I nonni, generazione preziosa

In casa – Riflessioni durante la pandemia
/ 30.03.2020
di Silvia Vegetti Finzi

All’improvviso la generazione più longeva della storia, i nonni che sembravano querce, colpita dalla tempesta che sta flagellando il mondo, si è rivelata la più fragile. Chiusi in casa o confinati negli Istituti per anziani, non chiedono niente né si lagnano dell’avverso destino, ma chiunque avverte la loro ansia. Non tanto per se stessi quanto per figli e nipoti che vivono sotto sequestro, alla giornata, ignari di quando e come finirà questo tempo sospeso.

Per fortuna, nonostante qualche difficoltà dovuta all’età, imparano presto a utilizzare le nuove tecnologie e, tra cellulari, tablet e connessioni Skype, riescono a mantenere frequenti contatti con i loro cari.Basta poco per farli sorridere: il disegno di un nipotino, una fetta di torta donata da un conoscente, un racconto condiviso, una partita a carte con i compagni di Residenza, un buon libro, una canzone di gioventù.

Ciò che conta è sconfiggere la solitudine, sentire di far parte di una rete di comunicazioni, non generiche e astratte, ma ravvivate da una corrente di affetti vivi e veri.

In questi frangenti le nostre comunità, di solito frettolose e distratte, stanno dando il meglio di sé.Obbligati a fermarci, a sospendere la corsa, ritroviamo valori antichi come la prossimità e la solidarietà. Il vicino di casa con cui a stento scambiavamo un superficiale «buon giorno» e «buona sera» è diventato finalmente qualcuno per qualcuno. Occuparci degli altri è il modo migliore per occuparci di noi, per attivare un dialogo interiore a lungo sopraffatto da impegni che, a torto, ci apparivano sempre inderogabili e urgenti. Il tempo, che costituiva sino all’altro ieri la miseria più democratica, condivisa da poveri e ricchi, può finalmente essere recuperato.È il momento di riprendere la narrazione della nostra vita, di colmare dimenticanze, evocare ricordi, dire grazie a chi ci è stato accanto donandoci in silenzio amore e dedizione. Questi giorni hanno tracciato un confine tra prima e dopo e tutti noi, vecchi e giovani, grandi e piccoli, siamo in un certo senso dei sopravvissuti. Con il rischio di lasciarci alle spalle un mondo che non tornerà più, che non sarà più quello di prima, probabilmente migliore ma non lo stesso.Anche per questo l’attuale generazione di anziani è particolarmente preziosa.

I nonni custodiscono la nostra memoria, sono loro che assicurano la continuità della famiglia e del paese e interrompere la trasmissione del passato significa perdere la direzione del futuro. Chi non sa da dove viene non sa dove andare. E ora, di fronte al collasso del futuro, abbiamo più che mai bisogno di mappe e bussole per navigare.