Gentile signora Vegetti Finzi,
mia nipote Greta, figlia ventunenne di mia sorella, è una ragazza intelligente e matura che, dopo aver conseguito ottimi risultati scolastici, segue attualmente un corso universitario lontano da casa. Lo scorso Natale, Greta ha portato in famiglia il suo nuovo compagno perché i genitori lo conoscessero. Mia sorella, che non ne sapeva nulla, è caduta dalle nuvole. Quando l’ha visto l’ha bocciato subito. Fisicamente sportivo ma bruttino e senza stile. Veste sportivo trasandato sebbene di buona famiglia. Mia sorella sostiene che sua figlia poteva scegliere qualcosa di meglio. E qui inizia il dramma: mia sorella, dopo pianti e strazi perché sente delle brutte sensazioni e sta soffrendo per l’errore che sta commettendo la figlia, l’affronta e le dice che non è d’accordo sulla sua scelta e che intravvede un pessimo futuro. Lei prevede che si separeranno a causa di quest’uomo sbagliato. Quindi mette Greta di fronte alla decisione irrevocabile di non voler incontrare più il ragazzo perché lei sta male ed è stanca di star male a causa delle scelte altrui.
Come salvare il rapporto tra Greta e sua madre?. / Daniela
Mi scuso per aver citato solo l’essenziale della lettera per proteggere, come lei chiede, l’anonimato.
Ma, per rendere comprensibile la storia, devo ricordare che, nel passato della vostra famiglia, vi è il trauma di una sorella che anni fa, avendo aderito a una minoranza religiosa disapprovata dai genitori, è stata espulsa dalla famiglia. Evidentemente quell’incomprensione non è stata elaborata e ora si ripresenta nella generazione successiva, come un quesito irrisolto. Di fronte al fatto che Greta ha effettuato una scelta che non condivide, sua sorella è tentata di agire ora come un tempo vostra madre: escludendola dalla sua vita. Ma queste reazioni impulsive, irrazionali ed emotive non sono mai una soluzione. E lei fa bene a contrastare un rigetto così arbitrario. E lo stesso dovrebbe fare il padre della ragazza che invece, a quanto pare, mantiene un atteggiamento di prudente riserbo.
Quello che sta accadendo costituisce la punta di un iceberg che emerge dal mare profondo del rapporto madre-figlia, uno dei più ricchi e complessi dell’attuale famiglia. Mi sembra di capire che, mentre il marito era impegnato in una vertiginosa carriera, sua sorella si è dedicata esclusivamente a Greta, al suo accudimento, alla sua educazione. In questi casi una dedizione assoluta rischia di provocare un attaccamento eccessivo, un rapporto adesivo dove le identità si confondono. Con la differenza che, mentre la ragazza è riuscita, facendo tesoro della lontananza, a costruire una certa autonomia, la madre è rimasta in sospeso, incapace di trovare una sua dimensione, uno scopo nella vita che non dipenda dalla figlia.
È vero che, mentre Greta va verso un luminoso futuro, la madre sta affrontando le malinconie del climaterio, ma ogni stagione della vita possiede risorse per farcela, per superare gli inevitabili ostacoli che il destino ci presenta.
Credo risulti evidente anche ai lettori che le critiche rivolte al ragazzo, colpevole soltanto di essere corrisposto dalla fanciulla che ama, sono solo un pretesto. Nessun pretendente, finché viene considerato un rivale, potrà mai essere accettato e accolto da una madre possessiva. Ma, quando la geometria della famiglia si scompone, come in questi frangenti, occorre organizzare una nuova scacchiera ed elaborare differenti regole del gioco.
Questo compito spetta soprattutto al padre che torna a essere, come nei primi anni di matrimonio, soprattutto il marito di sua moglie. Alla coppia, che passa dal tre al due iniziale, si apre un progetto inedito dove, alle prospettive che si chiudono, se ne sostituiscono altre, fatte di amicizia, di curiosità, di complicità. Tutto quello cui si è dovuto rinunciare in gioventù può essere recuperato nella tarda maturità, quando si è abbastanza giovani per fare tante cose, e abbastanza vecchi per aver compiuto il proprio dovere di genitori.
Temo sia inutile, cara Daniela, cercare di convincere sua sorella a cambiare opinione sull’aspirante genero. I pregiudizi non sono contrattabili, occorre che il tempo e le circostanze mutino gli assetti mentali, che il destino offra nuove opportunità, che il racconto della vita inauguri un ulteriore capitolo. Con tutto ciò il suo affetto, la sua vicinanza, la disponibilità che generosamente offre alla sorella in difficoltà costituiscono il miglior viatico per una soluzione positiva del conflitto.
Anche l’atteggiamento calmo e sereno di Greta, se sarà capace di non rispondere al rancore col rancore, finirà prima o poi per propiziare il disgelo nel cuore d’inverno di sua madre. In questi casi il Tempo è un grande terapeuta.