Non appena si parla di Land Rover si pensa alla mitica Defender. Un fuoristrada vero, nato negli anni Quaranta. Inarrestabile. Basti ricordare che il primo modello era stato progettato per essere anche paracadutato dagli aerei militari. All’ultimo Salone dell’Auto di Francoforte, a distanza di settant’anni, è stata presentata la nuova Defender. Affascinante e moderna nelle linee, anche se ovviamente molto diversa dal modello da cui deriva, per vederla su strada bisognerà però aspettare ancora un po’.
Nel frattempo, in questi settant’anni sono nati molti altri modelli in casa Land Rover: Range Rover, Discovery, Freelander, Range Rover Sport ed Evoque e Discovery Sport. Di quest’ultimo sta arrivando nelle concessionarie, a un prezzo che parte da 46’600 franchi, il nuovo nato.
A fine settembre si sono svolti in Spagna i primi test su strada. Discovery è per Land Rover un nome importante. Sono passati trent’anni dal primo modello che ha portato questo nome. Le prime versioni sono state protagoniste persino di competizioni fuoristradistiche e raid importanti nei luoghi più impervi del mondo. Ad esempio il mitico Camel Trophy. E oggi? Innanzitutto quando si parla di Discovery Sport si pensa a un SUV e non a una fuoristrada. Uno Sport Utility Vehicle. Un’auto adatta all’utilizzo di tutti i giorni, con la famiglia. Si può avere anche in versione sette posti. Comoda nei viaggi in autostrada e con buona capacità di carico.
Caratterizzata dallo stesso spirito di avventura ma pensata per i nostri giorni. Ecco allora che la gamma comprende due motori mild-hybrid a 48 volt in grado di ridurre di molto consumi ed emissioni. Come funzionano? Recuperano l’energia normalmente dissipata durante la decelerazione grazie a un generatore-starter a cinghia posizionato sul motore, e la immagazzinano in una batteria sotto il pianale. A velocità inferiori ai 17 km/h, quando il guidatore frena, il motore si spegne. Alla ripartenza l’energia immagazzinata viene utilizzata per assistere il motore in accelerazione riducendo i consumi. Ne risulta una marcia silenziosa ed efficiente.
Discovery Sport adotta la piattaforma Premium Transverse Architecture di Land Rover che è stata ideata proprio pensando all’elettrificazione. A breve arriverà anche una versione PHEV, ovvero ibrida plug-in con le batterie ricaricabili attraverso la presa di casa. Anche dal punto di vista della sicurezza attiva e passiva, il «Disco» merita cinque stelle. Molte le tecnologie presenti a bordo: dalla frenata automatica d’emergenza al cruise control adattativo. Una chicca è lo smart rear view monitor. Un sistema che al tocco di un interruttore trasforma lo specchio retrovisore in uno schermo video sul quale appare in alta definizione la zona retrostante il veicolo. Le riprese sono realizzate da una telecamera nascosta nella pinna sul tetto. Utile ad esempio quando si ha il baule completamente carico e con un normale specchietto centrale non si vedrebbe davvero nulla.
E il fuoristrada per cui la prima Discovery era nata? Va detto che questa versione non ha neppure le marce ridotte. I puristi potrebbero storcere il naso ma in realtà sono sempre meno le persone che le usano. Ecco allora venire in soccorso un sistema di frenata automatica che mantiene la velocità impostata durante le discese più ripide e un nuovo sistema che può mantenere una velocità molto bassa anche in salita. In questo modo il guidatore non deve più toccare i pedali ma solo pensare a tenere il volante. Una specie di guida semi autonoma dedicata al fuoristrada.
L’elettronica a bordo è davvero tanta. Terra, sabbia, neve? Ci pensa il terrain response ad adattare tutte le funzioni dell’auto per mantenere la massima motricità su ogni terreno. Certo se pensate di mettere le ruote fuori dall’asfalto o di viaggiare con la neve, la trazione integrale è fondamentale. Concludendo, il nuovo Discovery va bene anche in fuoristrada.