Il sesso agli adolescenti adesso lo fanno scoprire Maurice, un hormone monster, e Connie, un’hormone monstress. Su Netflix sta spopolando la nuova serie Big Mouth, un cartone animato con protagonisti i 12enni Nick e Andrew, che insieme alla compagna Jessi e ai loro amici sono alle prese con i cambiamenti del proprio corpo durante la pubertà e soprattutto con le proprie pulsioni sessuali, impersonificate da mostri che appaiono nei momenti più improbabili. Il ritornello della sigla è I’m going through changes – «Sto vivendo dei cambiamenti» –, sullo schermo scorrono le immagini di spermatozoi, seni che spuntano, peli che crescono, formazione dei primi ovuli. La scelta del canale streaming Usa di dedicare una serie animata (tradotta anche in italiano) al tema e il successo che sta ottenendo non lasciano dubbi: c’è ancora – e sempre più – bisogno di infrangere un tabù e trovare le parole migliori per accompagnare i propri figli nella scoperta della sessualità.
Al Caffè delle mamme l’argomento è introdotto dalle prime lezioni di educazione sessuale a scuola: qual è il modo migliore per parlare di sesso? Innanzitutto bisogna fare cadere una convinzione diffusa: «Molti genitori pensano che se i giovani parlano presto di sesso, avranno anche presto i primi rapporti sessuali. È sbagliato ed è vero esattamente il contrario. Quanto migliore è l’educazione sessuale, tanto più tardi arriva la prima volta, ci sono molti studi che lo provano». Così spiegano la sessuologa Ann-Marlene Henning e la giornalista freelance, Tina Bremer-Olszewski, entrambe tedesche, nel bestseller Make Love (ed. L’Ippocampo, 2013), un manuale per adolescenti che si avvicinano al sesso per la prima volta: in Germania ha venduto in pochi mesi 200mila copie, diventando non solo un successo di libreria, ma un vero fenomeno di società, fino ad essere adottato dalle scuole (la prefazione dell’edizione italiana è della conduttrice televisiva Camila Raznovich).
Prima ancora di trovare le parole giuste è necessario avere ben presente quando i figli non vanno sgridati: «È molto importante, ed è sempre un bene, che i bambini scoprano e conoscano presto i loro genitali. I bambini piccoli dovrebbero potersi toccare liberamente e con disinvoltura. Imparano a conoscere le loro sensazioni e costruiscono un rapporto positivo con gli organi sessuali – si legge in Make Love –. Quando i bambini frugano tra le mutandine o fanno il gioco del dottore con gli amichetti, molti genitori si sentono in imbarazzo. Guardano gesti infantili con occhi da adulti, pensando ai propri atti sessuali. Il bambino non è consapevole del desiderio, fa esperienza e sente che è bello toccare il corpo, solo quando si avvicina l’età adulta il gesto diventa un atto sessuale consapevole».
L’obiettivo dev’essere aiutare chi è alle prese con la pubertà a capire perché si sente così strano in questo periodo della vita e perché il suo corpo crea un caos del genere. Quanto più ne sanno – ribadiscono le autrici di Make Love – tanto meglio possono vivere questa fase della vita. In Big Mouth Andrew lotta per tenere sotto controllo il mostro, mentre il suo amico Nick diventa ossessionato dalla mancanza di cambiamenti nel proprio corpo: «Perché – chiede ai genitori che lo devono tranquillizzare – il mio pene non è cresciuto come quello di Andrew?». A Jessi invece arriva a sorpresa il primo ciclo quando è in gita alla Statua della Libertà in short bianchi: «Ma ti sei seduta sul gelato?», le chiedono i compagni. «In realtà, mi sono venute le mestruazioni!», confida al migliore amico Andrew che, tra l’imbarazzo di entrambi, rimedia portandole un asciugamano da spiaggia.
Bisogna informarli bene su quel che succede al corpo. A proposito di mestruazioni, la sessuologa Henning e la giornalista Bremer-Olszewski usano queste parole: «Il corpo produce ormoni sessuali in un ciclo che dura circa un mese (in alcune donne di più, in altre meno) seguendo sempre lo stesso schema: ogni 28 giorni le ovaie rilasciano un ovocita. Questa è l’ovulazione. Se l’ovulo non viene fecondato, lo strato superficiale dell’endometrio – che si era preparato a una gravidanza – si sfalda per reazione e viene eliminato attraverso la vagina. Ed è questo che vediamo fuoriuscire e chiamiamo sangue mestruale». E i cambiamenti maschili? «Per i ragazzi la pubertà inizia tra i 10 e i 17 anni. Intorno al tredicesimo anno di vita si verifica un vero e proprio salto che fa crescere braccia, gambe, piedi e pene. Il resto del corpo recupera la distanza circa un anno dopo, e per un bel po’ i ragazzi sono abbastanza goffi. Il testosterone fa alzare la percentuale della massa muscolare magra rispetto al grasso corporeo. I muscoli sono più visibili e riconoscibili. La pelle è più spessa ma anche più grassa, diventando preda dei brufoli».
Quanto al sesso, sia chiaro: «Non è stato mai così facile venire a sapere cose sul sesso. In rete, sul cellulare, alla televisione e nelle riviste, il sesso è ovunque – viene sottolineato in Make Love –. È quasi impossibile sfuggirne. Eppure la nostra conoscenza del sesso e della sessualità non è migliorata, anzi». Il manuale è diviso in capitoli: Toccati; La prima volta; La seconda volta; Scopri chi sei; Giù i pantaloni; Da un letto all’altro; Vieni, dai; Attenzione; Senza gravità. Dall’importanza dell’autoerotismo, al ruolo del bacio, le autrici accompagnano per mano gli adolescenti nella scoperta della sessualità, per imparare innanzitutto a riconoscere i propri desideri e a viverli con libertà. Altrettanto dovremmo fare noi genitori, vincendo timori e imbarazzi. Jutta Rinner, docente di Biologia della Scuola Germanica di Milano ed esperta di educazione sessuale, spiega: «A 11-12 anni è importante che i ragazzini sviluppino una consapevolezza del proprio corpo e del proprio io. In classe analizziamo poi i tipi di relazione, dall’amicizia, al matrimonio, fino al divorzio; e ci soffermiamo sul ruolo della donna e dell’uomo. Infine, ovviamente, diamo informazioni ben dettagliate sul corpo umano. Per affrontare malattie sessuali e contraccezione è meglio aspettare, invece, i 13-14 anni. Prima si parla del bello, poi delle possibili complicazioni».
E le domande su che cos’è un rapporto sessuale? «L’importante – e vale anche e soprattutto per i genitori – è rispondere nel modo più naturale ed esauriente possibile, senza esagerare però con le informazioni non richieste». D’altronde non possono essere solo Maurice e Connie, gli hormone monster, a spiegare il sesso ai nostri figli.