Tutti a sinistra!

/ 19.03.2018
di Angelo Rossi

La politica, si sa non è una scienza, nel senso che i suoi esiti non sono prevedibili. Ne sono una riprova i risultati delle elezioni comunali nelle città del Canton Zurigo e, in particolare, nella capitale. Nessuno tra coloro che seguono le vicende politiche a livello dei Cantoni e dei Comuni aveva infatti anticipato la significativa vittoria della sinistra in queste elezioni. Durante il turno elettorale del 4 marzo socialisti, verdi e altre liste di sinistra hanno non solo consolidato le loro posizioni di maggioranza negli esecutivi, ma hanno anche conquistato nuovi seggi nei legislativi cittadini a scapito dei partiti borghesi, in particolare dell’UDC.

Le aspettative degli esperti stando alle quali il fronte dei partiti borghesi avrebbe fatto cadere la maggioranza di sinistra – che dura da 28 anni – a Zurigo e conquistato seggi addizionali a Zurigo e in altri parlamenti cittadini non si sono invece realizzate. Come sempre capita, quando le previsioni si rivelano sbagliate, risulta difficile trovare una spiegazione. In sede di commento improvvisato, qualche politologo ha formulato una spiegazione tanto razionale da sembrare quasi ovvia. La sinistra aveva vinto perché governava bene e l’UDC aveva perso perché non era in grado di provare di essere disposta a governare con altri partiti, in particolare con quelli della sinistra. Potrebbe anche darsi, ma questa spiegazione non ci dice perché l’ostilità dell’elettorato urbano contro la destra si sia manifestata proprio ora e non in consultazioni elettorali precedenti.

Per rispondere a questo quesito i rappresentanti dei partiti borghesi hanno suggerito, sempre in sede di commento immediato dei risultati, che le loro perdite erano da considerarsi come un effetto collaterale della votazione federale sull’iniziativa «No Billag». Secondo loro la votazione federale aveva mobilizzato l’elettorato, soprattutto quello dei partiti di sinistra, aiutandoli così a conseguire uno splendido risultato anche nelle elezioni comunali svoltesi contemporaneamente. Potrebbe darsi se non fosse che, di solito, l’elettorato si mobilizza in misura maggiore per elezioni comunali che per votazioni federali. In altre parole il colpo di mano per vincere la contesa è più probabile che l’abbiano date le elezioni comunali alla votazione federale che viceversa. L’ipotesi resta naturalmente da verificare ma non si può escludere dal novero degli argomenti che potrebbero spiegare cosa sia accaduto. A bocce ferme, ossia nei commenti della stampa che seguirono durante la settimana postelettorale, ha cominciato ad emergere una nuova spiegazione. La sinistra aveva vinto le elezioni nei centri urbani maggiori del Cantone non tanto perché governava bene, quanto perché rispondeva meglio a quelle che possono essere le aspettative di un elettorato urbano che, nel corso degli ultimi anni, si è notevolmente ringiovanito. Non la ragione, ma l’emozione aveva avuto l’influenza maggiore nella scelta politica degli elettori.

Insomma le maggioranze di sinistra, uscite dalle recenti elezioni comunali zurighesi, erano dovute al fatto che oggi, nei centri urbani, la sinistra è «in». I temi sui quali si batte, ossia la qualità della vita, la riduzione del traffico automobilistico, l’alloggio con affitti contenuti, una vita culturale intensa e diversificata, un concetto di società aperta all’apporto di etnie diverse dalla nostra, l’attenzione alla ricerca scientifica e alle sue applicazioni, la protezione del paesaggio, della natura, dell’equilibrio ecologico ma anche delle minoranze sociali, sono temi che incontrano l’approvazione di larghe cerchie di cittadini nei centri urbani del nostro paese. La sinistra, sostengono questi interpreti del risultato elettorale di inizio marzo, ha saputo inserirli nel suo programma.

Non solo li ha fatti propri ma li ha addirittura trasformati in un marchio di fabbrica. Proprio come l’UDC ha saputo fare per temi come l’Europa o l’immigrazione di lavoratori e rifugiati. Ai partiti borghesi non resterebbe quindi che accettare la situazione e cercare di aprire maggiormente i loro programmi ai temi urbani monopolizzati dalla sinistra. Le prime reazioni dei liberali e del PPD (grande perdente di queste elezioni) sembrano per l’appunto voler andare in questa direzione. L’UDC invece ha promesso di indurire la sua opposizione: se, fino a ieri, diceva no, domani dirà due volte no. A giudicare da queste prime reazioni tutto quello che si può dire è che sarà difficile che, tra quattro anni, il cartello dei partiti borghesi per le elezioni nei maggiori centri del Canton Zurigo venga rinnovato.