Flavescenza dorata e Popillia (Servizio fitosanitario cantonale)
Popillia japonica su vite (Servizio fitosanitario cantonale)

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2020: anno fitosanitario

Biodiversità - Curare la salute delle piante per contribuire a eliminare la fame, ridurre la povertà, proteggere l’ambiente e promuovere lo sviluppo economico
/ 24.02.2020
di Marco Martucci

Popillia japonica, il coleottero giapponese, somiglia a un maggiolino, solo un po’ più piccolo e con dodici caratteristici ciuffetti di peli bianchi, cinque per lato e due caudali. Visto così, può anche sembrare grazioso. In realtà è un vorace divoratore di piante: la larva si nutre di radici e l’adulto mangia foglie. Non è di gusti difficili. Attacca oltre cento specie diverse di piante, selvatiche e coltivate fra cui molte di grande interesse agricolo come la vite, la fragola, il pomodoro, il nocciolo e il pesco. La larva è in grado di distruggere prati interi. Ci sono dunque ottime ragioni per temerlo e per contenerne l’espansione: Popillia è stata segnalata in Lombardia e Piemonte, e ha già raggiunto il sud del nostro Cantone.

Anche per altri organismi nocivi siamo un accesso privilegiato al resto della Svizzera. Il problema è comunque mondiale e, con la globalizzazione e l’aumento dei traffici, un’immensa quantità e varietà d’insetti, funghi, batteri e virus si spostano da un capo all’altro della Terra minacciando ogni sorta di vegetale. Per questo, l’ONU ha dichiarato il 2020 Anno internazionale della salute delle piante, International Year of Plant Health IYPH, affidandosi alla FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura e all’IPPC, la Convenzione internazionale per la protezione delle piante, un trattato fitosanitario sottoscritto da oltre 180 nazioni fra cui la Svizzera.

Con il motto «proteggere le piante – proteggere la vita», l’Anno internazionale della salute delle piante vuole sensibilizzare a livello mondiale su come la cura della salute delle piante possa contribuire a eliminare la fame, ridurre la povertà, proteggere l’ambiente e promuovere lo sviluppo economico. Le piante contribuiscono alla biodiversità, possono proteggere dai pericoli naturali, forniscono l’ossigeno dell’aria che respiriamo, producono gran parte del cibo che nutre noi e gli altri animali.

Purtroppo, la salute delle piante non gode sempre dell’attenzione che merita e la FAO stima che, a causa di parassiti e malattie, ogni anno nel mondo vada perso fino al 40 per cento dei raccolti, lasciando milioni di persone senza cibo sufficiente e danneggiando gravemente l’agricoltura, prima fonte di reddito di molte comunità rurali povere. La salute delle piante è sempre più minacciata dalla perdita generale di biodiversità che lascia spazio allo sviluppo di nocivi e malattie, dal cambiamento climatico e dall’espansione degli spostamenti e degli scambi internazionali, triplicati nell’ultimo decennio. La cura delle malattie delle piante e l’eliminazione dei parassiti è un tema costante in agricoltura.

È ormai risaputo che l’uso di certi prodotti fitosanitari, impropriamente chiamati «pesticidi», può essere efficace ma l’effetto, per rapido che sia, non dura a lungo e può rivelarsi molto nocivo per l’ambiente e anche per la nostra salute. Vi sono metodi più in sintonia con la natura, come la lotta biologica o integrata ma la prevenzione rimane essenziale e ognuno di noi vi può contribuire. Ecco a questo proposito alcune raccomandazioni della FAO: prudenza nel varcare le frontiere con piante e prodotti vegetali assicurandosi che rispettino le norme fitosanitarie; curare le piante con metodi rispettosi dell’ambiente; monitorare la presenza di parassiti e malattie; sostenere la ricerca scientifica anche verso piante più resistenti.

Le piante, come noi, si ammalano e muoiono. Le cause sono tante e diverse. Possono essere legate al loro ambiente di vita, come eccesso o scarsità d’acqua o di luce, siccità, troppo freddo o troppo caldo, carenza di certi elementi nutritivi nel suolo: malattie fisiologiche. Le altre sono malattie parassitarie, dovute a organismi come insetti, vermi, funghi, batteri o virus. Chiunque abbia almeno una piantina d’appartamento o un balcone, un orto o un giardino si sarà reso conto di come non sia sempre facile mantenere sana una pianta. Una volta le foglie ingialliscono, un’altra volta sono gli afidi, un’altra ancora sarà un bruco. Immaginiamoci allora quando ad ammalarsi non è una piantina del nostro orto ma gli alberi di un’intera foresta che ci protegge dalle frane oppure un frutteto, un campo di patate o di mais: raccolti distrutti, frutta invendibile, perdita di guadagno, carestie.

Nessuna pianta e nessun luogo sulla Terra è veramente al riparo. Ecco qualche esempio per il nostro Paese. Un virus è la causa della bronzatura del pomodoro: le foglie si macchiano e si accartocciano, la crescita può arrestarsi e i pomodori, se maturano, sono macchiati di giallo e diventano invendibili. Il carbone delle infiorescenze del mais è provocato, come il più noto carbone comune, da un fungo. Le pannocchie diventano molli e a forma di pera: la pianta è persa. La flavescenza dorata della vite è provocata da un fitoplasma, organismo simile ai batteri e trasmesso da insetti. Fra i sintomi e le conseguenze di questa grave malattia della vite, l’arrossamento o ingiallimento delle foglie, l’appassimento dei grappoli e la perdita degli acini. Presente in Svizzera soltanto dal 2011, la drosofila del ciliegio, Drosophila suzukii, è un moscerino che predilige, danneggiandoli, frutti maturi di ciliegio, mirtillo, lampone e anche l’uva. Halyomorpha halys è la fin troppo nota «cimice marmorizzata» o «cimice asiatica», che colpisce oltre cento piante, fra cui mais, soia, alberi da frutta e ortaggi.

L’Anno internazionale della salute delle piante vedrà in tutto il mondo eventi e manifestazioni e ognuno è invitato a contribuire e a partecipare. Per la Svizzera, competente per la salute delle piante e organizzatore nazionale dell’Anno internazionale, è il Servizio fitosanitario federale SFF, gestito dall’Ufficio federale dell’agricoltura e dall’Ufficio federale dell’ambiente. Nel Cantone Ticino il controllo della salute delle piante è compito del Servizio fitosanitario cantonale. Dal 1° gennaio 2020 è in vigore una nuova ordinanza che regola importazione ed esportazione di piante e loro parti e contempla un passaporto fitosanitario con l’Unione europea. Inoltre, è vietato importare vegetali, frutta e verdura, fiori recisi e sementi da Paesi al di fuori dell’UE, dalle Isole Canarie, Ceuta, Melilla e dai territori d’oltremare francesi, ad eccezione per esempio di ananas e banane e di vegetali vivi e loro parti muniti di un certificato fitosanitario.

In Svizzera, l’Anno internazionale sarà l’occasione per far conoscere la salute delle piante, attraverso comunicati, manifestazioni ed eventi e anche la nostra Posta sarà presente con l’emissione di un francobollo speciale. Come sottolinea il SFF, ognuno di noi può fare molto per la salute delle piante: dall’agricoltore al selvicoltore, a chi è attivo nel commercio e nella produzione, fino al privato con il suo orto o giardino, può dare un importante contributo riconoscendo in tempo parassiti e malattie, segnalandoli e attivando tempestivamente misure adeguate. Ne approfitteranno le piante, la nostra alimentazione, la salute e l’ambiente.