Creatività che guarda al futuro

Incontro con Alessio Petralli per parlare del Premio Möbius, della sua storia ma, soprattutto, delle prospettive di sviluppo
/ 12.12.2016
di Alessandro Zanoli

In un articolo pubblicato qualche settimana fa avevamo ripercorso insieme a Bruno Giussani gli albori di Internet in Ticino, all’inizio degli anni 90. In quell’epoca di fervore diremmo quasi visionario la tecnologia muoveva passi ancora incerti, ed apriva però di fronte agli occhi scenari futuristici, anche nella nostra regione. E proprio in Ticino, in quel periodo, un’altra importante iniziativa andava in quella direzione. L’istituzione a Lugano del Premio Möbius, un riconoscimento internazionale alla creatività e all’impegno nell’uso delle (allora) nuove tecnologie digitali, creava sicuramente un polo di interesse internazionale.

Attivo fin dall’inizio in quell’avventura, che continua ancora oggi con grande slancio di idee e di inventiva, era Alessio Petralli, docente e studioso di linguistica. Molti dei nostri lettori lo conosceranno proprio per l’importanza delle sue pubblicazioni legate allo studio della lingua. Ma Petralli è un cultore di tecnologia, un precursore che si impegna da due decenni ormai per organizzare la tappa luganese di questo premio. «Il Möbius è nato in realtà a Parigi nel 1992, per iniziativa di Jean-Claude Quiniou e di Ghislaine Azémard del Département hypermédia dell’Università Paris VIII» ci spiega Petralli. «In seguito hanno cercato di allargarne la presenza in Europa e nel mondo, e alla fine sono riusciti ad avere 13 comitati di preselezione». A Lugano Möbius è arrivato nel 1996 e ha ottenuto il sostegno della Città e della Radiotelevisione Svizzera. «Siamo riusciti a creare un comitato di preselezione per tutti i prodotti in lingua italiana. Allora si parlava prevalentemente della creazione di CD-Rom. Ricordo ad esempio un bellissimo CD-Rom ticinese sul corpo umano. Era un’accuratissima descrizione multimediale dell’apparato locomotore che aveva vinto dapprima il premio a Lugano, poi era andato a Parigi e si era fatto molto onore anche nel contesto internazionale».

In quegli anni, si ricorderà, si erano create molte aspettative attorno al CD-Rom, supporto digitale che poteva contenere informazioni di vario tipo e organizzarle in una pubblicazione multimediale. Lo stesso Umberto Eco ne aveva preconizzato il successo quale medium d’elezione per la diffusione della cultura: «Certo – conferma Petralli – c’era chi riteneva di aver scoperto un nuovo papiro; del resto Internet non era ancora così diffuso, stava appena arrivando. Però poi, col CD-Rom sappiamo come è andata... Comunque è stato molto bello per noi essere coinvolti in una rete dai contatti internazionali così estesi. Siamo stati fin dall’inizio una piccola realtà, ma ora come Fondazione Möbius ci siamo consolidati. Negli anni abbiamo creato importanti contatti e questa è la nostra grande ricchezza».

Visto il veloce cambiamento che caratterizza il mondo della tecnologia il Premio Möbius ha dovuto seguire il corso dell’evoluzione. «Col passare del tempo ci siamo dovuti più volte riposizionare. Oggi abbiamo tre premi, il primo dei quali è il Gran Prix per l’editoria in transizione. Certo, qui si apre un discorso particolare, perché l’editoria è in grande difficoltà. Noi abbiamo mantenuto il premio perché vogliamo cercare di scovare nicchie che, con l’aiuto di tanti autorevoli amici del Möbius, potrebbero avere prospettive di successo». In questo settore specifico il Möbius ha premiato quest’anno un libro molto particolare: «È un ricchissimo dizionario italiano-olandese di un linguista siciliano che si chiama Vincenzo Lo Cascio e che vive da più di cinquant’anni in Olanda. Sembrerebbe un progetto molto specialistico e circoscritto, ma in realtà la sua ricchissima banca dati si presta molto bene allo sviluppo di tanti altri dizionari bilingui, con l’italiano quale lingua di riferimento».

Oltre all’editoria «da salvare», l’attività di Möbius si concentra oggi sulle nuove idee per prodotti ad alto contenuto tecnologico: «In collaborazione con la Fondazione Agire, che si occupa di favorire le startup locali, con il Grand Prix Möbius Suisse ci concentriamo proprio sulle giovani imprese e sulle loro idee innovative». Da questo punto di vista il Ticino sembra in grado di produrre proposte davvero innovative: «Cerchiamo di valorizzare il locale, in modo da favorire visibilità e contatti ai prodotti di valore, così come è accaduto ad esempio l’anno scorso con smARTravel, che da Lugano ha stabilito una più che promettente collaborazione con la Treccani. I prodotti che hanno partecipato quest’anno (si possono vedere nel nostro nuovo sito www.moebiuslugano.ch) sono tutti e tre davvero notevoli. Ha vinto Clara, una giacca sportiva “intelligente” per chi viaggia in bicicletta di notte, con Led comandati via Bluetooth che indicano movimenti, direzioni e frenate del ciclista».

Nel campo di interesse del premio Möbius ci sono però anche le tecnologie legate alla comunicazione. «In collaborazione con la Supsi abbiamo creato un’iniziativa che mira a coinvolgere giovani creativi attorno alle attività culturali promosse nel territorio. Il riconoscimento si chiama Möbius Giovani. Il premio, assegnato quest’anno allo studente Michele Gandolfi per la sua proposta di filmato virale (anch’esso visibile sul sito del Möbius), era legato alla creazione di un breve video che lanciasse in maniera originale la mostra di Meret Oppenheim programmata al Lac dal prossimo febbraio. Per raggiungere questo obiettivo è stata determinante la disponibilità del direttore del Masi Marco Franciolli, che fa parte del nostro comitato esecutivo assieme ad Augusto Chollet».

Oltre agli aspetti legati al concorso, comunque, le sessioni luganesi del Premio Möbius sono accompagnate da una serie di eventi, legati all’argomento che caratterizza l’edizione specifica della manifestazione. «Sì, ogni anno scegliamo un tema: quest’anno ad esempio erano i Big Data, e l’abbiamo sviluppato con una conferenza iniziale a cui hanno partecipato Dick Marty e Jacques Baud, un colonnello attivo nei servizi di sicurezza svizzeri. Il dibattito sulla figura di Edward Snowden, che è andato molto bene grazie a due relatori di grande spessore, è stato il giusto prologo al simposio che teniamo normalmente il sabato pomeriggio. L’idea della fondazione è quella di far passare, se possibile, riflessioni forti su temi che fanno discutere, magari difficili ma fondamentali per la vita di tutti, con l’intento di favorirne una maggiore conoscenza. Il tema dell’anno prossimo è già in fase di elaborazione. Si parlerà molto probabilmente di città intelligente, di smart city e di felicità urbana».

Per quanto riguarda i premi, la Fondazione non propone un sostegno finanziario. Il premio in palio è di valore ma simbolico, si tratta di un oggetto davvero speciale, un nastro di Möbius realizzato dal noto artista luganese Fernando Bordoni, in rame ricoperto d’oro. Il ruolo della Fondazione Möbius, ci spiega Alessio Petralli, è piuttosto quello aiutare i progetti vincitori cercando di diffonderne la portata attraverso i propri contatti: «Come si diceva prima, un esempio che per noi è stato di grande soddisfazione è smARTravel, che ha vinto l’anno scorso. La startup di Chiasso ha creato un’App per smartphone che permette di realizzare ed usufruire in modo pratico di guide interattive per i musei. Visto che fra gli amici di Möbius c’è fin dall’inizio Massimo Bray, già ministro della cultura italiano sotto il governo Letta e attuale direttore della Treccani, si stanno delineando concrete possibilità per smARTravel di accedere ai contenuti della Treccani per proporre progetti pilota in Italia e, se le cose andranno bene, di entrare in forze in un mercato in forte espansione».

Continuando a parlare del futuro del Möbius con Alessio Petralli, si tocca anche il discorso legato all’importanza nella divulgazione dei suoi risultati. «Nel nostro piccolo siamo una sorta di incubatore di idee: esiste la ricerca che procede secondo i suoi percorsi, esiste la ricerca applicata che ne segue altri, e noi cerchiamo di stare un po’ nel mezzo sapendo cosa succede in quegli ambiti e cercando di far arrivare alla popolazione la portata di queste idee».

 

Möbius quindi ha una vocazione informativa fin dall’origine, che potrà essere valorizzata dal nuovo sito web. «All’inizio si interessava al Möbius soprattutto un pubblico di addetti ai lavori legati all’editoria; ora, con la creazione delle Fondazione, è importante per noi allargare la cerchia delle persone che ci conoscono, oltre che la nostra presenza durante l’arco dell’anno. Abbiamo ad esempio in mente un ciclo sul “web del futuro” su temi fondamentali che hanno, o avranno presto, a che fare con la quotidianità di tutti noi, quali l’internet delle cose o l’auto senza pilota. Certo, ci vuole energia per gestire il tutto, soprattutto se si considerano le potenzialità, ma anche le insidie, delle reti sociali. Insomma, prima di tutto occorre premiare e trattare contenuti di valore, talvolta complessi, ma poi è indispensabile divulgarli al meglio, specialmente se riguardano la vita di tutti. Come i Big Data quest’anno o la “felicità urbana” e la “città intelligente” il 6 e 7 ottobre dell’anno prossimo».