Aloha è molto più che il saluto in lingua hawaiana, è un’espressione d’amore, un concetto di vita che fra Ottocento e Novecento ha rischiato l’estinzione, così come la lingua e l’intera cultura dell’omonimo arcipelago, scoperto dal capitano Cook nel 1778, annesso dagli Stati Uniti nel 1898 e poi divenuto Stato federato dell’Unione nel 1959. Lo spirito di questo popolo di origine polinesiana negli ultimi decenni si è riaffermato, varcando confini e attraversando oceani per giungere anche molto vicino a noi. Da oltre vent’anni a Meilen sul lago di Zurigo è infatti attivo il centro Aloha Spirit, cofondato da Myra e Noëlle Delaquis. Dal 2012, anno della scomparsa di Myra, lo dirige la figlia Noëlle. Quest’ultima, cresciuta in Ticino, dopo diverse esperienze di vita si è immersa nelle tradizioni hawaiane diventando, come lei stessa si definisce, un ponte fra le remote isole e la cultura europea. Il suo centro è infatti l’unico in Svizzera e probabilmente in Europa a promuovere la cultura hawaiana attraverso lingua, danza, canti e massaggi, con la regolare presenza di maestri autoctoni.
Al Ticino, che ha lasciato all’età di vent’anni, Noëlle è tuttora molto legata e lo afferma apertamente: «Ogni giorno mi mancano la lingua italiana, la natura, i profumi e i colori ticinesi. Sono cresciuta a Bosco Luganese e ho bellissimi ricordi di quel periodo e dell’attività che mia madre svolgeva già allora». Lo scorso aprile è tornata nel nostro cantone in occasione del Festival delle lingue organizzato per le scuole medie (vedi «Azione» del 22.4.2019). Per la prima volta il festival, che ogni anno introduce nel programma una nuova lingua, ha dato spazio all’olelo Hawai’i. Noëlle Delaquis ha animato quattro atelier durante una giornata svoltasi alle scuole medie di Ambrì. Come hanno reagito i ragazzi? «Erano molto interessati e aperti. Alcuni di loro conoscevano qualche parola hawaiana grazie ai film d’animazione Oceania e Lilo & Stitch».
«Nella Svizzera tedesca – prosegue Noëlle – mi reco regolarmente nelle scuole non solo per far conoscere la lingua hawaiana, ma anche con proposte legate ai canti e alla danza. La cultura hawaiana ha una lunga tradizione dove queste forme espressive (compreso il massaggio Lomilomi) rappresentano un tutt’uno. Sono definite Healing Arts, ossia arti che guariscono. Il popolo hawaiano è molto legato alla natura e alla terra e ha un forte carattere spirituale».
Questi valori sono stati quasi annientati dagli occidentali dopo la scoperta delle isole alla fine del Settecento. La danza Hula, ancora oggi di grande importanza ed impatto, venne proibita, così come altre manifestazioni delle tradizioni aborigene. Un articolo pubblicato di recente su «The Economist» (23 febbraio 2019) ripercorre questa triste parabola ricordando come alla fine dell’Ottocento i bambini venivano picchiati se parlavano la lingua hawaiana. Il focus del testo è però il ritorno, seppur difficile, di questa lingua e della cultura che rappresenta. La diffusione dell’olelo Hawai’i passa oggi anche attraverso alcune scuole. Il numero di bambini educati in lingua hawaiana, scrive il settimanale inglese, è in crescita: da 1877 nel 2008 è passato a 3028 nel 2018.
A ridar vita alla cultura hawaiana contribuisce anche chi, come Noëlle Delaquis, la diffonde nel resto del mondo soprattutto attraverso i canti, la danza e i massaggi. La danza Hula sarà protagonista i prossimi 22, 23, 29 e 30 giugno a Zurigo in occasione di due workshop organizzati dal centro Aloha Spirit e animati da Kumu Keala Ching. Due volte all’anno il meastro hawaiano è ospite del centro di Noëlle Delaquis per trasmettere in prima persona le sue conoscenze ed insegnare la danza Hula sia nella forma tradizionale, sia in quella moderna. «Tutte le Healing Arts – precisa la nostra interlocutrice – si fondano su un concetto olistico della persona. La ricerca dell’equilibrio interiore, del benessere e della salute duratura sono gli obiettivi dell’attività che promuovo».
Il centro Aloha Spirit è membro della Federazione Svizzera dei Massaggiatori Professionali (FSMP) e riconosciuto dalla Fondazione Svizzera per la Medicina Complementare (ASCA). Noëlle Delaquis sta inoltre lavorando per ottenere il riconoscimento anche da parte degli assicuratori malattia. Essenziale è, però, il percorso compiuto nell’ambito della cultura hawaiana, in particolare lo stretto contatto con i maestri delle isole. Alle Hawai’i Noëlle Delaquis giunge la prima volta a metà anni Novanta quale attivista dell’organizzazione OceanCare per la protezione dei mammiferi marini. La madre, naturopata, è pure sul posto nell’ambito del suo interesse per le pratiche della cultura hawaiana. Nasce così una stretta collaborazione che le porterà a fondare il centro di Meilen. Già formata nel massaggio classico e quale terapista di shiatsu e watsu (shiatsu in acqua), Noëlle dal 1995 visita le Hawai’i in media due volte all’anno e segue regolarmente formazioni nel massaggio Lomilomi e nelle danze tradizionali. Nel 2009 viene insignita del titolo di Kumu (insegnante) in Hula e Lomilomi. Nel frattempo si diploma anche a Zurigo quale consulente in psicologia. Nel 2016 giunge un’altra attestazione hawaiana (dalla Hawaiian Lomilomi Association) quale istruttrice Lomilomi per l’Europa.
Il legame con le isole Hawai’i e i maestri impegnati a tramandare le peculiarità delle tradizioni aborigene sono quindi molto stretti. Questo non significa che Noëlle Delaquis intenda farsi passare per una di loro. Sottolinea infatti l’importanza di rispettare popolazione e cultura locali, cercando di aiutare la prima a mantenere viva la seconda. «Non dobbiamo pretendere di essere hawaiani quando non lo siamo e non dobbiamo inventare nulla. Si tratta di imparare e praticare quanto i maestri delle Hawai’i ci insegnano. Come già detto, siamo un ponte verso il resto del mondo». Un ponte che congiunge anche al contrario, perché grazie agli eventi organizzati dal centro Aloha Spirit la promozione della cultura hawaiana viene sostenuta anche in loco. Il ricavato dei workshop di giugno sarà infatti interamente devoluto alla Fondazione «Na Wai Iwi Ola», attiva nell’educazione delle giovani generazioni, proprio per perpetuare e ridar vita a tradizioni antichissime che hanno rischiato di andare perse per sempre.