Laura Schälchli classe 1982 ha studiato Design-Management a New York e Scienze gastronomiche in Italia. Oggi è direttrice di LA FLOR (laflor.ch) la sua marca di cioccolato. Lei la definisce una trasparente manifattura cioccolatiera di casa a Zurigo che lavora in modo artigianale. «Si riconosce subito il sapore di una cioccolata fatta a mano, il gusto emerge grazie al cacao e non agli additivi. Le fave di cacao contengono fino a 600 componenti gustativi che, proprio come il vino, dipendono dal paese di provenienza, dalla pianta e dal clima in cui sono maturati». Esther Zwygart, invece, è una delle poche donne pilote al mondo e da diversi anni vola sugli aerei di linea della Lufthansa. Ma quello di guardare giù dal finestrino della cabina di pilotaggio e ammirare il panorama non è l’unico sogno che ha realizzato. Insieme alla sua famiglia è proprietaria di un’isoletta in Canada «è stato tutto molto casuale, eravamo in vacanza da quelle parti e abbiamo saputo di questo terreno in vendita. Ci siamo innamorati e nel giro di una notte abbiamo deciso di prenderlo». Da allora con amici e parenti trascorrono lì le loro vacanze in mezzo al silenzio della natura, spesso quando vanno in canoa per mare gli capita di vedere leoni marini e delfini.
Poi c’è la professoressa di economia comportamentale a Harvard, Iris Bohnet, direttrice del Women and Public Policy Program, e autrice del saggio What works – Gender Equality by Design, tradotto in altre parole: come il design comportamentale può rivoluzionare la parità. Esempio: le cinque migliori orchestre americane da decenni potevano contare su una sparuta percentuale di donne del 5%. Ogni volta che si apriva un concorso le candidate donne venivano bocciate da una giuria di soli maschi. Quasi a dire che gli uomini suonano meglio. Poi la sorpresa: ad un certo punto si è deciso di tenere le audizioni dietro ad una tenda, dunque era impossibile sapere se a suonare era un uomo o una donna e, come per incanto, la quota femminile in queste orchestre è sensibilmente salita. Nelle assunzioni, nelle promozioni, nel salario le donne spesso sono penalizzate. Iris Bohnet nel suo brillante libro mostra che le cause risiedono nelle nostre percezioni distorte che influenzano le nostre decisioni anche quando siamo convinti di essere oggettivi. A proposito di parità parliamo allora di Margrith Bigler-Eggenberger, classe 1933, primo giudice federale donna. È stata anche tra le prime docenti all’Università di San Gallo. Era il 1974, tre anni dopo l’entrata in vigore del diritto di voto alle donne, quando fu eletta per il rotto della cuffia. Per 17 anni rimase l’unico giudice federale donna in tutta la Svizzera. Ed è stata una pioniera in fatto di parità e questioni di genere. Si è battuta per il diritto all’aborto e per la parità salariale. Nel 1977 un insegnante denunciò di essere vittima di una discriminazione salariale e il tribunale federale le diede ragione. Per Margrith Bigler-Eggenberger i diritti umani sono sempre stati irrinunciabili, suo marito sopravvisse per miracolo ad un campo di concentramento nazista.
Vi chiederete cosa hanno in comune queste donne così interessanti eppure così diverse tra loro. Sono svizzere, hanno un forte legame con il nostro Paese e insieme ad altre 96 fanno parte di un sito dal titolo 100 aussergewöhnlichen Frauen in der Schweiz (100 donne straordinarie in Svizzera). Il progetto porta la firma di Fatima Vidal che ci spiega quanto il termine «straordinario» nel caso di questo lavoro sia molto soggettivo: «ho scelto quelle donne le cui storie mi appassionavano e che ho pensato fossero interessanti da conoscere per altre donne. Storie talvolta normali, talvolta eccezionali per diversi motivi. Racconto ad esempio di una parrucchiera che da un giorno all’altro ha deciso di lasciare il suo negozio per cambiare vita, oppure di Franziska Kiefer, appassionata di storia medievale, che voleva diventare una forgiatrice di armature ma, visti i tempi, ha trovato un compromesso ed è diventata maniscalco, oppure racconto la storia di Rosmarie Hidber, una vita dedicata al volontariato e, ancora, Renate Oertig che addestra cani da valanga e tre giovani ragazze, Monica Oliveira, Leslie Iseli, Natalia Rasstrigina, che con il loro video sulla cybersecurity e l’uso attento dei social sono state premiate dall’associazione di categoria per la protezione dei dati».
Fatima Vidal, giornalista, autrice e fondatrice di una piccola casa editrice, ha voluto unire e mettere in evidenza donne di tutte le età che giocano un ruolo importante nella politica, nello sport, nella cultura, nell’economia, nella società e nelle scienze. Donne con un curriculum particolare. Perché tutte donne? «Perché ero stufa, soprattutto nei media, di vedere sempre e solo uomini. Se da un lato oggi possiamo dire di avere raggiunto le pari opportunità, dall’altra le strutture nelle quali ci muoviamo non sono adeguate, non sono abbastanza emancipate. Inoltre con questo progetto mi sta a cuore fornire dei modelli positivi, virtuosi e costruttivi per le più giovani, dare loro il coraggio di percorrere la propria strada».
Perché un progetto online? «È un segno dei tempi, oggi le persone non leggono più così tanti libri. Il mio sito ha più di 54’000 visitatori, con un libro non ne avrei mai raggiunti altrettanti. Tuttavia nei miei piani c’è anche una pubblicazione cartacea, per ora sono in cerca di fondazioni e sponsor disposti a sostenere il progetto».
Se siete curiosi e avete voglia di conoscere destini e storie di altre donne non vi resta che andare a questo indirizzo: www.100frauen.ch