Catastrofi e blackout, siamo pronti?

Scorte d’emergenza – Ogni famiglia dovrebbe riuscire a gestire il primo momento di crisi, ecco le raccomandazioni
/ 21.10.2019
di Romina Borla

«Siamo abituati alle comodità e dipendenti dalla tecnologia ma potremmo perdere tutto in un istante e tornare, come i nostri nonni, a riscaldarci col camino, camminare fino alla fontana per l’acqua, accendere la radio per racimolare qualche informazione». A parlare è Ryan Pedevilla, capo Sezione del militare e della protezione della popolazione, che spiega: «Conflitti, catastrofi naturali e blackout improvvisi (non come quello – calcolato – della scorsa estate nel Mendrisiotto) potrebbero colpire anche il nostro Paese, causando crisi nell’approvvigionamento. Dobbiamo quindi essere pronti a tutto».

Per questo il Ticino, insieme ad altri Cantoni e organi della Confederazione, nel 2014 ha partecipato a un’esercitazione volta proprio a valutare le capacità di reazione in caso di crisi simultanee: un cyberattacco ai sistemi di produzione di energia elettrica, una tempesta e un’epidemia. Le autorità cantonali avevano la facoltà di scegliere lo scenario da esercitare – dice l’intervistato – e il Ticino si è concentrato sulla penuria di energia elettrica, ispirandosi al libro di Marc Elsberg, Blackout. «La situazione, almeno in una prima fase, si è rivelata meno apocalittica di quella presentata nel romanzo. Specie per i paesi di montagna, abituati a vivere a contatto con una natura non sempre generosa e, per certi versi, anche alla mancanza di generi di prima necessità. Pensiamo alla Valle Bedretto isolata dal mondo a causa della neve: sa come cavarsela. Mentre un blackout a Milano avrebbe effetti devastanti e grandi conseguenze sulle zone periferiche, Ticino compreso». In ogni caso dall’esercitazione sono scaturite una serie di indicazioni interessanti che si possono trovare su www.alert.swiss. Il sito, oltre a dispensare informazioni puntuali in caso di evento, aiuta i cittadini a stilare un piano di emergenza personale (scorte domestiche, bagaglio di emergenza, preparativi per un’evacuazione, ecc.). Riprende Pedevilla: «Si parte dal presupposto che ogni famiglia debba riuscire a gestire, da sola, il primo momento di crisi». In particolare è consigliato accumulare delle riserve domestiche: minimo 9 litri d’acqua a testa (3-4 giorni), alimenti speciali per lattanti e animali domestici, cibi pronti al consumo, brodo, sale, cioccolato, frutta e legumi secchi, riso, pasta, fette biscottate. E poi candele, fiammiferi, torce, radio a batteria, carta igienica, fornello a gas e una valigetta di medicinali. «Tutti prodotti che tendenzialmente le famiglie ticinesi hanno già nella loro dispensa», sottolinea il nostro interlocutore. «Forse manca la scorta d’acqua perché non se ne capisce l’importanza. Siamo infatti abituati ad aprire il rubinetto e via… Ma se dovesse mancare? Ricordiamoci che l’essere umano può vivere solo tre giorni senz’acqua».

Ora facciamo un passo oltre le scorte individuali. Nel caso di calamità o di un blackout importante – spiega l’esperto – a fronte dello stato di necessità il Governo costituirebbe lo Stato maggiore cantonale di condotta (SMCC) per valutare la gravità della situazione e pianificare gli interventi. «Verrebbero quindi convocati i servizi preposti alla protezione della popolazione – polizia, ambulanze, pompieri, protezione civile – e i servizi tecnici, come ad esempio i responsabili dei grandi distributori (tra cui Migros, ndr.). Con questi ultimi si definirebbe una strategia di distribuzione alla popolazione, agendo per priorità e deperibilità delle varie derrate alimentari». Nello SMCC verrebbe trattata pure la penuria energetica tramite i gestori delle reti in modo da valutare necessità e precedenze (infrastrutture critiche, strutture sanitarie e grandi distributori). Infine bisognerebbe affrontare il problema della comunicazione: «Durante le emergenze sarebbe garantita da Polycom, una rete radio nazionale di sicurezza, gestita da guardie di confine e polizia con il supporto della protezione civile per l’approvvigionamento delle stazioni di base».

Ma c’è di più, sottolinea Pedevilla. «In Svizzera per determinati beni di importanza vitale vige l’obbligo di costituire scorte obbligatorie per 6-12 mesi. Esse riguardano molti settori: alimentare (zucchero, riso, olio, caffè, grano, sale, concimi, ecc.), energetico (benzina, olio da riscaldamento, ecc.), farmaceutico (antibiotici, analgesici, insulina, ecc.). Queste riserve sono figlie dei due conflitti mondiali. Sono di proprietà delle imprese private che le costituiscono ma la loro composizione e il loro volume sono stabiliti dalla Confederazione. Le ditte trasferiscono i costi delle riserve sui prezzi di vendita e quindi sui consumatori (ogni cittadino svizzero paga 13 franchi all’anno per le scorte)». Anche l’esercito ha le sue riserve – conferma l’intervistato – ma di più non ci è dato sapere.

E gli ospedali? «Per quel che riguarda gli alimentari non conserviamo scorte specifiche – spiega Mariano Masserini, responsabile comunicazione dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC) – ma siamo pronti a reagire in fretta in caso di necessità. In passato avevamo creato delle riserve ma non si è rivelato un sistema utile. Comunque in occasioni particolari, ad esempio durante la canicola estiva, ci premuriamo di avere più acqua a disposizione». Mentre l’elettricità è fondamentale per un ospedale, così l’EOC si è dotato di un sistema di generatori a combustibile che, in caso di blackout, permette di garantire la continuità energetica anche per settimane. «Disponiamo di 4 farmacie ospedaliere – aggiunge l’intervistato – le quali conservano una prima scorta di medicamenti. Inoltre ci sono le riserve dei singoli reparti. A questo proposito si distinguono due tipi di prodotti: i medicamenti di largo consumo (antinfiammatori, antidolorifici, ecc.) e i farmaci più rari. Per quel che riguarda la prima categoria abbiamo una scorta di un mese che teniamo sotto controllo grazie ad un sistema di gestione informatico. Teniamo pure una riserva sufficiente di medicamenti più rari, ad esempio gli antidoti contro l’avvelenamento da funghi, per un uso stagionale, oppure i farmaci per pazienti di passaggio che soffrono di patologie poco frequenti».

Informazioni
www.alertswiss.ch
www.bwl.admin.ch