Conoscere il legno

Artigianato – Una vecchia tornitura a Cavigliano è stata trasformata in un piccolo museo del legno ideato da Roberto Barboni
/ 08.10.2018
di Nicola Mazzi

«Un luogo per scoprire la magia del legno in Ticino, un laboratorio di tornitura dove ammirare come le mani di un esperto artigiano fanno nascere i frutti del legno, uno spazio dedicato alla materia più amata e usata dall’uomo per imparare a distinguerne le diverse specie». Così recita il volantino che Roberto Barboni distribuisce ai visitatori che vanno a trovarlo nel suo piccolo museo a Cavigliano. Un progetto nato qualche anno fa e che è diventato realtà nel mese di maggio. 

Una vecchia torneria nelle Terre di Pedemonte trasformata in un piccolo centro del legno, dove poter scoprire le proprietà di questo antico materiale. L’ideatore dello spazio espositivo ci illustra da dove è nata l’idea e che cosa propone. «Il progetto è iniziato una decina di anni fa, quando ho lasciato la precedente professione e mi sono dedicato alla mia passione: l’artigianato del legno. Un’attività che ho sempre praticato come hobby fin da ragazzo e che oggi, con soddisfazione, è diventata la mia professione a tempo pieno». 

Un sogno partito da una piccola cantina e che poi si è ampliato in un garage. Ma il passo più importante Barboni lo ha fatto grazie all’eredità della stalla che oggi è diventata il museo. «All’inizio abbiamo sviluppato l’atelier di tornitura che si trova al piano terra e negli anni seguenti, con mia moglie, ho ristrutturato anche il primo piano, il fienile. Uno spazio che ho dedicato al legno in tutte le sue forme». 

«L’atelier al piano terra e lo spazio espositivo - evidenzia - vogliono essere un luogo in cui gli interessati e i curiosi possano venire e scoprire tutta la lavorazione della filiera: dal pezzo di legno all’oggetto artigianale. Infatti la particolarità della tornitura è proprio il fatto che si può trasformare un anonimo ceppo in un magnifico oggetto», dice con orgoglio e con la sicurezza di un mestiere che conosce bene. 

Con Roberto Barboni scopriamo il locale adibito a museo. «Abbiamo cercato di creare una logica, un percorso e lo abbiamo diviso in quattro diversi settori. Una parte è dedicata alle creazioni artistiche con opere provenienti da diversi parti del mondo. Uno spazio che rispecchia le diverse sensibilità delle trasformazioni del legno in opere decorative-artistiche. Una seconda parte museale è invece più etnografica. In questo angolo sono presenti oggetti antichi legati al territorio come un carretto, una vecchia culla in legno e strumenti che erano d’uso quotidiano solo pochi decenni or sono. Una terza parte è didattica. In questi anni in cui ho frequentato i mercatini della regione, mi sono accorto che in molti hanno perso la conoscenza di questo materiale. Così ho deciso di esporre alcune specie di legno presenti sul nostro territorio, ma non solo. Un’ultima parte è dedicata ai souvenir: proponiamo oggetti in legno realizzati da alcuni artigiani della regione. Dalla ciotola, alla penna, fino a lavorati più tradizionali come i mestoli». 

I tipi di legno usati nell’artigianato (e sono parecchi come si possono scoprire nel piccolo museo) variano a dipendenza dei desideri dei clienti e dall’estro di chi li produce. «Tengo a precisare che utilizzo soprattutto legname autoctono, ma posso anche servirmi di materiale estero per creare oggetti particolari e che richiedono un colore diverso. Sono gli alberi da frutto i legni più interessanti nella produzione artigianale, in quanto hanno bellissimi disegni creati dalle venature: penso per esempio all’acero, al noce o al ciliegio». 

Ma non tutto è rose e fiori nella filiera bosco-legno. Come rileva lo stesso Barboni uno dei problemi nella Svizzera italiana è la mancanza di una cultura di questo materiale. Soprattutto a livello industriale e commerciale. «È una risorsa che dovrebbe essere meglio sfruttata. Negli ultimi anni abbiamo dei piccoli segnali di ripresa grazie a progetti legati al teleriscaldamento, ma c’è ancora molto lavoro da fare sia nell’artigianato sia nell’edilizia. Certo, uno dei problemi dei nostri boschi è l’accesso al legname e i costi fissi alti. Ma si potrebbe fare sicuramente di più. Faccio un piccolo esempio per farmi capire: quando tagliano alberi importanti, come è successo di recente a Lugano e a Locarno, non chiedono mai a noi artigiani se possiamo ritirarli. Finiscono al macero o magari sono destinati al cippato. Ed è un peccato perché noi potremmo valorizzarli, dare una seconda vita a piante che hanno una storia alle spalle».

Un altro aspetto critico è la mancanza di aiuti economici agli artigiani e, da un paio di anni, l’assenza di una vera e propria fiera cantonale. «Il settore sta conoscendo un periodo difficile, anche perché gli incentivi sono terminati. Trovo inoltre che sia un vero peccato non riuscire a organizzare un’esposizione cantonale, un momento importante per tutti noi. Personalmente ho cercato di riattivarla (n.d.r.: il nostro interlocutore è presidente dell’associazione ar-ti), ma senza aiuti pubblici è impossibile, i costi sono troppo elevati». 

Anche per queste ragioni Barboni ha voluto creare un nuovo punto di riferimento per il settore. «È un posto dove si promuovono gli artigiani e le loro creazioni. Inoltre l’ho ideato perché desidero che le persone capiscano la differenza tra il nostro lavoro e il bricolage. Tengo a precisare che non ho nulla contro chi si diletta nel fai da te, ma l’artigianato è un’altra cosa. Noi abbiamo una preparazione e una conoscenza, oltre a una tecnica realizzativa, più professionale». E conclude con una definizione del suo lavoro: «L’artigiano è colui che realizza un oggetto partendo dalla materia prima, con macchinari semplici o a mano e che cura tutte le fasi della realizzazione del prodotto». Un lavoro, una passione, che può diventare anche una forma d’arte. 

Informazioni
www.museolegno.ch