(K’werk Zug)

Architettura e bambini

Archijeunes – L’associazione attiva a livello nazionale ha lo scopo di promuovere la cultura della costruzione coinvolgendo le nuove generazioni
/ 24.09.2018
di Stefania Hubmann

La cultura della costruzione è indispensabile per promuovere un uso consapevole del territorio all’insegna della qualità e va quindi promossa sin dall’infanzia ancorandola nel sistema educativo svizzero. È questo l’appello lanciato in una lettera aperta indirizzata in primis al Presidente della Confederazione Alain Berset al termine del simposio «La mediazione della cultura della costruzione come responsabilità sociale» svoltosi venerdì scorso a Zugo nell’ambito del LAB (Laboratorio per l’Architettura e la Cultura della costruzione per bambini e ragazzi). Redatta e firmata da cinque enti attivi nelle diverse regioni linguistiche nazionali in questo genere di mediazione – fra i quali anche i2a, istituto internazionale di architettura con sede a Lugano – la lettera pone l’accento sull’importanza che quanto promosso dalla società civile a livello locale sia sostenuto e rafforzato estendendolo al sistema educativo. Ciò significa non solo integrare la cultura della costruzione nel sistema scolastico ma anche nei settori della formazione dei docenti e della ricerca.

L’iniziativa si inserisce in un contesto di promozione del concetto di cultura della costruzione che lo stesso Alain Berset ha lanciato lo scorso gennaio in occasione della Conferenza dei Ministri europei della cultura organizzata in margine al WEF (World Economic Forum) e culminata con l’adozione della Dichiarazione di Davos 2018. «L’approccio dell’iniziativa del Presidente della Confederazione – osserva Ludovica Molo, presidente della FAS (Federazione Architetti Svizzeri) e direttrice dell’istituto i2a – è di carattere umanistico in sintonia con gli obiettivi che promuoviamo quali mediatori. L’uomo, con i suoi bisogni psicologici e sociali, è posto al centro della riflessione. Il territorio è un bene prezioso e limitato. Esso va difeso e utilizzato tenendo in considerazione queste esigenze allo stesso titolo di quelle di ordine economico e tecnico».

È urgente, si legge nella Dichiarazione, affrontare l’ambiente costruito in maniera olistica e centrata sulla cultura. A questo scopo l’Ufficio Federale della Cultura (UFC) sta elaborando una strategia interdipartimentale federale per la promozione della cultura della costruzione. Per quanto riguarda le esigenze formative nelle scuole, non espressamente menzionate nel documento di Davos che fa però riferimento alla necessità della partecipazione della società civile come di un «pubblico pienamente informato, qualificato e sensibilizzato», l’UFC ha affidato all’associazione Archijeunes il compito di condurre un’indagine che dovrebbe concludersi il prossimo novembre.

Archijeunes – firmataria con il già citato istituto i2a unitamente a SAM Musée Suisse d’Architecture, Konferenz Bildschulen Schweiz e Ville en tête della lettera aperta al Presidente Berset – è un progetto comune di FAS e SIA (Società Ingegneri Architetti) per «sensibilizzare il pubblico a considerare l’ambiente edificato come spazio vitale e indicare le svariate possibilità dell’organizzazione e della cura del nostro paesaggio culturale» (dagli statuti). L’associazione, nata nel 2008 con il nome di Spacespot, è stata rilanciata all’inizio di quest’anno con lo scopo di creare una rete per la mediazione della cultura della costruzione e il preciso intento di inserire il tema nei curricoli scolastici svizzeri. «In occasione del Simposio di Zugo abbiamo presentato ufficialmente la piattaforma www.archijeunes.ch – spiega Ludovica Molo – sulla quale sono riunite numerose unità didattiche sulla cultura della costruzione suddivise per temi (ad esempio architettura, percezione dello spazio, fabbricati e strutture, paesaggio e pianificazione territoriale), età e competenze. Sono il frutto delle iniziative sviluppatesi negli ultimi anni un po’ in tutto il Paese dando vita, oltre che alla diffusione di tale cultura nelle nuove generazioni, a una rete impegnata che oggi sente la necessità di coordinare le attività e scambiare le conoscenze acquisite».

Di questa rete fa parte anche l’istituto luganese, il cui settore didattico è in continuo sviluppo da una decina d’anni, godendo di ottimi riscontri di partecipazione come pure di visibilità. Malgrado la buona collaborazione con le autorità, la direttrice constata proprio sul campo che l’attività nelle scuole è solo sporadica. Ludovica Molo: «Le nostre proposte si confrontano con difficoltà di tipo finanziario e sono recepite al pari di altre iniziative culturali sottoposte agli insegnanti. Così come i bambini di oggi suddividono in maniera naturale i rifiuti in vista del loro riciclaggio per proteggere l’ambiente nel quale vivono, dovrebbero anche poter crescere acquisendo conoscenze e sensibilità legate alla costruzione e alle sue implicazioni in questo stesso ambiente».

Il simposio di Zugo, inserito nel più ampio contesto di un Laboratorio dedicato alle nuove generazioni in corso fino al 3 ottobre (co-organizzato da Bau Forum Zug, Archijeunes, S AM Musée Suisse d’Architecture e Konferenz Bildschulen Schweiz), ha riunito una cinquantina di professionisti provenienti da tre settori chiamati ad una stretta collaborazione per promuovere la cultura della costruzione nelle scuole e nella società civile. Si tratta di architetti e ingegneri, di chi opera nella mediazione culturale e degli insegnanti. «È essenziale promuovere i legami fra questi settori coinvolgendo in particolare quello legato all’educazione», spiega Caspar Schärer, responsabile della comunicazione per Archijeunes. «Bisogna inoltre prendere a modello le esperienze già realizzate con successo altrove. Fra i relatori del simposio spiccava non a caso Verena Konrad, direttrice del Voralberger Architektur Institut (vai). L’Austria, oltre a disporre di programmi specifici a livello federale, conta regioni, come appunto il Voralberg, all’avanguardia nella promozione scolastica della cultura della costruzione».

Quest’ultima comprende una grande diversità di temi che vanno ben oltre la questione estetica. Caspar Schärer: «Siamo consapevoli della complessità degli argomenti legati al mondo della costruzione, ma proprio per questo motivo è importante promuoverne la conoscenza sin dalla più tenera età. Capire le peculiarità e le dinamiche dei processi di progettazione, costruzione e pianificazione (dai meccanismi alle forze in gioco, al loro impatto) permette in seguito di prendere parte alla pari a una discussione critica. Le decisioni sull’uso del territorio rivestono un’importanza tale da giustificare gli investimenti nella relativa formazione delle nuove generazioni».

Per i nostri interlocutori la cultura della costruzione, di primaria importanza, necessita maggiore diffusione e soprattutto di essere inserita nelle competenze di base che si acquisiscono durante l’iter scolastico obbligatorio. Solo in questo modo possono crescere nuove generazioni di cittadini in grado di discutere e partecipare ai processi decisionali in maniera critica, esigendo qualità concrete per l’ambiente nel quale vivono. Le iniziative di mediazione partite dal basso sono presenti nell’intera Svizzera, confrontate però con limiti finanziari. Nel loro appello alle autorità federali e cantonali gli enti promotori chiedono di agire affinché vengano messe a disposizione le risorse necessarie per promuovere la cultura della costruzione sia in ambito scolastico, sia nelle istituzioni di formazione extrascolastica, perché i due settori si completano a vicenda.