Ogni Capodanno milioni di persone in tutto il mondo formulano promesse per l’anno nuovo. Buoni propositi che in molti però hanno difficoltà a mantenere e a mettere in pratica. E non è solo un problema di promesse per l’anno nuovo. Le persone fanno fatica a seguire i loro buoni propositi in generale. Chi non vorrebbe mantenersi in forma, mangiare sano, risparmiare o usare il proprio tempo libero in modo produttivo? Ma quanti di noi veramente lo fanno? Ebbene negli ultimi anni è diventato popolare un nuovo approccio capace di motivarci a seguire i nostri buoni propositi: la gamification.
Il termine gamification, come si può facilmente intuire, deriva dalla parola game, cioè gioco, e indica l’utilizzo di elementi tipici dei giochi come sfide, ricompense e punteggi, non per il semplice divertimento ma per comunicare messaggi di vario tipo e indurci a comportamenti attivi. Quando giochiamo siamo spesso molto motivati a raggiungere i nostri obiettivi e spesso viviamo anche emozioni positive come gioia, divertimento e soddisfazione. Esattamente queste emozioni sono cruciali per trasformare attività noiose in esperienze divertenti.
Non ce ne accorgiamo nemmeno, ma la gamification si è diffusa a tal punto che elementi dei giochi sono presenti in ogni aspetto della nostra vita e hanno trasformato compiti tediosi in attività piacevoli. Imparare una lingua ad esempio è molto difficile ma la gamification può renderlo più piacevole. Prendiamo la piattaforma di educazione linguistica Duolingo ad esempio. Il progetto è nato nel 2009. Dopo approfondite ricerche e numerosi test l’azienda ha creato una strategia di gamification in quattro punti per rendere l’apprendimento di una lingua più facile e piacevole. La strategia include i seguenti punti: stabilire piccoli obiettivi quotidiani individuali, visualizzare i progressi che facciamo, ricevere notifiche giornaliere e ottenere premi e incentivi. Duolingo ha avuto un enorme successo. La piattaforma offre oggi 94 diversi corsi di lingua in 23 lingue ed è utilizzata da oltre 300 milioni di utenti in tutto il mondo.
Non solo per imparare le lingue, la gamification si è dimostrata un potente strumento per migliorare l’apprendimento in generale. Agli studenti infatti piace imparare giocando ed è stato dimostrato che in determinate circostanze può migliorare le prestazioni degli studenti. I ricercatori hanno scoperto che la gamification può aumentare l’impegno e la frequenza di studio e ridurre la differenza tra gli studenti più bravi e quelli meno bravi.
La gamification può anche essere utile per promuovere lo sport e la salute perché può indurre le persone a svolge- re attività fisiche, a fare scelte alimentari sane, ad educare i pazienti sulla loro malattia e a motivarli a impegnarsi nella loro terapia. Ci sono dozzine di storie di successo. Zombies Run! ad esempio è un’app che ti motiva a fare jogging attraverso una serie di missioni che devi portare a termine per aiutare una città a sopravvivere all’invasione di zombi. Mentre l’app MySugr offre ai pazienti che soffrono di diabete un monitoraggio dei progressi facile e chiaro e li aiuta a rimanere in buona salute. L’app raffigura il diabete come un mostro da combattere e consente agli utenti di affrontare sfide per mantenere alta la propria motivazione. L’app Re-Mission invece aiuta i bambini e i giovani a com- battere il cancro. Nel gioco i giocatori si trovano all’interno del corpo umano e con un arsenale di armi e superpoteri, come la chemioterapia, gli antibiotici e le difese naturali del corpo devono combattere il cancro. È stato dimostrato che il gioco aiuta a combattere il cancro perché trasmette ai pazienti un senso di potere e controllo verso la malattia e li incoraggia a proseguire con il trattamento.
Anche nella mobilità le soluzioni non mancano. L’EcoScore app dell’azienda di car-sharing Car2Go, ad esempio, permette agli utenti di imparare a guidare in modo più ecologico. Sul display dell’automobile viene illustrata la qualità di guida durante l’accelerazione, la velocità di crociera, e la decelerazione. Ognuna delle tre categorie è rappresentata da un albero. Quando la guida dell’utente è particolarmente ecologica, l’albero è sano, fiorente e popolato da tanti animali, ma se la guida non è molto ecologica, l’albero è piccolo e avvizzito. L’app Waze invece informa gli utenti sulla situazione del traffico in tempo reale. Per incentivare gli utenti a segnalare i problemi di traffico, per ogni segnalazione che fanno, essi ricevono punti e possono così avanzare di livello. La piattaforma mostra poi il loro punteggio rispetto agli altri utenti della community.
La gamification ci insegna anche a risparmiare. Con Digipigi, il salvadanaio digitale di Credit Suisse, ad esempio i bambini possono imparare fin da piccoli in modo giocoso a gestire i propri soldi. Nell’app Digipigi Kids infatti i bambini possono facilmente stabilire i propri obiettivi di risparmio personali e tenere traccia dei loro risparmi in modo semplice e divertente. Anche le aziende utilizzano la gamification per migliorare la gestione dei clienti, consolidare la fedeltà ad un brand ed aumentare il rendimento e la performance degli impiegati. Il rivenditore online digitec ad esempio nel 2017 ha introdotto un nuovo programma di fidelizzazione. I clienti vengono premiati con punti e premi quando fanno acquisti o discutono di prodotti e danno recensioni. Ogni cliente può poi vedere il proprio punteggio e livello rispetto agli altri clienti.
Come dimostrano questi esempi, la gamification oggi è presente un po’ ovunque ed è in continua crescita. Ogni giorno vengono pubblicate circa 1600 nuove app e il 43% sono giochi. Ma che cos’è un gioco? Ogni gioco è composto fondamentalmente da tre elementi: un obiettivo che indica ai giocatori la direzione e se viene raggiunto permette di passare al livello successivo; delle regole che definiscono come si può raggiungere l’obiettivo; e un meccanismo di feedback per permettere al giocatore di capire quanto è vicino all’obiettivo. Inoltre giocare deve essere un’attività volontaria. Non deve sussistere nessun obbligo di partecipazione. Il trucco per sviluppare un gioco di successo è mantenere il giocatore in uno stato di flow caratterizzato dal giusto equilibrio tra la difficoltà della sfida e l’abilità del giocatore. Se il giocatore si sente sopraffatto perché il gioco è troppo difficile tende ad essere frustrato e si arrenderà. Al contrario se il gioco è troppo facile e non stimola abbastanza il giocatore, quest’ultimo si annoierà e smetterà presto di giocare. Un gioco di successo si ottiene quindi attraverso sfide successive. Il livello di difficoltà deve aumentare sfida dopo sfida di pari passo con l’abilità del giocatore.
Senza che ce ne siamo resi conto, quindi, la nostra vita è diventata un gioco. E forse, grazie alla gamification, i buoni propositi che abbiamo fatto per il nuovo anno, questa volta, li riusciremo a mantenere.