetto coltivato insieme in cui lei ha potuto esprimersi liberamente ed essere ascoltata da una platea di genitori e compagni». Dopotutto, il nostro ruolo principale non è quello di aiutarli a prendere il volo? Canta Jovanotti in Libera, la canzone dedicata alla figlia Teresa: «Vorrei portarti in fondo alla notte / Mostrarti il sole che sorge / stringerti forte a me / E poi lasciarti andare».