In Ticino sono una ventina, in Svizzera oltre 400. Parliamo delle «Città dell’energia», Comuni o città che hanno ricevuto questo marchio di qualità in virtù di progetti a favore delle energie rinnovabili, di una mobilità ecologica e di un uso efficiente delle risorse.
Il label è in sostanza un riconoscimento per i Comuni che adottano una politica energetica sostenibile. Ad esempio, promuovendo interventi a livello di pianificazione, di edifici o d’impianti comunali, nell’approvvigionamento e smaltimento, nella mobilità ma anche nell’organizzazione, nella comunicazione e nella cooperazione. Come spiega la presentazione dell’iniziativa promossa da SvizzeraEnergia, «il programma Città dell’energia non è solo un marchio di qualità ma un procedimento continuo che porta il Comune al label e quindi alla concretizzazione di una politica energetica comunale sostenibile».
Sostenibilità che concretamente significa applicare provvedimenti mirati per migliorare l’ambiente, il clima e, in sostanza, la qualità di vita della popolazione. Attualmente sono già oltre quattro milioni le persone che vivono in una «Città dell’energia» in Svizzera, un marchio garantito da una commissione nazionale e da un’ampia rete di esperti, i quali offrono pure un sostegno tramite programmi promozionali e strumenti di supporto alla realizzazione. Per ottenere il label, il comune deve aver già realizzato o deciso formalmente almeno il 50 per cento delle misure, mentre in seguito la Commissione verifica regolarmente, con scadenza quadriennale, l’attuazione dei provvedimenti, continuamente adattati alle conoscenze tecniche e di politica energetica.
I vantaggi per i comuni? Oltre alle migliori condizioni di vita, a un’elevata qualità abitativa e a un ambiente attrattivo, i progetti consentono dinamismo, incitando la ricerca e la realizzazione di soluzioni innovative e sostenibili, traducibile spesso anche in vantaggi economici.
Gli strumenti a disposizione delle potenziali «Città dell’energia» sono veramente molti e alcuni esempi permettono di capire come ci siano infinite soluzioni per migliorare la qualità di vita, che rimane lo scopo principale di tutto il progetto. Si spazia da semplici indicazioni sulla politica energetica del Comune per informare e sensibilizzare la popolazione, alla promozione di servizi di trasporto Pedibus, stazioni per bici elettriche o anche una partecipazione all’iniziativa nazionale «bike to work» (al lavoro in bicicletta).
Il Comune può inoltre sensibilizzare (con bollettini, pagina web, consigli o articoli) sui temi d’efficienza energetica, energie rinnovabili e mobilità sostenibile. Apprezzati sono anche i consigli pubblicati sul calendario dei rifiuti oppure l’organizzazione di eventi, come il mercatino dell’usato o il mercatino con giochi solari e in legno.
La distribuzione di apparecchi a basso consumo (lampadine, prese) o la promozione di prodotti per il risparmio dell’acqua sono di certo mezzi efficaci che i candidati possono adottare. Non mancano strumenti a favore delle energie rinnovabili: programmi d’incentivazione, visita d’impianti o partecipazione attiva alla Giornata del sole, un evento nazionale dove conoscere le opportunità offerte da questa immensa fonte energetica.
Un punto importante nella «lista di idee e prodotti per le attività» di SvizzeraEnergia concerne gli edifici, sia quelli comunali da gestire in modo sostenibile, sia quelli privati dove si possono pure incentivare risanamenti energetici o altre misure a favore dell’ambiente e della sostenibilità.
La Confederazione sostiene fortemente le «Città dell’energia», commentando positivamente questo grande progetto: «Con la decisione del maggio del 2011 di abbandonare gradualmente il nucleare, il Consiglio federale e il Parlamento sono entrati in una nuova dimensione dove efficienza energetica ed energie rinnovabili sono decisive per un futuro più efficiente, più sicuro e sempre meno fossile. Le “Città dell’energia” rappresentano il successo di questa politica».
Secondo la consigliera federale Doris Leuthard, a capo del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (Datec), nonché presidente della Confederazione svizzera per l’anno 2017, «la svolta energetica sarà possibile soltanto se, per i trasporti e la produzione di calore, si ridurrà il consumo di energia fossile importata dall’estero, si incrementerà sostanzialmente l’utilizzazione efficiente dell’energia e se saranno ampliati i potenziali dei vettori energetici rinnovabili, abbattendo lo scetticismo nutrito nei confronti di singoli progetti». E sono proprio i Comuni, grazie al loro contatto diretto con la popolazione, a giocare un ruolo centrale nell’attuazione della strategia energetica 2050, che lo scorso 21 maggio ha aggiunto un altro importante tassello, con l’approvazione da parte del popolo della legge sull’energia (LEne).
Per il Consiglio federale, anche oltre i confini delle Città, in un contesto più ampio e in spazi funzionali, si possono ottenere dei successi di questo tipo, grazie a un coordinamento, nonché una politica interconnessa a livello di territorio, trasporti ed energia: «Soltanto con questo approccio sarà possibile condurre il Paese verso uno sviluppo sostenibile dove le Città dell’energia trovino le giuste sinergie per creare delle Regioni Energia». La situazione in Ticino (stato marzo 2017) vede tra le Città dell’energia (in ordine alfabetico): Arbedo-Castione, Bellinzona, Bioggio, Canobbio, Chiasso, Coldrerio, Croglio, Giubiasco, Cugnasco-Gerra, Gambarogno (la consegna della certificazione avrà luogo il prossimo 3 giugno), Gordola, Locarno, Lumino, Maroggia, Melano, Mendrisio, Minusio San Antonino e Stabio. Lumino è pure Città dell’energia GOLD, marchio assegnato ai Comuni che hanno attuato almeno il 75 per cento dei possibili provvedimenti.