Genitori e nuove tecnologie

Il caffè delle mamme – I dati sui rischi per la salute di un uso senza regole di tablet e smartphone dovrebbero far riflettere e portarci a prendere qualche semplice contromisura
/ 30.12.2019
di Simona Ravizza

«Toglitelo dalla testa!». Il riferimento ovviamente è al cellulare. Una visita per lavoro all’Istituto Ramazzini di Bologna, uno dei migliori centri di ricerca sul cancro a livello mondiale, mi ha fatto decidere di portare l’argomento a Il Caffè delle mamme come la sfida da affrontare per il 2020. Ora, che l’uso di smartphone e tablet non faccia bene, non è certo una novità. Ma sentirsi elencare a uno a uno tutti i rischi certificati da studi scientifici dalla scienziata Fiorella Belpoggi è roba da togliere il sonno soprattutto pensando ai nostri bambini. Perché i danni alla salute che l’uso smodato della tecnologia provoca li conosciamo, ma troppo spesso li sottovalutiamo. La proposta invece è di condividerli con i figli, per convincerli a un utilizzo migliore, che non vuole dire vietarli ma insegnare a usarli con cognizione di causa. È il motivo per cui il Ramazzini ha ideato campagne di sensibilizzazione proprio dedicate agli adolescenti. L’ambizione è di riuscire a catturare la loro attenzione e, perché no, convincerli a leggere quel che dicono gli esperti. Ecco, allora, pochi ma fondamentali concetti chiave.

Prima di arrivare al perché smartphone e tablet possono creare seri problemi di salute bisogna innanzitutto sottolineare che quel che diciamo è accertato con analisi accurate svolte su 2448 topi messi in una sorta di condominio riprodotto in laboratorio: lì, in stanzette di legno, i ratti sono sottoposti per 19 ore al giorno dalla vita prenatale alla morte alle stesse radiazioni che ci arrivano dalle antenne per la telefonia mobile e, a maggior ragione, dai cellulari. Risultato: aumento statisticamente significativo di tumori al cervello e problemi alle cellule nervose del cuore. È quanto emerge dal «Resoconto dei risultati finali riguardanti i tumori del cervello e del cuore in ratti esposti dalla vita prenatale alla morte spontanea a campi elettromagnetici a radiofrequenza, equivalenti alle emissioni ambientali di un ripetitore da 1,8 GHz (il classico trasmettitore per la telefonia mobile)», il più grande studio mai realizzato al mondo: il paper è disponibile online dal 22 marzo 2018 sulla rivista internazionale «Environmental Research». Le esposizioni alle radiofrequenze studiate dall’Istituto Ramazzini sono mille volte inferiori a quelle utilizzate nello studio sui telefoni cellulari dell’agenzia governativa Usa National Toxicologic Program: i tumori riscontrati, però, sono dello stesso tipo.

Per spiegare il surriscaldamento dei tessuti corporei provocato dai cellulari, che è il più evidente degli effetti biologici dei campi elettromagnetici a radiofrequenza, possiamo dire che è lo stesso dei forni a microonde: nei bambini, per le dimensioni e la costituzione dei tessuti, tutto il cervello si surriscalda. Altri pericoli comprovati dalla scienza: deficit dell’attenzione, ritardo generalizzato dello sviluppo, difficoltà nell’esecuzione di semplici attività, irritabilità e incapacità nel gestire e regolare i propri impulsi e il proprio mondo emozionale; riduzione del tempo dedicato al movimento e aumento di conseguenza del rischio di andare incontro a sovrappeso e obesità, maggiori difficoltà nelle relazioni, disturbi del sonno e quelli dell’apprendimento; mal di testa, dolori al collo e alle spalle e cattiva postura poiché trascorrono più tempo davanti agli schermi.

I dati sui rischi di un uso senza regole di cellulari e tablet rafforzano l’importanza di prendere qualche semplice ma indispensabile contromisura. Impossibile tornare indietro nella diffusione della tecnologia, ma di certo possiamo fare meglio: «Siamo responsabili verso le nuove generazioni – ripete spesso Fiorella Belpoggi –. E dobbiamo fare in modo che i telefoni cellulari e la tecnologia wireless non diventino il prossimo tabacco o il prossimo amianto, cioè rischi conosciuti e ignorati per decenni».

L’intensità del campo magnetico cala in base alla distanza del telefonino dal corpo (a 5 centimetri la sua potenza diminuisce di ben 25 volte): è importante parlare usando il vivavoce o gli auricolari; non quelli bluetooth, perché anche questi trasmettono attraverso onde elettromagnetiche.

Tenere il cellulare lontano dalle zone più sensibili al fine di proteggere il proprio corpo.

Non dormire con il cellulare acceso vicino. Spegnere il Wi-Fi di notte.

Le onde elettromagnetiche sono meno pericolose quando il segnale è pieno, cosa che non avviene per esempio, se si telefona in auto o in treno, con il cellulare che continua a cambiare il ripetitore a cui si «allaccia»; in più, gli abitacoli di questi mezzi fanno da schermo ai segnali e creano una specie di gabbia per le onde che si concentrano così maggiormente sul nostro corpo.

Appello invece per noi genitori: non usiamo mai i dispositivi elettronici per calmarli, evitiamo l’uso di tablet e smartphone a tavola, niente pc e tablet in camera.

Infine, i pediatri ricordano alle famiglie che i genitori dovrebbero essere un buon modello: i bambini sono grandi imitatori. «Per questo motivo, i genitori devono limitare il proprio uso. Si otterrà una maggiore connessione con i bambini interagendo, abbracciandoli e giocando con loro – vanno ripetendo –. Le famiglie non devono usare telefonini e tablet come un succhiotto emotivo perché limiteranno lo sviluppo della regolazione emotiva dei bambini».

A Il Caffè delle mamme la sfida è lanciata. E l’impegno per il 2020 è di riuscire a vincerla.