Un’istituzione in declino: la famiglia con figli

/ 07.08.2017
di Angelo Rossi

L’Ufficio di statistica cantonale ha appena pubblicato un ritratto statistico della famiglia con figli. Come si sa la famiglia è un’istituzione in declino. Non che sia destinata a scomparire: il numero delle famiglie continua lentamente ad aumentare. Ma il suo tasso di aumento è minore di quello al quale cresce l’effettivo delle persone sole. Di conseguenza la quota delle famiglie nel totale delle economie domestiche diminuisce. Mentre, ancora nel 1950, più dell’80% delle economie domestiche era formato da famiglie, con o senza figli, oggi, la percentuale delle famiglie è scesa al 40%. L’invecchiamento della popolazione e fenomeni sociali come il divorzio continueranno a far scendere questa quota. Anche la quota delle famiglie senza figli continua ad aumentare. Nel 2015 rappresentava un quarto del totale delle economie domestiche. L’avvenire quindi non è delle famiglie, con o senza figli, ma delle persone sole. Un giorno o l’altro dovranno accorgersene anche gli esperti di marketing e il legislatore.

Ma torniamo alla pubblicazione dell’Usta. Per precisare dapprima che il mondo delle famiglie con figli è formato da tre tipi di famiglia. La famiglia classica con padre, madre e uno o più figli, che, nel 2015, rappresentava il 76.6% delle economie domestiche con figli. Abbiamo poi le famiglie monoparentali, ossia, per definizione, quelle famiglie che hanno solamente un genitore (di solito la madre) che formano il 22.1% delle economie domestiche con figli. E infine il gruppo delle economie domestiche plurifamigliari, nelle quali vivono più famiglie, con una quota pari all’1.3% del totale. Il rapporto dell’USTA è, lo si è già ricordato, un ritratto delle famiglie. Ci dà quindi la situazione in un dato momento del tempo, il 2015 per l’esattezza. Poche sono le informazioni sull’evoluzione nel corso del tempo. Non sappiamo, per esempio, come sia evoluto, nel corso degli ultimi decenni, l’effettivo delle famiglie monoparentali. C’è però da credere che anche questa componente del mondo delle famiglie cresca rapidamente in seguito al crescere del numero dei divorzi e all’invecchiamento della popolazione. Delle coppie con bambini il 90% è rappresentato da coppie sposate mentre il resto è costituito da coppie conviventi. Nonostante questo, il tasso di nuzialità continua a diminuire. Nel 1950 si contavano ancora 7 matrimoni per ogni mille abitanti; nel 2015 questo rapporto è sceso a 4.3 matrimoni per mille abitanti.

Il rapporto dell’Usta contiene ancora molte altre informazioni che, dato lo spazio limitato a nostra disposizione, non possiamo presentare. Scegliendo abbastanza a caso ci soffermiamo però, in conclusione, ancora sue due risultati interessanti. Il primo riguarda le opinioni delle coppie sul rapporto tra l’avere uno o più figli e la gioia e la soddisfazione nella vita. La valutazione che domina è quella che non riconosce nessuna importanza all’avere figli rispetto alla gioia e alla soddisfazione nella vita. Questa valutazione aumenta di importanza con l’aumentare del numero dei figli. Se, all’altro opposto prendiamo le opinioni positive, quelle di chi trova che i figli migliorano la vita della coppia, ci accorgiamo che la loro quota nel totale è elevata soprattutto nelle coppie che non hanno figli e in quelle che hanno un figlio unico. Avere figli quindi sembra non essere più lo scopo della vita, neanche per le persone che vivono in coppia. L’altro risultato sul quale vorremmo soffermarci è l’età media delle madri sposate al momento della nascita del primo figlio perché, più di altri indicatori, dà la misura di come sia cambiata, negli ultimi decenni, la posizione della donna nella società ticinese. Ancora nel 1980 l’età al momento del primo parto era inferiore ai 27 anni ed era vicina alla media nazionale. Nel 2015 l’età in questione era salita a più di 31 anni ed era, almeno di sei mesi, superiore all’età media delle madri sposate alla nascita del primo figlio in Svizzera.

C’è chi alle statistiche non crede. C’è chi pensa che siano sempre manipolate. Quando si tratta di aspetti che riguardano l’evoluzione della famiglia e, in particolare, della famiglia con figli è però difficile parlare di manipolazione dei dati o di credere addirittura che siano falsi. Anche perché in questo caso sono i contatti quotidiani che abbiamo con i nostri concittadini che vengono a confermarci che il ritratto statistico, tratteggiato dall’Usta, corrisponde effettivamente alla realtà. A quando l’apertura del primo supermercato per persone sole in Ticino?