La nuova legge federale sulle armi

Il prossimo 19 maggio, gli Svizzeri saranno chiamati a decidere se riprendere la direttiva europea sulle armi nel quadro degli accordi di Schengen. La nuova legge federale sulle armi che integra questa direttiva inasprisce le condizioni per detenere un’arma semiautomatica. Essa deriva dalle nuove misure antiterrorismo dell’UE che, specie dopo gli attentati di Parigi del novembre 2015, ha rafforzato la legislazione in materia. La Svizzera deve allinearsi entro maggio se vuole rimanere nel gruppo degli Stati Schengen.

La modifica di legge prevede di vietare in Svizzera le armi da fuoco semiautomatiche «da braccio» dotate di caricatore con almeno dieci colpi. Per le armi «da pugno», il divieto si applica a partire dalle venti cartucce. Il fucile d’assalto non sarà classificato in queste categorie di armi vietate nel caso in cui il milite vorrà tenerselo alla fine del servizio militare. Ma lo sarà se sarà trasmesso in eredità o venduto.

I proprietari di un’arma da fuoco inclusa nell’elenco delle armi vietate dovranno semplicemente denunciarla ai servizi cantonali entro un termine di tre anni. L’acquisto di un’arma del genere e il suo uso a scopi sportivi restano consentiti, con riserva di un’autorizzazione straordinaria in mancanza di un permesso d’acquisto. Gli interessati, inoltre, dovranno provare – dopo cinque o dieci anni, a seconda del tipo di arma – che sono membri di una società di tiro o che praticano regolarmente questa disciplina. Per i cacciatori non cambierà niente ed esenzioni sono previste anche per i collezionisti e i musei.


Apprendisti in armi

Reportage – La società Tiratori del Gaggio di Cureglia è stata fondata nel 1898, abbiamo visitato la sede durante una giornata dedicata ai corsi dei giovani tiratori
/ 01.04.2019
di Didier Ruef, testo e foto

Marco Castelli aveva 17 anni nel 1988, quando per la prima volta varcò la soglia del poligono della società Tiratori del Gaggio a Cureglia. Aveva ricevuto una lettera in cui gli si proponeva di seguire i corsi dei giovani tiratori (GT). Poco sportivo e senza tradizioni di famiglia nel tiro a segno, Marco decideva comunque di tentare l’esperienza, incoraggiato da un compagno di scuola. Così, dal 1989 al 1991 seguì i corsi GT II, III e IV. In seguito iniziò ad allenarsi assiduamente nel poligono di Cureglia e, nel frattempo, con i Tiratori del Gaggio ha sparato negli stand di mezza Svizzera.

Marco si è totalmente infatuato di questo sport atipico. In effetti, il tiro a segno richiede disciplina, capacità di gestire un’arma in completa sicurezza, rispetto delle procedure, conoscenze di balistica e, quando si preme il grilletto, concentrazione e tranquillità assolute. Nel lontano 1988, il giovane non avrebbe mai immaginato che sparare sarebbe diventata la passione di una vita. E da allora ha fatto a sua volta alcuni proseliti, tra cui sua sorella Sonia, che non è solo diventata un’eccellente tiratrice, ma è anche impegnata attivamente nel club come monitrice.

Marco Castelli è tutt’oggi un tiratore attivo, coinvolto nella gestione dei Tiratori del Gaggio, società fondata nel 1898 che porta con orgoglio e passione i sui 121 anni. Sin dalla sua fondazione è impegnata nelle attività di tiro, addestramento, organizzazione di competizioni e partecipazione ai tiri militari obbligatori. E da diversi anni è anche impegnata nell’organizzazione dei corsi annuali GT. Il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) promuove questa disciplina prendendosi a carico ogni anno i corsi dei giovani tiratori. Questi, la cui organizzazione è delegata alle varie società di tiro locali, si tengono generalmente nella prima metà dell’anno e sono aperti ai giovani, maschi e femmine, tra i quindici e i vent’anni.

Lo scorso febbraio i Tiratori del Gaggio hanno organizzato un corso GT al quale hanno partecipato due ragazze e quattro ragazzi. I partecipanti hanno imparato le regole teoriche e pratiche riguardanti la sicurezza e il funzionamento del fucile d’assalto Fass 90, sotto la guida di Paolo Grassi, direttore GT della società. Le sessioni di pratica si sono svolte durante tre sabati, interrotte solo da una pausa pranzo. Queste giornate intense hanno permesso di portare a termine il programma obbligatorio: tiro d’introduzione 1-3, tiro di precisione, tiro principale, tiro di concorso per GT e tiro federale in campagna.

L’esercito svizzero fornisce il fucile d’assalto Fass 90, mentre le relative munizioni calibro 5,6 mm, chiamate anche CP90, sono messe a disposizione gratuitamente durante i tre sabati di corso. In seguito, invece, gli apprendisti tiratori devono comprare le cartucce al poligono. I Fass 90 restano di proprietà dell’esercito e non escono dallo stand. Le uniche eccezioni contemplate ricadono sotto la responsabilità di Paolo Grassi, in occasione dei tiri cantonali o dei concorsi di tiro dei giovani.

I Fass 90 sono immagazzinati in permanenza nella camera blindata del poligono di Cureglia. La culatta, invece, viene tolta e conservata in un altro luogo. Le munizioni, infine, vengono contate esattamente durante ogni sessione di sparo, per ogni singolo tiratore. È vietato formalmente portare fuori dallo stand delle munizioni, come pure dei bossoli esplosi. Questi ultimi vengono raccolti sistematicamente e quindi venduti per essere fusi.

Il corso GT è un’istruzione premilitare gratuita all’uso del fucile d’assalto Fass 90 e costituisce una sorta di preparazione al tiro e alla scuola reclute. Ha anche lo scopo di risvegliare la passione per il tiro sportivo, uno svago che favorisce lo spirito cameratesco e di competizione. Oltre al programma di tiro, i monitori GT organizzano attività durante tutto l’anno allo scopo di favorire l’integrazione dei giovani nelle società di tiro. Ad esempio, il 18 maggio i Tiratori del Gaggio parteciperanno con il gruppo GT alla Giornata cantonale di tiro presso il poligono del Monte Ceneri e il 28, 29 e 30 giugno alla Festa federale di tiro dei giovani a Frauenfeld (TG).

Giulia ha quindici anni. Il suo stile di abbigliamento è ispirato ai video della cultura hiphop americana. A giugno finirà la scuola dell’obbligo ed è interessata alla medicina. Perciò si iscriverà a una scuola professionale di Bellinzona che la condurrà alla maturità professionale. Oltre ad andare a scuola suona l’arpa, ma le piacerebbe passare alla chitarra elettrica, giusto per poter cambiare repertorio. Suo padre ha praticato il tiro con la pistola dopo il servizio militare, ma non ne ha mai parlato a casa, perché la moglie è refrattaria alle armi. Giulia, però, si è sempre interessata al tiro a segno e quando ha ricevuto la famosa lettera del corso GT, inviata a tutti i giovani svizzeri, ha deciso di iscriversi. Coscienziosa e applicata, apprezza l’intensità e la concentrazione richieste da questa disciplina e ammette di aver percepito un’immensa scarica di adrenalina in occasione del primo sparo.

Anche Tommaso ha quindici anni, ma sembra più giovane. È un patito dei robot e in autunno intende proseguire gli studi di robotica e informatica al Centro Professionale di Trevano. Da anni, durante il tempo libero, è attivo come scout ed è già stato capo gruppo. È stato subito attratto dall’aspetto sportivo del tiro a segno, lontano dagli sport tradizionali come il calcio o la pallacanestro. È affascinato dalla meccanica del Fass 90, dal suo funzionamento, dall’intensità del momento, dall’emozione percepita al suo contatto e dalla potenza che si sprigiona, tutti fattori che lo invogliano a continuare questa nuova attività sportiva.

In questa stagione le giornate sono ancora corte e si smette di sparare al crepuscolo. I giovani tiratori puliscono accuratamente le loro armi per garantirsi un buon funzionamento durante le prossime sessioni. Alla fine tornano a casa con la mente zeppa di emozioni e nuove sensazioni, ma nel contempo hanno preso coscienza della gestione di un’arma da fuoco e dei pericoli potenziali ad essa connessi.