Un risveglio doloroso ma necessario

/ 25.11.2019
di Paola Peduzzi

Emmanuel Macron ha detto che la Nato è in uno «stato di morte cerebrale» e da quel momento non si è fatto altro che posizionarsi rispetto a questa dichiarazione tanto forte, tanto radicale, tanto incompresa. Il presidente francese ha fornito una diagnosi così brutale sull’Alleanza atlantica mentre parlava di quanto è cambiata l’America negli ultimi anni: della lunga e articolata intervista che Macron ha rilasciato al magazine britannico «Economist» è rimasta solo quella frase, mentre là dentro c’era una visione articolata e battagliera del mondo, del ruolo della Francia e dell’Europa in questo mondo. «Guardiamo a quel che sta accadendo attorno a noi – ha detto il presidente francese all’«Economist» – Cose che erano impensabili 5 anni fa.

Il logorio della Brexit, le difficoltà dell’Europa ad andare avanti, l’alleato americano che ci volta rapidamente le spalle su questioni strategiche: nessuno credeva che tutto questo sarebbe stato possibile». Il punto di partenza per Macron è questo, il mondo si è capovolto, quel che pareva inconcepibile è accaduto e ora, in questo stravolgimento, a pagare potrebbe essere l’Europa, perché «per la prima volta, negli Stati Uniti c’è un presidente che non condivide il progetto europeo». Seguendo questo filo, che sa di mancanza di credibilità e coerenza da parte di Donald Trump, che sa di alleati che non vengono trattati come tali, di ritiri repentini e non coordinati da contesti di guerra – tanto se i combattenti dello Stato islamico scappano, non vanno in America, arrivano in Europa, ha detto Trump – e di avvicinamenti pericolosi come l’invito ai talebani afghani nella residenza di Camp David – seguendo questo filo, Macron arriva a dire che la Nato è in coma, perché se il primo contribuente balla da solo e disdegna la collaborazione, un’Alleanza che si fonda sulla collaborazione e sul mutuo soccorso non ha possibilità di vivere.

Macron voleva rendere chiara questa consapevolezza che cambia l’equilibrio geopolitico delle relazioni internazionali, lo ha fatto nel suo modo schietto e diretto che viene spesso preso come aggressività pretestuosa, ma in sintesi aveva un appello da fare: Europa, svegliati! Nella retorica del presidente francese la paura dei sonnambuli ricorre da molto tempo, al suo esordio sulla scena europea aveva detto che non voleva risvegliarsi, come un bell’addormentato, in un mondo in cui l’Europa non conta più nulla. Ma per contare, l’Europa deve sapere di chi può fidarsi.

L’analisi del presidente francese era ed è esatta, ma da quando è stata sintetizzata nel semplicistico la Nato-è-morta, molti leader si sono preoccupati soltanto di prendere le distanze. La Nato sta benissimo, vanno ripetendo molti, dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in giù, anche se non è vero, anche se le fragilità dell’Alleanza sono al centro di un dibattito profondo che ha portato l’Unione europea a riflettere sulla possibilità di una difesa propria, non alternativa alla Nato ma indipendente, questo sì. Poiché le notizie ormai non sono più lunghe di una frase, il tormentone macroniano ha fatto luccicare gli occhi ai russi, che non vedevano l’ora di poter trovare un’altra breccia nel comparto europeo e l’hanno trovata proprio lì, dove siede Mr Europa. I media russi hanno fatto circolare la frase del presidente francese come un attestato di vittoria: noi ve lo diciamo da sempre che la Nato non serve a nulla ed è anzi inutilmente ostile verso di noi, per fortuna ora lo dite anche voi.

Peggio di così non poteva andare, insomma. Il tentativo di risveglio fatto da Macron si è trasformato in un attacco contro di lui e contro la sua presunzione di essere l’interprete unico del pensiero e della visione europea. Nei capi d’accusa c’è anche la sua opposizione all’allargamento nei confronti dei paesi dell’est come Macedonia del nord e Albania, vista come un tradimento del soft power europeo, che attrae paesi con le sue libertà e il suo benessere. Anche qui i russi si sono tuffati: venite da noi, noi non tradiamo le promesse come fa l’Europa, hanno detto ai paesi balcanici in bilico tra est e ovest. Per questa sua opposizione Macron è stato molto criticato, anche se altri paesi la pensano come lui e anche se ha già fatto un’altra offerta, con una revisione del processo di adesione che permette di risolvere la questione aperta dal presidente francese: prima di aprirci agli altri, mettiamo ordine in casa.

Chissà quante accuse e critiche e battute arriveranno ora che si apre la stagione degli scioperi e delle rivendicazioni contro le riforme di Macron, il discontento in piazza per fermare un risveglio doloroso, ma necessario.