Ogni anno circa 400 bambini sono vittime di un incidente d’auto. Un bambino su due non risulta essere assicurato correttamente quando viaggia in automobile, mentre uno su 14 non è neppure allacciato. Senza seggiolino il bambino corre un rischio tre volte superiore di ferirsi gravemente o di morire in un incidente automobilistico.
Touring Club Svizzero (TCS) e Ufficio Prevenzione Infortuni (UPI) descrivono in modo molto chiaro la realtà quotidiana del trasporto dei bambini in automobile e mettono in guardia sulle possibili conseguenze di un incidente. Scelgono la via dell’informazione e della prevenzione, perché nella salute e soprattutto nel preservarla, prevenire quando è possibile è sempre meglio che soccorrere o curare. Quindi, il TCS, con il sostegno dell’UPI, propone Bambini in auto, un piccolo prontuario disponibile e scaricabile su seggiolini-auto.tcs.ch: «Un’infoguida gratuita disponibile in 10 lingue che fornisce risposte circa il seggiolino adeguato alla rispettiva classe d’età e il modo ottimale per assicurarvi i bambini».
Ne abbiamo parlato con l’aiutante della Polizia cantonale stradale ticinese Alvaro Franchini, il quale ci ha confermato che questi dati valgono anche per il nostro cantone, e parla di una sorta di «negligenza in buona fede» da parte di chi trasporta i bambini, riscontrabile soprattutto nei cosiddetti tragitti brevi: «Pensiamo ad esempio a una mamma che, accompagnando a scuola i suoi figli, dà un passaggio ad altri bambini per i quali logicamente non ci sono seggiolini nell’automobile e, dunque, rimangono slacciati». Il nostro interlocutore pone ancora l’esempio di qualche nonno che si presta a portare a destinazione i nipotini e i loro amichetti, e anche in questo caso i seggiolini a disposizione nell’automobile non sono, per ovvie ragioni, in numero sufficiente per assicurare correttamente tutti quanti.
Ma non si tratta solo di questo, perché la «variabile bambino» gioca un suo ruolo: «Tutti i genitori sanno di cosa stiamo parlando: quando capisce come sganciarsi, il bambino ci mette del suo e questo è un fattore indipendente dalla cura con cui certamente i genitori lo avranno assicurato al seggiolino per il tragitto in automobile, breve o lungo che sia». D’altronde, anche Franchini ammette come non si possa «blindare un bimbo e legarlo con lucchetto a combinazione». Infatti, l’imponderabile, dovuto al bimbo che magari combina una marachella, è sempre in agguato, anche se ci viene detto che qualche mamma molto accorta si munisce di un ulteriore specchietto che le permetta di controllare la situazione. Anche qui, però, l’insidia è dietro l’angolo: «Uno specchietto supplementare potrebbe essere un’ulteriore fonte di distrazione per il guidatore, così come avere bambini in auto, dei quali dobbiamo tutti quanti riconoscere la vivacità innata».
Ma tant’è: quando bisogna effettuare un viaggio in automobile insieme ai bambini, essi vanno assicurati in modo che qualsiasi cosa accada siano protetti il meglio possibile. E non possiamo essere distratti o fatalisti: «Talvolta vediamo ancora qualche bambino seduto in braccio a un adulto, nel sedile anteriore, oppure anche su due ruote si vedono bambini non adeguatamente assicurati, vuoi perché tanto piccoli che non arrivano a sedersi correttamente, poiché i piedini non riescono a poggiare sui pedalini appositi, o per altri motivi».
Anche se vige una sorta di buona fede da parte del genitore, non è giustificabile il rischio che il bimbo si faccia male seriamente o, nella peggiore delle ipotesi, muoia in un incidente perché male assicurato. «Nel 99 per cento dei casi di non conformità nel trasporto di bambini, per fortuna non succede nulla, ma questo crea pericolose false sicurezze», afferma Franchini, spiegando che a livello educativo è molto importante essere coerenti, «anche se tutti i genitori sanno che la coerenza talvolta costa tanto», e non bisogna tollerare eccezioni, anche se sporadiche, come ad esempio di permettere al bambino di slacciarsi qualche volta perché tanto il percorso è breve, o siamo quasi arrivati, o tanto non succede nulla… Questo proprio per non creare la falsa sicurezza che «tanto non capita niente», perché: «In effetti, basta una sola volta…».
Il nostro interlocutore ci fa presente come pure a livello scolastico sia in crescita la sensibilità su questo tema: «Viene fatta molta sensibilizzazione sul praticare a piedi il tragitto casa – scuola; ci si prende il tempo per agevolare i processi d’apprendimento del piccolo e del giovane utente della strada, sia pedone che passeggero». Alcuni concetti vengono più volte ribaditi : «Tempo, risorse e coerenza nell’applicazione delle giuste norme di sicurezza sono ben investiti e permettono di evitare al massimo situazioni pericolose, senza dimenticare che i bambini ci imitano, ci copiano, ci guardano e su di loro sono i fatti, più delle parole e delle norme, che lasciano il segno».