La psichiatria da anni promuove un nuovo orientamento: affrontare la situazione di crisi là dove nasce e offrire alla persona cure psichiatriche nel proprio contesto di vita familiare e sociale.
È in quest’ottica che la Clinica psichiatrica cantonale dell’Organizzazione Sociopsichiatrica Cantonale (Osc) offre una proposta denominata Home Treatment: il «ricovero» a casa.
Non è nuovo nel mondo, nemmeno in Svizzera, ma in Ticino l’offerta esiste solo dalla primavera del 2016 come progetto pilota, e per ora unicamente sul territorio di Bellinzona e Tre Valli. Questo progetto prevede che chi soffre di un disturbo psichiatrico in fase acuta abbia un’alternativa al ricovero ospedaliero, restando a casa propria e disponendo della stessa offerta terapeutica. Vengono offerti colloqui di sostegno e valutazione specialistica, esami somatici, prescrizione, somministrazione, revisione e monitoraggio della terapia farmacologica, interventi di educazione sanitaria, incontri regolari con la rete di presa a carico abituale.
La presenza dei curanti è garantita attraverso molteplici visite domiciliari giornaliere da parte di infermieri, medici e psicologi. Il servizio è attivo 7 giorni su 7 e 24h/24h. «Poter essere nell’ambiente di vita della persona», spiega il dottor Zefiro Mellacqua, medico aggiunto di Home Treatment, «permette di conoscere meglio la sua condizione e di coinvolgere attivamente i famigliari e chi la circonda nel percorso di cura. Severino Cordasco, coordinatore dell’équipe, aggiunge come sia possibile grazie a Home Treatment effettuare un lavoro di psicoeducazione rivolto alla persona e alla famiglia, per prevenire o saper gestire al meglio la propria salute e le possibili crisi future.
Gli interventi al domicilio vengono svolti dall’equipe in condizioni favorevoli, nel salotto, in cucina e in talune circostanze anche fuori casa concordando di volta in volta l’appuntamento con l’utente. Il principio è quello di preservare le attività della vita quotidiana del paziente (attività domestiche, necessità pratiche, questioni amministrative e così via) e l’integrazione con il tessuto socio-lavorativo di appartenenza.
Gli studi internazionali mostrano l’efficacia di Home Treatment nel trattamento del disagio psichico acuto, per questo chiediamo al dottor Mellacqua e al coordinatore Cordasco di raccontarci meglio come funziona e a cosa si devono i benefici. Per spiegare, fanno l’esempio di un caso: il signor Gabriele di Airolo (dati fittizi) che soffre di depressione. A causa di questo disturbo ha perso il lavoro ed è entrato in una fase di crisi. In passato, quando ciò avveniva era stato ricoverato nella clinica psichiatrica di Mendrisio. Circa un anno fa, a fronte di una crisi acuta e davanti alla necessità di un ricovero, ha avuto l’opportunità di poter ricevere le cure psichiatriche di cui aveva bisogno direttamente a casa propria. Il signor Gabriele ha accettato. A ridosso della presa a carico con Home Treatment si erano creati disagi e incomprensioni con i vicini, al punto tale da obbligarlo a dover lasciare il proprio appartamento. Con il supporto dell’équipe di Home Treatment, Gabriele ha ottenuto dal proprietario di casa una proroga allo sfratto. Oltre alle cure specialistiche, si sono potuti cogliere alcuni elementi scatenanti del disagio, come le difficoltà finanziarie, uno stile alimentare inadeguato e una situazione conflittuale con l’ex-moglie e i figli minori. Sono stati chiamati a collaborare i servizi sociali, l’Autorità di Protezione degli adulti e le risorse famigliari disponibili. A tal proposito anche i figli, che venivano a trovare il papà ogni due settimane, sono stati indirizzati a un servizio Osc, denominato «Progetto Ifigenia», ricevendo l’aiuto necessario per capire ed elaborare quello che stava succedendo al proprio genitore. Quando Gabriele si è sentito meglio, Home Treatment ha anche concordato un rientro al lavoro graduale con beneficio sia per il paziente sia per il suo datore di lavoro. Da allora Gabriele non ha più avuto crisi, impegnandosi in un percorso di cura di tipo ambulatoriale con i curanti di riferimento sul territorio.
«Abbiamo cercato di lavorare in rete con le risorse disponibili del territorio, assicurandoci che non dovesse traslocare nel mezzo del suo disagio psicologico, che non arrivasse in una nuova abitazione da solo, facendo in modo che la nuova abitazione fosse vicina al domicilio dei figli, aspetto questo molto importante per il paziente e i familiari. Ha infine richiesto una curatela e l’équipe ha permesso di consolidare il rapporto con tale curatore», spiega Cordasco.
Gli studi dimostrano come il ricorso al ricovero ospedaliero diminuisca drasticamente quando questo viene offerto al proprio domicilio, come nel caso qui presentato, permettendo anche una maggiore continuità con i servizi esistenti sul territorio e incidendo così sulla qualità di vita. «Dopo una fase acuta di disagio psichico, nei casi in cui questa venga affrontata attraverso un ricovero ospedaliero, si ritorna solitamente nello stesso ambiente sociale e familiare dove nulla o poco risulta cambiato», spiegano. «Disporre di un aiuto là dove nasce la crisi permette di considerare tutti i fattori che possono portare a uno scompenso psichico. L’intervento a casa permette inoltre alla persona di prendersi maggiori responsabilità e di vivere il ricovero in modo più attivo».
Il dottor Mellacqua conclude: «Un disagio psichico è spesso la spia di qualcosa di più vasto dei sintomi di cui soffre il paziente e noi, immergendoci in quella vastità, riusciamo non solo ad avere una visione più accurata del malessere psichico di una persona ma anche ad offrirle le nostre competenze terapeutiche là dove servono».
Certo, se la persona è minorenne, o se rischia di diventare un pericolo per se stessa o per gli altri, se ha bisogno di un monitoraggio clinico costante per via di ripetute intossicazioni da alcol o sostanze, allora si procede al ricovero in una struttura ospedaliera, come la clinica psichiatrica cantonale di Mendrisio. Home Treatment infatti non vuole sostituirsi a un ricovero di tipo ospedaliero, bensì essere una valida alternativa.
Curarsi a casa, anche nel mezzo di una crisi psichiatrica, è un esempio concreto di come possa essere confezionata una cura su misura dei bisogni personali di un paziente e rientra nella tendenza generale della medicina di mettere sempre più al centro il paziente, con i suoi diritti di cittadino di vivere dove vuole, di avere una vita dignitosa, di portare avanti i suoi interessi, le sue relazioni. Home Treatment è anche una possibilità per chi pur essendo già ricoverato in ospedale accetti, durante il proprio percorso terapeutico, di proseguire il proprio ricovero al domicilio.
Home Treatment in Ticino lavora per ora solo nella regione di Bellinzona e Tre Valli, con la possibilità di seguire, per il «ricovero» a casa, fino a un massimo di 14 persone. L’équipe di Home Treatment si compone di otto infermieri con specialità in salute mentale, un’infermiera esperto clinico, due medici psichiatri, una psicologa e un coordinatore infermieristico. Home Treatment lavora in collaborazione con i diversi partner del territorio, compresi l’Ospedale San Giovanni di Bellinzona e l’Ospedale di Faido.
Vask, l’associazione dei famigliari e amici di persone con disagio psichico, considera positivamente l’offerta di Home Treatment e desidera che sia esteso a tutto il territorio del Cantone. Loro, insieme all’elevato gradimento espresso dalle persone ricoverate in casa, confermano l’importanza di poter ricevere, anche nei momenti di maggiore difficoltà, l’aiuto necessario rimanendo in contatto con i propri cari, il proprio ambiente e le persone di riferimento.
È in corso uno studio in collaborazione con la Supsi per stabilire i costi e i benefici a lungo termine. Tra un anno e mezzo avrà termine il progetto pilota a Bellinzona e nelle Tre Valli, per cui presto si vedrà quale seguito avrà Home Treatment.