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Chiamiamole emozioni

Mondoanimale - Dalla scienza sempre più conferme sull’evoluzione del senso di moralità e giustizia degli animali
/ 31.07.2017
di Maria Grazia Buletti

«Il fenomeno del randagismo felino esiste anche nel nostro Cantone ed è pressoché impossibile stabilire l’attuale numero di gatti randagi: sicuramente ben oltre i 200 esemplari, ma ogni anno aumentano e perciò non si può stilare una statistica», così si esprime Alessandra Francescato, una delle quattro volontarie dell’Associazione no profit Angels 4 Animals attiva dal 2012 nella cattura, castrazione e sterilizzazione di gatti randagi in Ticino e nel Grigioni italiano.

«I gatti randagi vivono in colonie che possono raggiungere i venti esemplari e oltre, sono ottimi cacciatori e aiutano a tenere sotto controllo i topi e i ratti sul territorio» precisa. E allora ci facciamo spiegare perché è necessario catturarli. Per comprendere la necessità dell’operato di queste volontarie gattare, bisogna fare un passo indietro: «Innanzitutto dobbiamo chiarire bene che i gatti randagi sono comunque felini che crescono nel contesto esterno alle famiglie, talvolta figli di gatti abbandonati o semplicemente nati in libertà». Per questo, ci viene spiegato che «non sono per niente simpatici, non amano affatto il contatto umano (anzi: si nascondono e scappano), non esiste che arrivino a fare le fusa».

Alessandra ribadisce un concetto che spesso ci è difficile acquisire, perché tendiamo a pensare al micio domestico che è ben diverso dai gatti randagi: «Un randagio si nasconde, rampa, graffia e morde. In genere, oltre i tre mesi e mezzo d’età, è difficilmente addomesticabile, se non impossibile, ed è altrettanto improbabile fare un riaddomesticamento». Anche i cuccioli non sono facili da gestire: «Una volta catturati, quelli sotto i tre mesi vanno presi in mano ogni mezz’ora, tenuti in braccio costantemente e, forse, con questo grande impegno senza sosta si riesce, nell’arco di un paio di settimane, a farli diventare adottabili, in quanto si abituano subito alla presenza umana potendo diventare gatti domestici e coccoloni».

Ad ogni modo, se consideriamo che due gatte selvatiche avranno otto cuccioli ciascuna per volta, possiamo comprendere come queste colonie feline siano in men che non si dica fuori di ogni controllo: «La sovrappopolazione comporta l’insorgere di malattie gravi come la FIV (Aids felina), e la FELV (Leucemia felina). Sono malattie non trasmissibili all’uomo, ma ai felini stessi come ai nostri gatti domestici che possono contrarle se nelle loro scorribande frequentano quelli randagi delle colonie feline, soprattutto se i gatti domestici non sono sterilizzati e vaccinati come purtroppo spesso accade ancora oggi».

Le volontarie dell’associazione Angels 4 animals si occupano dunque della cattura dei gatti randagi che vengono poi testati FIV e FELV, castrati o sterilizzati, marcati all’orecchio (segno che indica l’avvenuta sterilizzazione), rilasciati sul territorio se adulti o riaddomesticati e ricollocati in una famiglia se cuccioli sotto i tre mesi e mezzo: «In questo modo non si riprodurranno più e la colonia degli esemplari che rimangono sarà stata controllata anche a livello sanitario». La cattura avviene, previa autorizzazione del Municipio cui spetta la proprietà dei randagi sul territorio, attraverso delle gabbie–trappola posate appositamente.

«Di solito i nostri interventi sono sollecitati da abitanti che segnalano l’aumento di gatti, il disturbo causato da schiamazzi notturni di mici in calore, gli spruzzi di urina su muri, porte e vetri; ricordiamo che le segnalazioni fatte tempestivamente evitano l’aumento incontrollato degli elementi di una colonia». Con questo modo di agire, le volontarie contribuiscono a evitare la proliferazione di malattie infettive e nuove nascite: «Sappiamo che per la FIV non esiste cura, perciò ai gatti randagi catturati affetti da FIV viene praticata l’eutanasia, in modo da evitare loro una morte lenta e dolorosa al momento in cui la malattia si conclama. Questo ci permette altresì di non mettere a rischio gli altri componenti sani della colonia e di tutelare pure tutti gli altri gatti che la frequentano».

Per la FELV esiste invece un vaccino cui dovrebbero venire sottoposti tutti i gatti domestici: «Il modo per contenere questa malattia per i gatti di proprietà è la sterilizzazione/castrazione, in quanto la trasmissione avviene principalmente attraverso gli accoppiamenti e i litigi dei gatti in amore. Se un gatto randagio risulta FELV si procede con l’eutanasia». Le colonie feline di gatti catturati, testati, castrati o sterilizzati, nutriti e rilasciati in libertà non arrecheranno alcun disturbo e non prolifereranno attraverso nuove nascite.

La nostra interlocutrice non si esime dal parlare dei costi che tutto questo impegno di volontariato comunque comporta: «Ci affidiamo alle donazioni e andremo avanti finché avremo fondi, perché testare, vaccinare, castrare e quant’altro ha comunque un costo veterinario che, per i mici cuccioli che diamo in adozione, ammonta a circa 180 franchi (comunque molto meno di quanto un privato spenderebbe)». Per quelli che riacquistano la libertà si può fare solo capo alla bontà dei donatori per una buona causa per la quale le volontarie non lesinano tempo e impegno: «Anche chi ha locali vuoti e voglia di tenervi, accudendoli, alcuni gatti in stallo ci darebbe un grande aiuto e può fare capo alla nostra collega Raphaela Vassalli telefonando al numero 079 3635032».

Infine, le volontarie di Angels 4 animals sono molto accorte anche quando si tratta di adozioni dei cuccioli: «Facciamo sempre una visita pre affido e una dopo l’adozione, anche se le persone talvolta non vedono di buon occhio che ritorniamo, ma lo facciamo per il bene del gattino e vogliamo essere certe che sarà in buone mani». Un grande atto d’amore e di responsabilità, anche verso i gatti domestici che in tal modo rischiano meno di contrarre malattie anche letali: «Un atto d’amore, una seconda chance per i randagi, perché anche loro ne hanno bisogno».